Ho avuto un’idea per una fiction. Mi serve qualcuno che me la produca. L’idea è fichissima, ho già il cast, la regia la faccio io, per il resto ci si arrangia. Comunque: attori di primissimo livello, soggetto brillante, sceneggiatura coraggiosa. Una roba che davvero sarebbe peccatissimo non farla. Ve la illustro.
Slathan, interpretato da Wlady Tallini, quello delle suonerie idiote degli anni ’90,
è uno zingaro che vive a Roma. La serie inizia con un flashback: siamo nel 2008, e Slathan assiste rapito e affascinato a uno spettacolo di Beppe Grillo che tesse le lodi della Biowashball. L’uomo, il giorno dopo, compra decine di pallet di Biowashball pensando di lasciarsi alle spalle la zingareria e di mettere su un piccolo business, ma le cose non vanno come spera e si ritrova con un garage pieno di sfere di plastica che non fanno un cazzo.
Stacco. 2015. Slathan piscia per errore su un test di gravidanza e scopre con orrore di essere malato di Stamina. Poi viene fuori che non è niente, ma nel frattempo guru, ciarlatani e pseudomedici gli hanno fulminato il conto in banca, pignorato la casa e rubato la macchina. L’uomo è disperato, ma la propria tenacissima idiozia nel fidarsi di quei loschi figuri e la vista di decine e decine di poveracci disposti a bersi qualsiasi cazzata gli fa venire un’idea.
Slathan contatta Rosario, un muto che comunica a gesti e interpretato da Mauro Repetto degli 883
e con lui, che è abilissimo a sintetizzare l’acqua e che dell’acqua conosce tutti i segreti, decide di “riciclare” le Biowashball come strumenti per duplicare i farmaci omeopatici. Crea quindi un video su youtube, chiamato “il miracolo della Biomediball” in cui mette una Biowashball in una brocca insieme a un flacone di un preparato omeopatico, aggiunge acqua e BAM! spaccia l’oggetto come uno strumento in grado di creare “farmaci” omeopatici illimitati.

La cosa funziona, Rosario e lo zingaro iniziano a fare soldi a palate anche perché vendono la “Biomediball” ai fan dell’omeopatia, gente che di suo è disposta a pagare 30 euro per 30 grammi di acqua e zucchero. Con la scusa che si risparmia un casino sulle “medicine” e che funziona con ogni preparato omeopatico, sparano il loro prodotto a 450 euro, e ne vendono a palate.
Incuriosita dal viavai di furgoncini che vanno e vengono dal garage di Slathan, entra in scena Fregola Difica (Michela Miti, quella dei film di Pierino),
una bella cougar, ex prostituta, che inizialmente è disgustata dallo zingaro e dai suoi modi rozzi, ma che cambia pian piano idea sul suo conto mano a mano che Slathan diventa sfacciatamente ricco con la vendita delle Biowashball. La scena in cui lei gliela dà la prima volta è una roba pazzesca, ed è preceduta da un dialogo frizzantissimo in cui lui le dice “Una donna batte il marciapiede e si avvicina un cliente. Credi che quello potrei essere io? No. Io sono il marciapiede!”
I due diventano complici e scaricano Rosario quando scoprono che l’acqua prodotta dal muto è quella della fonte, e poi ormai il video l’hanno fatto, l’acqua manco serve più. Rosario non può parlare a nessuno della cosa, perché è muto, ma può sempre scrivere! Fregola vorrebbe ucciderlo, ma Slathan non è d’accordo, dopo tutto Rosario è un amico, quindi lo zingaro si limita a tagliargli le mani e i piedi e a buttarlo in un fosso.
Rosario, pur menomato, decide di vendicarsi: striscia fino alla sede centrale della Buàron, una multinazionale che produce robe omeopatiche, e contatta il cattivissimo Dottor Malefatta (Dottor è il nome), interpretato da Gabriele Sbattella, l’Uomo Gatto di Sarabanda.
Infilandosi un pennarello nell’uretra, Rosario riesce a scrivere un messaggio col cazzo, rivelando a Dottor il traffico di Slathan. Malefatta va su tutte le furie, e decide di inviare un killer, nome in codice “Gianni Morandi” (che confonde un sacco), a uccidere il rom e la sua compagna.
Slathan e Gustava stanno bevendo champagne direttamente dai gusci vuoti delle aragoste che hanno dato da mangiare al gatto, quando il killer arriva a casa loro, sorprendendoli mentre sono presi dalla violentissima ostentazione di ricchezza. Il killer, interpretato da Marco Lui (l’odiatissimo Mr. Lui di Italia Uno)
minaccia i due con una pistola, ma poi si ferma a constatare – in un toccante monologo interiore – che Fregola è sì anzianotta, ma tutto sommato è ancora bona. Viene quindi distratto dalla propria erezione, e questo da modo a Slathan di spaccare una bottiglia e di ammazzare tutta la famiglia del killer. Distrutto dal dolore, Gianni si suicida sparandosi in testa.

Fregola e Slathan sono spaventati, anche se sospettano che ci sia lo zampino di Rosario non sanno chi è il mandante del killer. Decidono allora di rivolgersi a Paolo Buonuomme, un avvocato amico della donna, che in realtà più che un avvocato è un faccendiere con un sacco di contatti. Paolo, interpretato da Pasquale Finicelli (il Mirko di Kiss Me Licia)
riesce a scoprire che a dare la caccia a Slathan è la Buaròn, ma sapendo quando è potente e crudele il perfido Malefatta decide di tradire i due amanti e di consegnarli agli omeopati.
Nella scena finale – una scena tarantiniana in cui i protagonisti si minacciano l’un l’altro utilizzando diverse bufale – arriva come deus ex machina Piero Angela, interpretato da Piero Angela. Il divulgatore scientifico perdona tutti con un sorriso e fa saltare in aria la sede della Buaròn e la casa di Slathan con tutti i personaggi dentro. Lui invece si salva perché è Piero Angela.
E insomma, secondo me è valida, spero che qualcuno me la produca.
[B.K.]