Ogni volta che leggo una notizia che riguarda le elezioni amministrative romane controllo in automatico se non ho aperto per sbaglio Lercio o un altro sito di bufale; la situazione presenta vette di surrealismo tali che a confronto la nostra Gattini Marò per la Rete sembra una lista seria.
Proprio a proposito di marò, ha fatto sorridere l’uscita geniale di Storace, da poco candidatosi a Sindaco con Azione Nazionale
che evoca scenari esilaranti in cui il governo indiano, già impegnato a risolvere gli innumerevoli cazzi di oltre un miliardo e duecentomila indiani, si vede recapitare la minaccia da parte del Sindaco di Roma di chiudere (su quali basi è tutto da capire) una quarantina di ristoranti etnici e reagisce di conseguenza.
Venendo ai candidati che hanno qualche chance di vittoria, comunque, le cose non migliorano. Il PD come al solito utilizza le primarie per scegliere il candidato in grado di fornire il massimo livello di imbarazzo possibile: vince Giachetti, che al gazebo in cui ha votato prima dichiara “di aver votato l’orso”, ossa Gianfranco Mascia, protagonista di una campagna per le primarie che proprio non si capisce come mai non abbia vinto; e poi se ne va, sorridente, sulla sua motoretta, con in braccio la Iena Enrico Lucci che lo bracca come lo spettro innamorato di Shutter, dando vita a un teatrino che rincuora tutti coloro che temevano che ci fosse almeno un candidato serio.
La destra, fra mille ripensamenti e cambi di rotta, sembrerebbe voler candidare Bertolaso, l’unico uomo che usa Twitter peggio di Gasparri. Bertolaso è un vanto per l’Italia, tanto che la Crusca ha deciso di citarlo nel dizionario dei sinonimi, alla voce “affidabilità”. Lo trovate in basso, nella sezione “contrari”. La scelta è ricaduta su Bertolaso perché è considerato un candidato forte; è talmente apprezzato dalla coalizione che Matteo Salvini ha dichiarato che lui deve dire per forza di sostenerlo, ma che preferisce la candidata del Movimento 5 Stelle. Sembra una battuta, lo so, ma l’ha detto davvero.
Rimane per l’appunto l’aspirante Sindaco dei cinquestelle, Virginia Raggi. Ex elettrice PD, ex tirocinante da Previti, famosa per aver girato col telefonino dei video-denuncia a favore dell’onestà in macchina, mentre guida. Ma non ci si può lamentare, i grillini hanno chiaramente candidato il meglio che sono riusciti a trovare nelle loro fila; ricorderete le emozionanti comunarie cinquestelle, quelle lanciate dall’hashtag solo incidentalmente nostalgico #RomaAiRomani, in cui Virginia ha sconfitto con ampio margine gli altri candidati: Scamarcio, una fotocopia a colori di alcuni tweet della Lombardi e un sasso buffo.
A me le amministrative romane ricordano Crack!, il vecchio gioco da tavolo in cui, facendo il verso “al contrario” al più celebre Monopoly, si vinceva perdendo tutto. Mi sembra infatti che i vari schieramenti si affannino a mettere in campo gente imbarazzante che fa e dice qualsiasi cosa possa risultare fuori luogo, nel disperato tentativo di evitare di annoverare fra le proprie fila il malcapitato che riceverà la patata bollente “Campidoglio”.
Che poi insomma, non è tanto chi riceve la patata bollente, quanto di chi è il culo in cui essa viene normalmente occultata, e nel dirlo mi scuso con tutti i romani, a cui adesso staranno sicuramente fischiando le orecchie.
[M.V.]
Sembra davvero che i migliori caratteristi della nostra politica si siano dati appuntamento nell’Urbe. Forse è la pubblicità virale per i futuri spettacoli di una nuova compagnia di teatro comico.
E non ho volutamente citato la new entry, Adinolfi.
Anche se Starace – pardon, Storace – sarà difficile da battere, ora che ha deciso che Roma dichiarerà guerra alla Federazione Indiana… XD