L’uomo di paglia.

anovantagradi

Una delle fallacie logiche più diffuse è lo straw man, o “uomo di paglia”. È molto semplice: in una discussione, o in risposta a una domanda precisa, si propone un nuovo argomento che distolga l’attenzione dalla materia del dibattere, utilizzando un tema in apparenza afferente alla discussione. Soprattutto se si utilizza qualche trucchetto retorico, come citare un aneddoto o un dato di qualche tipo, si ottiene l’effetto di spostare la discussione dal primo al secondo argomento, in modo che il primo, di fatto, non venga affrontato. Il nuovo argomento può anche essere importante in sé, ma nella discussione in oggetto è secondario, è stato introdotto espressamente per evitare l’argomento precedente. Se l’operazione retorica riesce, però, sembrerà che l’avversario sia riuscito a ribattere sul primo argomento nonostante in realtà abbia dato risposte solo sul secondo.

Ovviamente detta così la questione potrebbe sembrare confusa. Per fortuna c’è la fede che ci aiuta a comprendere come funzionano le cose. E chi meglio del nostro amatissimo Papa Dellaggente™ può indicarci la via? Con Bergoglio si va sul sicuro: tu hai un dubbio, lui lo chiarisce. Vediamo.

Un giornalista, ieri, parlando della diffusione epidemica dell’AIDS in Africa, ha chiesto al Papa Dellaggente™ se non fosse il caso, per la Chiesa, di cambiare posizione sul no al preservativo (Argomento A). Il Papa, citando il vangelo (Aneddoto) ha risposto che sì, ok, il preservativo è uno dei metodi per prevenire l’HIV, ma il problema è più grande: le piaghe principali in Africa sono la fame, la sete, il traffico d’armi (Argomento B). La risposta completa la trovate qui.

Ok, è vero: la fame, la sete, il traffico di armi sono problemi enormi. Ma sono un altro problema rispetto alla questione posta dal giornalista.

È come se chiedeste al medico: “per guarire da questo sfogo sul glande non dovrei metterci una pomata?” e lui rispondesse “eh, è uno dei modi per guarire, ma senti là che brutta tosse, bisogna che tu prenda uno sciroppo, mi ricordo che quando ero tirocinante c’era un medico che usava uno sciroppo che sapeva di cingòmma, pensa te ganzo, che per qualche motivo calmava anche il mal di gola, oh, il mal di gola è fastidioso, scommetto che un po’ ce l’hai, e sai come si dice: le infiammazioni acute delle formazioni linfatiche dell’orofaringe non andrebbero mai sottovalutate”.

“Sarà, dottore, ma a me continua a prudermi il cazzo.”

La fame, la sete, il traffico di armi, per quanto problemi gravissimi, non c’entrano direttamente con l’AIDS e con la sessualità vissuta dagli africani: in alcune realtà ci sono veri e propri riti di passaggio e delle usanze tribali, ancora utlizzate, in cui gli anziani insegnano alle nuove generazioni le basi del sesso, sesso che ancora oggi è vista come una “porta” spirituale; con questo modo di vivere la sessualità è impensabile non fare i conti, e se c’è un modo per far sì che il sesso sia meno “pericoloso”, beh, tanto vale usarlo. Senza contare che il sesso rimane, al di là della procreazione, uno dei bisogni primari dell’uomo: che vogliamo fare, vogliamo continuare a imporre la castità? Cosa vogliamo, che i negri diventino pedofili, come i preti? Guarda che sì, è vero che il nero sfina, ma quando entra, entra.

Il preservativo non è un’alternativa ad una condotta sessuale improntata alla fedeltà o banalmente più morigerata, stiamo parlando proprio di un’altra cosa, di un’altra partita, di un altro campionato: non c’entra la morale, il preservativo è semplicemente e incidentalmente il sistema migliore per prevenire le malattie sessualmente trasmissibili, indipendentemente da quanto, come, con chi e perché scopi.

Jorgy, mi spiego: non è che perché non puoi scopare tu non deve scopare nessuno, ok? Visto che comunque in Africa scopano come conigli, e visto che facendolo si passano le malattie e le trasmettono ai loro figli, facciamo che mentre gli spieghiamo di trombare un po’ meno gli facciamo anche usare il guanto di lattice*, così magari dai conigli oltre al ritmo riproduttivo non copiano anche l’aspettativa di vita?

Poi sì, pensiamo anche alla fame, alla sete, al traffico di armi, che sicuramente sono problemi gravissimi e sono parte integrante dell’enorme e tragico quadro complessivo che porta anche ad avere una condotta sessuale pericolosa per sé e per gli altri, ma diciamocelo: mentre uno pensa a come risolvere tutto il resto, mettere un preservativo sulla fava male non fa. Credo che funzioni meglio, nella lotta all’HIV, di tante altre cose e di metodi meno empirici come, boh, per dirne una, pregare.

Ecco, tutto questo pippone per dirvi, cari lettori, che se vi viene da pensare che oggi “il papa ha aperto al preservativo”, ricordatevi che no, non l’ha fatto.

State tutti facendo di sì con la testa a uno splendido, magnifico, magistralmente eseguito uomo di paglia.

[B.K.]

* quello che va sul cazzo, lo preciso, che i preti non è che abbiano tutta questa dimestichezza col sesso fra coetanei.

6 risposte a "L’uomo di paglia."

    1. Ha senso. Io l’avevo inteso come straw man per il fatto di aver preso l’argomento iniziale infilandolo in un contesto più ampio, cioè (banalizzando): la questione preservativo è “forte”, si sposta l’attenzione su un argomento ampio “banale” (inteso non come “problema banale” ma come ovvio, grazie al cazzo che risolvendo la fame, la sete e la guerra le cose migliorano).
      Però, in effetti, la risposta è effettivamente una “svicolata” (mi chiedi A, ma rispondo B).

      Credo che la sostanza del mio messaggio non cambi, nel senso che il papa non ha comunque risposto né detto effettivamente un cazzo, ma sì, anche il red herring ci sta, forse meglio (pour parler, secondo me c’è anche una fallacia di pertinenza di qualche tipo, perché la base su cui il papa non risponde è “la domanda mi sembra troppo piccola, mi sembra anche una domanda parziale”, che non è un argomento valido ma un tentativo di delegittimare la domanda e in qualche modo l’interlocutore, che viene fatto passare per fazioso “pro condom”).

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