*che in realtà sarebbe “l’uso delle immagini da parte degli inetti naif amatori grillini onesti”. Una dissertazione in larga parte derisoria di Marco Bertini
Nel modo in cui la redazione del Fatto sceglie a chi dare spazio, ci deve essere fortissima la volontà di raccattare chiunque la pensi come loro. Così facendo danno spesso la parola (e lo spazio) a dei Red Ronnie (preso come esempio di gente che non capisce un cazzo della questione ma ha grandissimo seguito popolare) che parlano ai loro fan. Oggi, 3 giugno 2016, per parlare delle elezioni comunali c’è il grande Celentano. L’incipit dell’opinionista molleggiato è già significativo: “Ciao, ragazzi!”. Veramente molto stiloso. Molto fuori dagli schemi. Molto giovane. Molto cinquestelle. Del resto per capire che si tratti di uno spot elettorale ci vogliono 2 millisecondi. Il titolo del pezzo è “Solo un’incognita ci può salvare”. Se uno volesse autoaccusarsi di malizia, e volesse accertarsi di quello che vuole dire Adriano, basta scorrere l’articolo fino a quando si scioglie la difficilissima equazione: “la Raggi è una incognita”. Era proprio uno spot, sì.
Ma quello che più interessa la mia mente contorta è l’uso delle immagini. Sulla prima pagina di un quotidiano di discreta diffusione sta in bella vista un accrocchio ultra-kitsch che dà noia allo stomaco. Talmente è disgustosa questa immagine, che la redazione stessa del Fatto ha tenuto a precisare in didascalia che si tratta di una immagine scelta da Adriano Celentano.
E che c’è in questa immagine? Dunque per un 40% il faccione del cantante, mentre scatta una bellissima foto con la sua Nikon. Che vuol dire? Che lui osserva? Che l’articolo è il suo “obiettivo sul mondo”?. Boh. Un altro buon 40 se non 50% dell’immagine è occupata da un’aula che potrebbe essere il Senato della Repubblica Italiana. C’è anche un appunto che indica un seggio. Probabilmente c’è scritto “puzza mafia caccapupù”. Cosa c’incastri con l’articolo non si sa, visto che si tratta di elezioni comunali. Vabbè, si parla comunque di politica. Nel cervello del fan di Celentano forse non si va troppo per il sottile. Infine c’è il contorno drammatico, un 20% di immagine dedicato ad una donna che non sta benissimo, forse aiutata da un omone alle sue spalle, o forse il problema è proprio lui. Comunque in primo piano sta una boa, un respingente marittimo, insomma qualcosa che fa pensare alla tragedia dei profughi.
Nel complesso, la sensazione nauseante che si ricava dall’immagine è: “c’è delle tragedie in giro, ragazzi! Votate ammodino, io secondo me, guardando dalla mia Nìcon voterei la Raggi.”
[M.B.]
Resta innegabile che il montaggio è la parte più riuscita dell’articolo.
Mi ha sempre incuriosito come all’interno dei 5stelle conviva beatamente gente da entrambi gli estremi, il che però diviene comprensibile se consideriamo che cariche opposte si attraggono, e si annullano.