Ebbene sì, ancora tu, ancora Charlie, ancora veleno a caso sputato senza cercare di fare un passo in più, un ragionamento anche minimo, uno sforzo mentale microscopico. Avete solo confermato che della questione Je suis Charlie non avete capito una ceppa.
Il pomo della discordia è questa vignetta, in cui l’autore ironizza sul terremoto del Centro Italia, in modo sicuramente discutibile. Anzi, lasciatemelo dire, questa vignetta fa schifo. È brutta, non fa ridere, è offensiva. Come dovrebbe essere la satira, in effetti, perché di satira si tratta. E no, non esiste la satira buona, Crozza o Brignano non fanno satira (non fanno nemmeno ridere, ma quella è un’opinione mia, vero è che se vi fanno ridere questo blog non fa per voi).
Per carità, continua comunque a non far ridere.
Ed ecco il punto. Siete insorti a detestare Charlie Hebdo, a sbeffeggiare chi ne difendeva la redazione dopo che tre attentatori l’avevano decimata.
Voglio capire: state giustificando chi pensa che queste persone non abbiano diritto di esprimere la propria opinione, per quanto idiota? Quindi posso venire a casa vostra a chiudervi la bocca a pallettoni?
O siete finalmente in grado di fare quel famoso passo in più e capire che Essere Charlie non significa accettare passivamente e apprezzare tutte le loro opere ma semplicemente desiderare che abbiano la possibilità di realizzarle senza il timore di essere trucidati da degli idioti coi paraocchi che rispetto a voi hanno solo in più la facoltà di mettere in pratica l’odio che provano, invece di riversarlo su una tastiera?
Insomma, fateci sapere se dobbiamo preoccuparci anche noi, che ci organizziamo.
[E.P.]
Et voilà!
Per fortuna Charlie non ha bisogno del permesso né dell’apprezzamento di nessuno.
Non so, io non sono tanto convinto che questa in particolare, ma anche molte altre loro vignette, siano satira. La satira attacca i potenti, qui (e in molte altre) proprio non mi pare che sia così.
Detto questo, hanno tutto il diritto di scrivere, disegnare e pubblicare questa vignetta come tutte le altre. Inoltre si ha anche il diritto di criticarle, perché la libertà di espressione garantisce che il governo non possa arrestare e processare qualcuno per quello che dice (se non è diffamazione) e che nessuno verrà censurato per le sue opinioni. Non significa che tutti gli altri devono ascoltare quello che dice, oppure che non hanno il diritto di criticare.
Se qualcuno viene boicottato o se gli urlano addosso per quello che ha detto o scritto, non significa che la sua libertà di espressione è stata violata, significa solo che gli altri pensano che sia uno stronzo.
Più che altro criticare perché non si è capito che la vignetta non prende in giro le vittime del sisma, ma i politici italiani che ci mangiano su, rende noi dei cretini che si indignano senza capire, non loro degli insensibili cattivoni. Proviamo a dire che non capiamo il francese, forse ce la caviamo così.
Ah, la vignetta non mi piace comunque.
Alla fine l’hanno dovuta spiegare…
http://www.huffingtonpost.it/2016/09/02/francia-charlie-hebdo_n_11833824.html?ncid=fcbklnkithpmg00000001
Mettiamola così: se ti trovi a dover spiegare a tutti una battuta, forse la battuta non era un granché 🙂
(opinione mia, niente di più)
Che la battuta non fosse un granché, almeno a mio parere, è scritto più o meno ovunque nell’articolo. Ma non è quello il punto.
Blunzer, sulla battuta non lo so.
La battuta di CH era nell’ultima pagina (quella più “cattiva”) di un periodico francese fatto per francesi, mai condivisa su Facebook dalla rivista stessa.
Si è resa necessaria una spiegazione agli italiani perché banalmente la vignetta non era per noi, per capirla era necessaria una conoscenza media del francese (“penne” è un gioco di parole con “peine”, pena\dolore, “gratinée” si usa nel linguaggio colloquiale per parlare di edifici fatti col culo, etc) e la capacità di leggerne il sottotesto con un po’ meno emotività (emotività che, da parte degli italiani – colpiti direttamente dalla tragedia – è del tutto legittima).
Per farti un esempio, prendi questa vignetta di Vauro:
http://www.liberoquotidiano.it/resizer/480/-1/true/1469094288589.jpg–vauro__la_vignetta_ferocissima_su_merkel_ed_erdogan_.jpg?1469094295000
Posto che è più immediata di quella di CH (Vauro è molto, molto più didascalico), come pensi che reagirebbero i turchi e i tedeschi – soprattutto i sostenitori di Erdogan e della Merkel – se la vedessero, magari fuori contesto?
Se una cosa te la devono spiegare, i casi sono 3:
– È oggettivamente scritta male
– Sei scemo tu
– Sei il target sbagliato della vignetta
Nel caso della vignetta di CH innanzitutto bisogna dire che è il 3° caso per la maggioranza degli italiani, tutto il resto è in subordine (indipendentemente dal fatto che a uno la vignetta piaccia o no).
E comunque, fatta bene o fatta male, non è un valido motivo per dire “dopo questa vignetta avrei voglia di sparargli” come ha detto qualcuno.
Con un po’ di ritardo, chiedo scusa, sono d’accordo con quanto hai scritto: indiscutibilmente io e la maggior parte degli italiani non eravamo il target, indiscutibilmente mi/ci manca il contesto e la conoscenza linguistica e sono anche disposto a prendere in considerazione di essere scemo io, ci sta tutto.
Alla luce di tutte le varie letture che ho poi fatto in merito a questa vignetta, ammetto di aver avuto torto.
Continua a non piacermi come non mi sono piaciute tante altre vignette (e questo è il mio diritto ad avere un gusto personale in ciò che mi piace oppure no), però effettivamente ora ne comprendo meglio il messaggio.
Che non sia un valido motivo per aver voglia di sparargli invece siamo stati d’accordo fin dall’inizio.
Che non piaccia (anche dopo averla capita) ci sta. In redazione da noi non è piaciuta – comunque – a un buon 50% di Paperi 🙂
E’ una vignetta di MERDA (a me Charlie Hebdo mai ha fatto RIDERE), ma continuerò a difendere sempre il diritto di satira e la libertà d’espressione
E’ marketing. Se la spari grossa vendi tante copie. Non sono i soli a farlo, e nemmeno i peggiori.
Quando sostengono che le case crollate sono costruite dalla mafia, si rendono almeno conto del fatto che in molti dei paesini distrutti la casa più recente è stata ultimata prima che la mafia arrivasse sul suolo italiano? E’ così difficile far capire che stiamo guardando l’epilogo di una storia di povertà ed abbandono? Magari semplicemente non interessa.