Che sfiga!

Arrestato un alto prelato per truffa.

Si tratta di Monsignor Benvenuti e di 30 milioni di euro, che è un po’ come arrestare il nipote di Don Vito Corleone per aver rubato un pacchetto di caramelle.

Davvero, davvero è possibile incriminare per truffa uno che fa parte di un’associazione che vendendo il nulla ha creato uno stato? Uno stato che producendo nulla riesce ad avere una propria economia così come un evidente peso politico?

Sì.

Monsignor Benvenuti ha pescato la zeppetta corta.

In verità c’è poco altro da aggiungere ad una vicenda come tante, in cui lo sfortunato ha avuto giusto la colpa di affermare che i soldi ricevuti sarebbero certamente stati usati per scopi determinati. Se si fosse tenuto un po’ più sul vago sarebbe stata una delle tante opere pie, e invece si tratta di una truffa.

Colpa anche nostra che non siamo riusciti a mettere su uno stato in grado di funzionare senza carità, elemento emblematico del fallimento organizzativo che ha creato terreno fertile per associazioni che su di esso hanno cresciuto la propria fortuna (e non comunque quella dei bisognosi).

L’unica nota positiva di questa storia è la conferma della sicurezza della mia exit strategy: se le cose mi dovessero andare veramente male potrei buttarmi sulla religione (basta cadere dalla parte giusta delle mura vaticane).

[D.C.]

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