Vediamo come i giornali hanno riportato la visita del papa a Philadelphia.
“Il Papa incontra vittime di preti pedofili: Dio piange.”
“Il Papa incontra vittime dei preti pedofili: Provo vergogna per gli abusi.”
“Papa Francesco a Philadelphia vede vittime pedofilia: puniremo i responsabili.”
Come sempre, bellissime parole. Se non avessi questa insana tendenza a voler scavare un po’ sarei quasi ammaliato anche io da questo papa così attento e solerte (non è vero).
I giornali italiani evitano accuratamente di menzionare un fatto: le vittime ricevute dal Papa Dellaggente™ sono fra quelle dei reati commessi nella diocesi di Philadelphia. Quindi sono casi avvenuti presumibilmente entro o intorno al 2000, data in cui lo scandalo colpì con prepotenza l’importante città della Pennsylvania. Sono passati quindici anni: sono l’unico a pensare che il fatto che non siano ancora stati puniti e che lo stato delle cose sia “con calma, che mo’ il culo glielo facciamo” sia abominevole? Francesco è papa da oltre trenta mesi, e siamo ancora a “tranquilli, ci stiamo lavorando”. Dio piange, il papa si vergogna, ma intanto di risultati ne vedo pochini.
Il papa dice “accoglieremo i migranti”. Bene. E cosa è successo? Nonostante la martellante propaganda cattolica, nella prima fase dell’operazione vennero offerti 15.000 posti, laddove le parrocchie italiane sono 23.000. In compenso, dato che l’accoglienza a pagamento è un bel business, c’è chi come a Marsica ci lucra sopra.
Il papa dice “le strutture religiose paghino le tasse”. Oh, benissimo. Ma perché succeda bisogna che cambi qualcosa a livello di diritto ecclesiastico. Chi ci sta lavorando? Come? A parte il bellissimo discorso del Papa Dellaggente™, sta cambiando qualcosa davvero? Oppure no?
Il papa dice “puniremo i pedofili”, e poi tutto resta com’è. Quanti sono i casi di partecipazione attiva della chiesa nei processi per abusi su minori? Quanti i casi in cui è partita una denuncia direttamente dalle diocesi? Quanti i casi in cui l’autorità ecclesiastica è intervenuta prima della legge? Oltre ai discorsi, i risultati ci sono?
“Chi sono io per giudicare?” a meno che tu non sia un frocio convinto: vale solo se ti penti e non scopi. E intanto i movimenti anti-gay spuntano come funghi, e se un gay viene pestato o spinto al suicidio, dal papa non arriva neanche una parola.
Posso continuare all’infinito: “L’attentato a Charlie Hebdo è una tragedia”, ma se mi insulti, cazzo, non meravigliarti se ti prendo a cazzotti; “nel futuro della Chiesa un ruolo più attivo per le donne”, ma intanto guai ad abortire, la fica c’ha sempre fatto paura e non abbiamo intenzione di smettere. E così via.
Insomma, di parole se ne sono viste tante, attendo ancora i fatti; mi scuso coi lettori se mi ripeto, ma la lista delle parole al vento si allunga, spero che nessuno s’offenda se nel mezzo c’infilo anche le mie.
Buona settimana, e mi raccomando, non fate i gay che andate all’inferno.
[M.V.]
Più di 19 mesi, da marzo 2013 sono 30 quasi 31
Hai ragione, come vola il tempo quando ci si diverte.