Di padre Livio Fanzaga, amorevole pastore di Radio Maria, se n’era già parlato, seppur in un inciso, perché il buon padre Livio è talmente ingombrante, all’interno del palinsesto radiofonico, che è impossibile non notarlo. Un po’ come i tumori regalati da Radio Maria. O augurati agli atei dallo stesso Fanzaga.
L’ultima uscita di padre Livio è quella di gorgogliare come se avesse un orgasmo* mentre ridacchia pensando alla morte della Cirinnà. Eppure, se ci pensiamo, è solo una battuta un po’ rancorosa, tanto rancorosa quanto arguta è stata invece la replica della senatrice. Che forse non batterà l’avversario in livore, ma almeno lo sovrasta in ironia, come se questo bastasse a salvarla dalle fiamme del demonio.
Davvero, mettetevi un secondo dalla parte del sacerdote. Davvero possiamo pretendere ironia da uno che quando tenta di sorridere rischia di spezzarsi i denti digrignandoli? Non è colpa sua. Io non giudico padre Livio, anzi, lo rispetto e lo stimo.
Dunque non troverete qui un’invettiva pungente contro il presbitero radiofonico, ma una parola d’amore per una persona che – nonostante il conforto della fede e una levatura morale che fa impallidire quella di Kramer e Sprenger – si trova in una situazione di precarietà economica (tanto da essere costretto a chiedere ai vecchi ascoltatori di fare testamento in favore di Radio Maria, confermando di essere dunque una persona squisita che si cura degli anziani) e che, a dispetto dell’età, è ancora ben saldo nel ruolo di instancabile paladino della fede, difensore di una chiesa vessata da scienziati senza dio, finocchi e giornalisti atei (che gli causano brutti travasi di bile).
Proprio gli atei, chiusi nella loro gabbia di ristrettezza mentale, fanno notare al buon Fanzaga che ha ragione, la morte arriva per tutti, ma che dato che lui è un uomo di 75 anni e la Cirinnà è una donna di 52, se fanno a gara a chi arriva prima di là vince lui. Poveri stronzi, ovviamente c’è un vizio concettuale: la Cirinnà andrà all’inferno, mentre ad attendere Fanzaga non ci sono certo le fiamme della dannazione infinita, ma la beatitudine eterna del paradiso.
Io credo che padre Livio sia un sant’uomo, e che per questo non meriti di morire, ma di ascendere direttamente per sedere a fianco di dio: spero un giorno di vederlo salire attraversando l’aria e le nubi, trasportato da dio nell’alto dei cieli, salendo piano verso l’altissimo e la sua gloria eterna, trainato dalla forza di un divino catetere.
[B.K.]
* metaforicamente parlando; padre Livio è un prete, e i preti non hanno orgasmi, con qualche eccezione.
In una RadioMonteSerra qualsiasi, sarebbe stato licenziato in tronco