Ero così contento. Non che Beppe Grillo sia nuovo a buffonate del genere, ma immaginarlo mentre distribuisce grilli essiccati dicendo “questo è il mio corpo” a un manipolo di sudditi indottrinati mi aveva fatto venire in mente almeno quindici modi per prendere per il culo lui e la sua claque di gente politicamente lobotomizzata. E invece no, tocca parlare d’altro, o meglio, tocca parlare di questo, ma da un punto di vista meno scontato e in cui, soprattutto, Grillo finisce per passare per quello che ha ragione.
Perché è indubbio che il teatrino messo in piedi da Beppe Grillo sia, al massimo, ridicolo. Che il Movimento 5 Stelle abbia molte delle caratteristiche della setta è cosa nota, ma non per la pantomima grottesca del politicomico genovese, che appare più una conferma della smisurata enormità dell’ego di Grillo che fa da contraltare all’anonimato intellettivo e intellettuale in cui versa la maggioranza dei suoi fedelissimi. Anzi, per dirla meglio: non è questa recita – funzionale al far parlare di sé e quindi perfettamente riuscita – a dare al Movimento 5 Stelle i tratti della setta: è il leaderismo esasperato, il pensiero uniforme, l’aggressività contro gli oppositori. Questa della “comunione”, invece, è solo una stronzata ai limiti dell’autoironico.
Ma la cosa appare, nel suo semplice ribadire concetti noti, assolutamente marginale rispetto alle reazioni degli oppositori dell’ortottero, in particolar modo di quelli che – ormai in modo platealmente fallimentare – pretenderebbero di collocarsi alla sua sinistra (che, diciamocelo, non sarebbe neanche una cosa difficile), ma che appaiono sempre più come un’orda di baciapile.
Dall’ala cattolica del PD, meglio nota ai più come “il PD”, le reazioni sono indignate: Lotti dice: “provo disgusto per la indecorosa sceneggiata di Grillo e dei parlamentari Cinque stelle. Da padre mi domando se sia giusto ironizzare su quello che per me è un sacramento”. Quindi il punto è lo scimmiottare la comunione? Ma dai. E poi, in che senso “da padre”? Che c’entra? Sono io o mi sembra che l’accusa allo spettacomizio di Grillo sia solo la scusa per sbandierare il concetto “sono un buon padre cattolico”? Ok, il leader cinquestelle sarà anche un buffone, ma sfruttare le sue baracconate per evidenziare le proprie qualità extra-politiche mi sembra una mossa altrettanto ridicola.
Per la Di Giorgi “quello che colpisce è mancato rispetto nei confronti di tutti i cattolici, al di là della polemica politica voler scherzare sulla comunione, irridendola addirittura con l’uso di insetti come ostie, mi sembra veramente mancare di rispetto a tanti italiani”, come se prendere in giro (o, più banalmente, “fare il verso a”, io questa satira anticristiana proprio non la vedo nel gesto di Grillo) fosse una cosa fuori dal mondo. Non riescono a dare diritti basilari a chi dovrebbe averli da anni, ma quando c’è da compattarsi sulle puttanate sembrano addestrati come navy seals. #jesuischarlie. #macolcazzo.
Anzaldi rincara: “La finta comunione grillina sarebbe derubricata a gesto di pessimo gusto se non fossimo in un tempo difficile per i cristiani. Che dice la Raggi che aspira a fare il sindaco nella città di San Pietro e del papa?” …eh? Aspetta, forse mi sono perso un pezzo, ma credo che la Raggi aspiri a fare il sindaco nella città dei romani, non “in quella del papa”. Devo intendere che la priorità del PD è “il papa”? Che la preoccupazione maggiore sia il fatto che è “un tempo difficile per i cristiani”? Queste sono parole che mi aspetterei da Adinolfi, o da Livio Fanzaga di Radio Maria, non da un esponente della forza poltica di maggioranza che vorrebbe essere di sinistra e che invece finisce immancabilmente per eliminare il “di” dalla preposizione precedente.
Tutto questo mentre il Consiglio d’Europa striglia pesantemente l’Italia per la difficoltà d’accesso all’interruzione di gravidanza e per i favoritismi verso i medici obiettori. Meno male che c’è il PD!
[M.V.]