Fede antiproiettile.

collodipapero

Giubileo, apertura a rischio flop: dopo gli attacchi di Parigi sono crollate le prenotazioni dei fedeli. Immagino che i più abbiano giudicato saggio essere timorati di dio, ma ancor più saggio essere timorati delle bombe. Non si sai mai, in effetti: magari uno becca uno di quei momenti della vita del dio di turno in cui onniscenza, onnipresenza e onnipotenza sono temporaneamente disabilitate in virtù di un non meglio specificato “operare per vie misteriose”.

Eppure l’apertura della Porta Santa in concomitanza con il rischio di episodi terroristici dovrebbe essere un’occasione d’oro: uno va a Roma, passa sotto la volta di San Pietro, subvocalizza un mea culpa e SWOSH!, è nel pieno della grazia divina. Non me ne intendo, ma credo che se qualcuno si fa saltare in aria in quel momento, quindi sicuramente prima che il peccatore di turno ricominci a desiderare la donna d’altri o una di quelle cose proibite lì, il fortunato pellegrino dovrebbe avere il paradiso quasi assicurato e col minimo sforzo. Non solo: mentre spira può pure deridere l’attentatore suicida che, in quanto attentatore e in quanto suicida, brucerà all’inferno.

Questo, ovviamente, a meno che non abbia ragione il kamikaze: in quel caso sarebbero i miscredenti cattolici a bruciare all’inferno, e il musulmano avrebbe il suo premio in eternità e giovani donzelle.

O, chiaramente, a meno che non abbiano ragione gli atei, e che quindi tutto si riduca solo a un insensato spargimento di sangue nell’ambito della gara volta a stabilire chi adora il dio col cazzo più lungo.

Da notare come laddove il fondamentalista è assolutamente sicuro di ricevere le sue vergini una volta saltato in aria, da parte del cattolico moderato si ha un atteggiamento più cauto: non solo non vuole farsi saltare in aria, ma si secca anche un po’ se qualcuno si fa saltare in aria troppo vicino a lui; emerge chiaramente, e più forte del fervore religioso, il sentimento della cacarella. Insomma, è vero che passare attraverso una Porta Santa significa “sperimentare l’amore di Dio che consola, perdona e dona speranza”, che è una cosa fighissima, ma per il cattolico medio questa cosa è ancora più figa se non c’è il rischio di “sperimentare l’amore di Dio che consola, perdona e dona speranza” un po’ troppo intensamente, dolorosamente e definitivamente.

Perché, diciamocelo, è facile credere in una vergine magica che ha partorito un dio-uomo, alla resurrezione, ai miracoli, alle apparizioni di santi e madonne, e a un aldilà fatto di nuvole bianche, cieli azzurri, beatitudine e caffé accompagnati da sketch brutti di Brignano; ma, di fronte a un rischio reale, torna improvvisamente di moda il pragmatismo.

Non serve neanche che la minaccia sia mortale, basta che sia solo noiosa. I sacramenti sono chiaramente i passi fondamentali del cammino di un buon cattolico, ma già sono due palle assurde battesimi e cresime, addirittura andare chiesa ogni domenica evitiamolo, che due coglioni, meglio una partita a calcetto, no? La carità è un grandissimo valore finché leggiamo le toccanti ed eroiche gesta dei santi; lo diventa meno quando ce la chiede, in strada, un poveraccio che non ha di che mangiare. E sì, va bene tutto, ma il sesso a fini non procreativi è, tutto sommato, negoziabile, al limite ci si pentirà in un secondo momento.

Insomma, la fede diventa di colpo qualcosa di malleabile, elastico e mercanteggiabile, quando minaccia le nostre abitudini, il nostro portafoglio o la frequenza dei propri orgasmi.

Basti pensare all’attentato di Ali Ağca ai danni di Giovanni Paolo II: la beata vergine, anziché trasformare i proiettili del turco in scoregge profumate, ha preferito salvare la vita del pontefice facendo sì che il proiettile gli perforasse l’addome e gli procurasse una ferita non letale previo intervento di un’equipe di chirurghi e di un’operazione di neanche sei ore, voglio dire, meno della fila a un padiglione qualsiasi all’ultima expo. Il vecchio papa, giustamente, gridò al miracolo, e dopo aver ringraziato e pregato tantissimo la beata vergine decise di farsi fare una macchina speciale coi vetri antiproiettile.

Il Papa Dellaggente™, più sbarazzino, si limita a usare la papamobile blindata solo nei paesi a rischio; ma in compenso ha saggiamente pensato integrare la preghiera con controlli a tappeto e guardie armate: le vie del signore sono infinite, ma – come si dice – “aiutati che il ciel t’aiuta”: un po’ di intelligence e un manipolo di soldati addestrati tutto intorno schifo non fanno.

E quindi, non temete, e disertate pure il giubileo. Direi che è umano, soprattutto se avete paura per la vostra vita; magari il vostro angelo custode è in pausa caffé, magari il dio di quegli altri è più solerte e attento del vostro, magari il grande piano che aveva in mente gesù per voi non vi va a genio. Ricordatevi di questa sensazione ogni volta che dovete decidere se quello che è successo o che potrebbe succedere abbia natura divina, con tutti i misteri e la magia che la fede porta con sé, o se sia invece del tutto drammaticamente, o ironicamente, se preferite, reale. Ricordatevi di come ragionate in questi casi, la prossima volta che vorrete negare qualche diritto perché lo dice dio e pensate se non sia il caso, ogni tanto, di fare come quando vi si stringe il buco del culo, pensando ed agendo perché ve lo dice il cervello.

[M.V.]

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