Marònna mia

L’India chiede qualche garanzia per il rientro dell’uomo noto come l’altro marò.

Dimenticati (e ricordati solo) nel nome del meme diventato propaganda, i due marò stanno per riunirsi sul patrio suolo, con la promessa di parappappare il parapappero della Corte Suprema Indiana.

Mentre Fratelli d’Italia prepara lo scioglimento del partito per la “mission aziendale” portata a termine, l’interesse nazionale per i due assassini è pari a quello per tizio là, quello delle olimpiadi che vinceva medaglie centrando bersagli invece che indiani.

Per ora niente medaglie invece per Girone e La Torre (sì sì, sono i nomi veri) che non riescono nemmeno a farsi strada in TV o nelle discoteche del litorale romagnolo, rischiando un anonimato che potrebbe persino portarli a pagare per i propri crimini (ammesso che sparare a gli indiani venga considerato tale).

Con la colonna sonora del settimo cavalleggeri alternata alle note di Bonanza i due eroi nazionali, simbolo di valori italiani come libertà, approssimazione e menefreghismo, combatteranno ora questa guerra dalle rispettive abitazioni armati di pantofole, generali silenti di un esercito di tastiere fiammeggianti.

E noi siamo qui pronti a festeggiare con loro il giorno della liberazione, il giorno non lontano in cui non solo alcuni, ma tutta la popolazione non dovrà più preoccuparsi della dignità, liberi da qualsiasi scrupolo di sorta, dal dovere della conoscenza, dall’etica, dalla coerenza e dall’intelligenza come valore.

Avanti Gianni e Pinotto, siamo tutti con voi!

 

[D.C.]

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