Francia, ospedale universitario di Rennes. Sei pazienti si sentono male per colpa di un farmaco sperimentale contenente una molecola cannabinoide (che nulla ha a che vedere con la cannabis). Alcuni giornali italiani titolano, più o meno: “Incidente al test del farmaco di cannabis”.
Italia, passa il decreto sulle depenalizzazioni. Fra queste, quella per la violazione delle prescrizioni sulla coltivazione della cannabis a scopo terapeutico; in pratica l’illecito commesso da un ente comunque preposto alla coltivazione di cannabis terapeutica che, per colpa o per errore, produce quantità superiori al consentito, diventa amministrativo anziché penale. Alcuni giornali italiani titolano, più o meno: “La legalizzazione della marijuana approda in parlamento”.
Amici giornalisti, facciamo un ripassino, ok?
Questa è una canna. L’uso che ne viene fatto è, diciamo, ricreativo. Non si usa a fini terapeutici, nessun medico vi metterà mai in bocca un cannone facendovi l’occhiolino. Quello che viene usato in medicina è il THC, il principio attivo della cannabis; le quantità e le modalità d’assunzione possono variare, ma no, non vedrete circolare torce profumate in corsia.
Non è difficile, via. Se dopo un intervento non state urlando come una scimmia con un baobab nel culo, probabilmente è perché vi hanno somministrato del tramadolo. Che è un farmaco molto utilizzato dopo le operazioni chirurgiche per alleviare il dolore. Il tramadolo è a base di morfina, che come tutti sanno si estrae dall’oppio.
Morfina! Quella dell’eroina! Ma è terribile! Dovreste essere diventati dei drogati, no? In giro con un paio di cani a chiedere due spiccioli per un panino che poi invece lo sanno tutti che ci comprate LA DROGA.
E invece siete ancora qua a sfracellare i coglioni con cose che non solo non conoscete, ma che non vi sforzate neanche di capire, un po’ come quando discutete di quanto sono stronzi quelli di Charlie Hebdo, che voi avete detto subito che eravate Charlie e Charlie vi ha ripagato pubblicando vignette discutibili, che poi è quello che ha sempre fatto Charlie, e a ben vedere quella vignetta che vi ha fatto così schifo non prendeva neanche per il culo gli immigrati, prendeva per il culo voi, solo che non ve ne siete accorti perché – magia! – non siete Charlie manco per il cazzo.
Tornando a bomba: anche io, che sono una capra, so la differenza fra principio attivo e “cosa da cui ricavi il principio attivo”. Non solo: con lo stesso principio attivo ci fai diverse cose, con l’efedrina ci facevano tanto gli spray nasali che la metanfetamina, ma dubito che chiunque si sognerebbe mai di fare confusione fra le due. Insomma, lungi da me il voler accusare alcune testate giornalistiche di sensazionalismo, infilare la parola “cannabis” dove non serve solo per procacciarsi lettori facili sarebbe di fatto disinformazione, e non voglio neanche pensare a questa eventualità; potrebbe anche essere che ci siano giornalisti che ignorano completamente quello di cui scrivono, ma anche questa mi pare un’opzione desolante. Essendo io una persona fiduciosa e ottimista, però, scarterò anche questa spiegazione, e mi rifugerò in quella più rassicurante: fra pazienti e giornalisti, forse non sono i primi quelli che assumono più THC.
[M.V.]
«Non solo: con lo stesso principio attivo ci fai diverse cose, con l’efedrina ci facevano tanto gli spray nasali che la metanfetamina, ma dubito che chiunque si sognerebbe mai di fare confusione fra le due.»
Beh, in metà degli USA gli spray nasali ora li devi comprare con la prescrizione medica e compari nella lista degli indagati per spaccio e produzione di droga, con il rischio che il 20 di aprile tu possa essere scelto nella lotteria della SWAT per farti ribaltare casa con una perquisizione.
O ma va che te sei forte eh!?
Ma nessuno pensa a quel povero vecchietto di Giovanardi e ai suoi turbamenti?