Consigliere regionale campano favorisce appalti camorristici.
Una notizia più scontata del tre per due sulle mutande da Tezenis, una di quelle che ci fa scandalizzare solo per il “ma come cazzo ha fatto a farsi beccare?”.
Il ragazzo era uno importante, segretario regionale del PD e consulente a Roma per il governo, non poteva certo farsi guardare dietro dalla camorra. Una “solita storia italiana” che molti guardano ormai con la tenerezza degli occhi di una mamma che vede il figlio bucarsi, ma con siringhe pulite, perché è diventato un ometto.
Si tratta dell’ennesimo caso di fondo la cui utilità è solo quella di offrire una cornice alle scelte drammaticamente dannose di una dirigenza politica che si distingue ormai, da una parte all’altra, solo per la quantità di prostitute che pubblicizza. E non è certo per robetta così che comunque qualsiasi cuore con un minimo di dignità o dipendenza dalla cosa pubblica (leggi “non ricchi”) non può nemmeno pensare di votare PD. Così come gli anni di Silvio hanno spremuto la destra fino a lasciarla praticamente in mano all’ultimo imbecille che urla appresso ai poveracci (ehilà Matteo, come butta?).
Per questo la formazione di un partito di cani da guardia, piuttosto che di un partito vero, risulta ridondante e offensiva, quasi a rimarcare che noi non siamo capaci di renderci conto dello schifo che siamo. La formazione di un partito “chi non è con noi è contro di noi, e deve morire male”, di un partito per cui ora gli attivisti vanno a strappare ultraottantenni dalle loro copertine di flanella per votare cazzate a destra e a ultradestra (che la “manca” manca proprio), di un partito che vota compatto esattamente come Salvini, il che o rende Salvini incidentalmente onestissimo o i grillini boccalonamente di estrema destra.
In questo convenientissimo gioco continuano a esistere ladri e guardie, e sospetto che senza gli uni le altre non riceverebbero nemmeno un voto, e sospetto che chi di questo gioco vive non abbia interesse a farlo cessare, arrivando persino ad essere terrorizzato dall’idea di vincere qualche elezione.
Mi perdonerete quindi se non potrò sostenere né gli uni né gli altri, quando verrà il momento, perché adoro giocare, ma se deve essere sulla mia pelle, voglio qualcosa di più di divertente.
[D.C.]