E giù a cercare in rete le foto intime di Diletta Leotta.
E Tiziana Cantone? E la legge sul cyber bullismo? E l’opinione pubblica?
È semplice: chi era con l’opinione pubblica e con Libero quando gridava allo schifo e allo scandalo verso chi guardava i video di Tiziana (e non ora che pubblicizza le foto di Diletta), ora deve chiudere gli occhi, tapparsi le orecchie e fare pippa in un angolo, nella speranza che il responsabile del furto delle immagini private venga preso, arrestato e incarcerato per sei anni come indica la nuova legge.
I bravih che erano con me invece, forti della convinzione che non scandalizzarsi aiuti a non traumatizzare, possono andarsi a vedere le foto, farsi una risata e/o una sega e non rompere i coglioni a nessuno, soprattutto alla diretta interessata che potrebbe esserci rimasta comprensibilmente male, ma che continuerà la sua bella vita se evitiamo di farla sentire una merda per il semplice fatto di essere una persona che in privato sa come divertirsi, a differenza di…
Esatto! Gli ipocriti demmerda, che invece possono guardare le foto e urlare allo scandalo. Un po’ come quando la notte vanno a mignotte e il giorno votano a destra.
Da prima vittima di cyber bullismo (e non sto ad annoiarvi con la storia, ma siamo sulla linea del revenge porn senza porn) comprendo molto bene le pessime sensazioni di chi si ritrovi oggetto di infami ingiurie, accuse e falsità di varia natura, che per di più vanno a insinuarsi in ogni aspetto della propria vita. Ma ancor di più ho capito l’importanza non tanto di impedire al soggetto di turno di comportarsi male, quanto di vivere in un contesto che invece di scandalizzarsi, aumentando l’effetto avvilente, piazzasse lì un “e quindi?”. Le due parole più rilassanti che abbia potuto leggere in quel momento. Non una pacca sulla spalla della vittima, non una guerra mediatica, non una lotta giudiziaria, semplicemente un disarmante “‘sticazzi” gettato con disinvoltura in faccia all’aggressore.
Rese pubbliche le foto di Diletta Leotta? E ‘sti cazzi?
L’unico aspetto negativo di questo atteggiamento è che potrebbe portare “gli hacker” a ritenere via via il furto e la diffusione di immagini intime di celebrità un’attività sempre meno interessante, con il rischio che io non possa più, privatamente, goderne. Ma va be’, mi accontenterò della disinvoltura sessuale delle mie ammiratrici.
[D.C.]
P.S. Se davvero dovessi avere delle ammiratrici, non sentitevi in obbligo, ma sappiate che sarebbe vivamente apprezzato…
P.P.S. in copertina Nathaniel Hawthorne, autore de La lettera Scarlatta.
Bellissimo articolo ma il link alle foto non funziona. Cazzo stavo già coi pantaloni abbassati. Per farmi una risata, ovviamente.