“LADRI MERDOSISSIMI NON CI FATE PAURA.”
Così, con un maiuscolo pacato e per nulla livoroso, inizia un lungo rant di Sabina Guzzanti che a colpi di unghie su superfici riflettenti prova a portare avanti l’argomentazione “la spiaggia è di tutti”, partendo da un episodio in cui ha combattuto contro una legge, e la legge ha vinto (cit.). L’origine del pistolotto è banale: Sabina va al mare, entra dalla spiaggia libera, si sposta in uno stabilimento balneare privato, si fa un bagno e si sdraia al sole sul bagnasciuga. La titolare le chiede di andarsene: quella è una spiaggia privata, è consentito il transito sulla battigia ma non la sosta. Sabina la insulta, sostenendo che “la spiaggia è di tutti fino a cinque metri dalla riva”.
Sarebbe una bagatella indegna perfino dei peggiori periodici da sala d’aspetto, se non fosse che lo stile della Guzzanti ricorda tantissimo la tipica sapienza cinque-stelle-style. Prendi una legge, capiscila male o ignorane un pezzo, e poi incazzati a caso prendendotela contro i politici e i loro complici (chiunque essi siano).
La legge nazionale sull’utilizzo della battigia è un po’ lacunosa, per cui solitamente intervengono degli specifici regolamenti regionali o comunali, rintracciabili in sedici secondi con google. Nel caso specifico che ha visto protagonista l’ex-comica, fa fede la disciplina delle attività balneari del comune di Albissola Marina, che stabilisce che la battigia di quel tratto di mare “è destinata esclusivamente al libero transito con divieto di permanenza”, con l’esclusione dei mezzi di soccorso. Sabina Guzzanti è un pattino di salvataggio? No. Fine della questione. La social-attivista, a livello legale, ha completamente, inequivocabilmente, irrimediabilmente torto.
Qualcuno potrebbe obiettare che Sabina ne faccia una questione etica. Ci sta. Ma l’etica personale della Guzzanti vale esattamente quanto la mia, davanti alla legge, e cioè un cazzo nulla.
Se credi che una cosa sia sbagliata secondo i tuoi parametri etici, sei libero di batterti per cambiare le cose. Per esempio, puoi fare politica o attivismo per far sì che una legge venga modificata. Questo però non ti dà ragione, né ti rende “immune” da quella legge. Non ti dà il diritto di infrangere quella legge, di ignorare un divieto, o di insultare qualcuno. Dev’essere per forza così, altrimenti io potrei dire che “per la mia etica” è giusto sputare in faccia a chi dice stronzate tipo “un tempo i fisici sperimentavano sotto vuoto, ora non lo fanno più perché hanno visto che non serve”, e quindi regalare arabeschi di saliva sul volto do chiunque dica una vaccata del genere con la scusa che per me è eticamente giusto. Per fortuna non posso; né io, né altri con la “loro” etica.
Qualcuno potrebbe sostenere che quello della Guzzanti è un atto di disobbedienza civile. Personalmente trovo che le battaglie combattute a colpi di disobbedienza siano spesso rischiose, e altrettanto spesso non le condivido, ma le capisco, o almeno ne capisco molte. Solo che, ecco, la piazzata della Guzzanti non è un atto di disobbedienza civile: manca l’organizzazione e la volontà (e le azioni che ne conseguirebbero) di rendere palese e plateale la propria infrazione. Non è un sit-in sul bagnasciuga: è un litigio per una quisquilia, la bizza di una vip cui viene impedito di farsi i cazzi propri, cazzi propri che lei considera legittimi ma che – magia! – non lo sono. La prova è che la Guzzanti sembra proprio non conoscere il regolamento in materia di balneazione della zona, e non puoi imbastire una protesta contro qualcosa che non conosci senzav rischiare di fare una figura di merd poco edificante.
Il modo di fare di Sabina Guzzanti oggi mi fa un po’ tristezza. Non per l’impegno politico, ci mancherebbe, che è degno di rispetto, né tantomeno per altre battaglie che porta avanti, fra cui ce ne sono di condivisibili, né per la storia della spiaggia in sé, che al netto della piccolezza dell’evento può comunque servire a portare avanti una serie di iniziative a favore di più spiagge libere o comunque meno care che è sicuramente interessante. Non è per questo: è per i modi, per un frequente pressapochismo, per la rabbia malcelata, per il costante ringhiare piagnucolando, e per gli sketch sempre più violenti, così distanti da quelli dei tempi di Avanzi. Mi tocca fare spallucce e, a fianco dei pipponi complottistici di Povia e dei i deliranti consigli alimentari della Maugeri, infilare alcune delle disavventure mascherate da battaglie civili della Guzzanti. Hasta la playa, siempre.
[M.V.]
a me fa tristezza che tutti sti personaggi(ni) della TV si sentono legittimati da mezz’ora di fama da tubo catodico nel portare avanti cazzate personali come se ne dipendesse la continuazione della specie umana…e tutti i media dietro di loro a raccogliere qualunque rimasuglio di escremento gli viene lasciato in pasto. si meritano solo di essere considerati per quello che sono: meteore di varie dimensioni dello spettacolo italiano. Lasciamo che coninuino a fare i comici che per le cose serie servono persone serie