È un po’ che non parlo a sproposito di disturbi psichiatrici. Oggi vi parlerò dell’Efferocinopeosi (da “ἐκφέρω”, divulgare, κύων, “cane” e πέος, “pene”), ossia del condividere a cazzo di cane.
Dopo aver appreso – non con un certo sgomento – che quasi il 50% degli italiani sono “analfabeti funzionali”, termine ormai peraltro abusato (anche da me), ho deciso di fare qualche ricerca sull’argomento, e ho scoperto che il 55% degli italiani non è in grado di verificare correttamente una fonte, che il 67% non ne sente il bisogno quando la notizia proviene da una fonte che crede affidabile (ma che è realmente affidabile solo nel 24% dei casi); che il 34% non ne sente il bisogno indipendentemente dalla fonte e spera semplicemente fortissimo di non aver detto una cazzata (ma, nel caso, si limita a commentare “vabbé, sarebbe bello se fosse vero” o “se fosse vero m’indignerei, ormai sono indignato, sticazzi”) e, soprattutto, che un testo contentente percentuali a caso sembra molto più autorevole di quello che è.
Adesso: una persona normale la finirebbe qui, fiera d’aver detto una puttanata (peraltro scopiazzata da un post di Davide Guadagni), io invece sono inutilmente curioso e mi sono interrogato a lungo sul fenomeno, giungendo a una risposta illuminata e illuminante che arriva dritta dal mio soffrire in modo irrimediabile dell’Effetto Dunning-Krueger, altro termine ormai peraltro abusato (anche da me).
Quella che dirò, dunque, è un’opinione strettamente personale che però verrà letta come se pensassi che è una verità assoluta da chi soffre di analfabetismo funzionale e bollata inevitabilmente come falsa da chi soffre dell’effetto Dunning-Krueger. Essendo vittima di entrambi, da un lato credo che questa che sto dicendo sia la verità assoluta, mentre dall’altro so che è falsa, o viceversa, almeno finché Schrödinger non aprirà la scatola. Questo mi serve solo per giustificare il fatto di mettere una foto di un gattino, che tira sempre.
Scusate, ho perso il filo. Cosa dicevo? Ah, sì. Qua ci starebbe un discorso serio su come sia effettivamente un problema che un organo d’informazione possa prendere una bufala per vera e pubblicarla come notizia, cosa che purtroppo è successa un sacco di volte e che ha come effetto una progressiva perdita di fiducia della popolazione nei confronti dei giornali; d’altra parte, se non posso fidarmi del fatto che gli organi d’informazione ci propongano solo informazioni vere, di chi posso fidarmi? Di nessuno. O, a questo punto, di tutti. Anche in questo caso bisogna aspettare l’apertura della scatola di Schrödinger. Perché se degli organi ufficiali d’informazione non ti puoi fidare, da qui a equiparare i giornali e “qualsiasi cosa scritta da qualche parte” il passo è breve, soprattutto se quel qualcosa è d’accordo con me. E così sommiamo analfabetismo funzionale o come cazzo vogliamo chiamare l’incapacità di comprendere il significato di un testo, il già citato effetto Dunning-Krueger e i bias di conferma. Aggiungiamoci l’oggettiva difficoltà di molti a stabilire nessi causali logici fra eventi e voilà, il gioco è fatto. Quale gioco? Non lo so, ve l’ho detto che avevo perso il filo.
Ma state tranquilli: abbiamo aperto la scatola, e il gatto sta bene.
[B.K.]