Lo so, suonerò più che superbo, ma la mia posizione sul referendum costituzionale del prossimo autunno (quello su riforma del Senato, delle Province e altre due o tre cosette) nasce da una riflessione e da uno studio così approfondito che mi sembra addirittura al limite dell’assurdo doverla ribadire. Sono sicuro al 100% di avere ragione, non solo sulla riforma in sé, ma per la rilevanza politica che il referendum porta inevitabilmente con sé.
Perché, voglio dire, solo un cieco non si accorgerebbe del peso politico di questo referendum, soprattutto dopo che il Presidente del Consiglio aveva annunciato che, in caso di vittoria del No, mollerà tutto e tornerà a coltivare bistecche alla fiorentina nel suo ranch. Poi ha ritrattato, ma una crisi di Governo potrebbe esserci. Insomma, non si vota una riforma, si vota il futuro – non solo politico e istituzionale – della nazione.
Voglio dire, l’esito auspicabile del referendum ha così tanti punti a favore che, a costo di suonare arrogante, non riesco a non vedere imbecillità o malizia in chi la pensa diversamente.
Perché se uno la vede in altro modo i casi sono una manciata scarsa. Certo, magari uno è un analfabeta funzionale, incapace di comprendere il testo della legge e le sue implicazioni. Ci sta, voglio dire, quanti ce ne sono in Italia? Uno su due, in pratica. Eppure ancora non mi capacito che ci siano così tanti imbecilli che non hanno le idee chiare su quale sia la scelta giusta.
Oppure, caso due, si sostiene l’insostenibile per fascimo, perché se le cose non andassero come devono andare si tratterebbe di un vero e proprio stupro della democrazia ottenuto manipolando le menti influenzabili da una propaganda della peggior specie. Si sa, l’Italia è un paese di pecoroni, sempre pronti a chinare il capo e leccare il culo del capofila.
Eppure è così semplice: i più eminenti costituzionalisti e le menti più illuminate dello stivale hanno già esaminato la legge e sono giunti a conclusioni così ovvie che solo un mentecatto fascista impigrito e rincoglionito dal proprio ritardo mentale potrebbe avere ancora dubbi sul referendum che, cazzo, è chiaramente a senso unico: la scelta giusta è una sola, analizzare le sfumature e le implicazioni politiche e amministrative nel breve e nel lungo termine non ha proprio senso, in questo caso, tanto è chiaro il baratro in cui ci sprofonderebbe la vittoria del fronte del populismo rispetto agli anni luminosi che ci riserverebbe la vittoria del buonsenso, ma che dico buonsenso, dell’equità e della giustizia.
Nel segreto della cabina elettorale, la scelta razionale, la scelta giusta, la scelta sicuramente migliore, è una sola.
Ecco: visto che siete così convinti, ditemi pure qual è, perché io ci sto ancora uscendo scemo.
[M.V.]
E` chiaro. Bisogna votare si`, ma anche no.
No, bisogna votare che ti pare, ma responsabilmente 🙂
Logica ineccepibile