Ve lo immaginate un nostro articolo che, in un colpo solo, dà ragione contemporaneamente ai vegani e ai cinquestelle? Impossibile? E invece no: eventi anche estremamente improbabili possono diventare realtà, se ci si mettono di mezzo i nostri amatissimi giornali.
Cos’è successo? Semplice. Qualche giorno fa è stata ricoverata al Gaslini di Genova una bambina con un grave problema di malnutrizione, fra cui una preoccupante carenza di vitamina B12. I giornali sono partiti, di corsa, a scrivere che la colpa era della dieta vegan. “Bimba figlia di vegani ricoverata per denutrizione al Gaslini” (il Corriere), “Genova, bimba di due anni in rianimazione per la dieta vegana” (La Repubblica), “Genova, bimba di 2 anni in rianimazione per dieta vegana” (Il Fatto Quotidiano).
Peccato che sia venuto fuori, anche grazie al diretto interessamento del Senatore Lello Ciampolillo (M5S) che ha chiamato la struttura – nella persona del direttore sanitario – e ha scoperto che la bambina, il cui svezzamento era in corso, aveva sì dei problemi (peso nettamente inferiore alla media, scarsa reattività, rallentamento dei movimenti) ma che pare seguisse una dieta che includeva del formaggio. Quindi, chiaramente, non vegan. E pare anche che il padre non sia vegano, quindi anche la manfrina dei “genitori vegan” è una cazzata.
Ora, io non so cos’è successo. Magari la bambina era svezzata con una dieta vegana e, di fronte ai primi sintomi di malnutrizione, i genitori hanno provato a darle del parmigiano. Oppure la dieta non era neanche lontanamente vegana, ma semplicemente sbagliata di brutto. Il punto è che il problema non è “vegano o non vegano”: il nocciolo della questione è la pericolosità delle diete fai-da-te. Do it yourself funziona se vuol fare un disco punk, se invece usi la stessa formula per svezzare tuo figlio, qualcosa potrebbe andare storto. E, ripeto, non è questione di vegan o meno: per dirne una, anche se i casi sono in calo, in Italia quasi il 21% dei bambini alle elementari è in sovrappeso, e il 9,8% è addirittura obeso. Certo, per il sovrappeso o l’obesità, rispetto alla denutrizione, difficilmente si finisce in ospedale e difficilmente ci sono danni immediati e visibili da subito, ma la situazione di malnutrizione avrà conseguenze anche gravi negli anni successivi. In barba all’orgoglio curvy.
Capisco che Ciampolillo si sia affrettato a difendere i colleghi vegan, con tutto che formalmente aveva effettivamente ragione, ma forse più che “pensiamo a non infangare il buon nome dei vegani” (arte in cui purtroppo molti di loro eccellono senza bisogno di interventi esterni) sarebbe stato il caso di puntare il dito contro la malnutrizione infantile, di qualsiasi tipo.
Per capirci: il fatto che la bambina ricoverata al Gaslini non fosse vegana è solo un indice di quanto i giornali online tendano, spesso, a sparare cazzate per qualche click in più, non che la dieta vegana nell’infanzia sia scevra da rischi quando non seguita da un nutrizionista e “aiutata” dagli integratori, così come la dieta “onnivora”, che se fatta a cazzo di cane può causare danni. Il 25% dei bambini italiani non mangia frutta o verdura tutti i giorni, e anche questo è sbagliato.
È lo stesso discorso della medicina fai-da-te: s’inizia con l’antivaccinismo, si passa all’omeopatia e finisce che uno si sente male davvero; e a quel punto, se si rimane ancorati all’idea che tutto si può curare con una tisana al finocchio, si muore. E quando hai ammazzato tuo figlio, hai voglia a bere infusi di valeriana: sei distrutto e basta.
(O ci lucri su, se sei mormone. E poi vai in galera. Ma vabé.)
Curarsi e nutrirsi sono cose che, etica o non etica, vanno fatte ammodino. Altrimenti sono, semplicemente e brutalmente, cazzi profondissimamente amari. Questo è vero sempre, e lo è ancora di più se si parla di bambini: qualsiasi estrem(ism)o è dannoso, e ancor più lo è un estrem(ism)o alimentare messo in atto senza alcun controllo, senza la supervisione nutrizionisti (o medici, siano essi pediatri o dietologi, quando serve), indipendentemente dal nome che gli viene dato.
Insomma, qualcuno è onnivoro, qualcuno è vegano, qualcuno una testa di cazzo, e se appartenere al primo gruppo esclude l’appartenenza al secondo e viceversa, il terzo è aperto a tutti.
[M.V.]