L’obiezione di coscienza dei medici è una merda?

collodipapero

Versione breve: sì.

Versione lunga: sì, è una merda ed è anche un’anomalia pericolosa. Da che mondo è mondo, l’obiezione di coscienza consiste nel rifiutare di ottemperare a un dovere imposto dalla legge adducendo come motivazione il fatto che vada contro alle proprie convinzioni etiche, morali o religiose; in quasi tutti i casi e gli Stati, però, l’obiezione di coscienza implica che chi rifiuta di compiere il suo dovere debba in qualche modo compensare la sua scelta.

Per esempio, quando c’era il servizio militare, l’obiettore di coscienza era obbligato a fare il servizio civile, originariamente più lungo di quello militare; il servizio militare, inoltre, non era facoltativo, toccava a tutti i maschietti abili e in salute, non è che “sceglievi” di fare il militare e poi ti rifiutavi di sparare.

Per fare un paragone fra l’obiezione di coscienza “medica” e quella militare bisognerebbe tirare in ballo una situazione ipotetica che non ha senso: è come se, di fronte a una leva volontaria, una persona decidesse di arruolarsi nell’esercito ma poi, essendo cattolico convinto e pensando che ogni vita è sacra, si rifiutasse di partecipare alle missioni in cui si corre il rischio di ammazzare qualcuno.

soldatobrosio

Ma non è solo questo: se ci pensate, il servizio civile che veniva svolto in sostituzione di quello militare non toglieva nessun diritto di base ai cittadini, se non nel caso improbabile di una carenza di militari volontari (a cui però in caso di guerra sul territorio nazionale si sarebbe ovviamente posto rimedio con la leva forzata), ma anzi immetteva nuove forze in attività utili come la promozione culturale e, soprattutto, l’assistenza sociale.

L’obiezione di coscienza su interruzioni di gravidanza e affini, invece, sembra penalizzare solo chi non ne fa uso (e che si vede costretto a fare interruzioni di gravidanza a nastro e basta) e soprattutto chi deve usufruire del servizio, con un potenziale e pericolosissimo aumento di aborti clandestini. Dopo tutto, come fai a interrompere una gravidanza in una regione come il Molise, in cui i medici obiettori sono il 93%?

molise

È un caso particolare anche perché non riguarda un dovere di tutti, ma il dovere di una piccola percentuale di lavoratori, che oltretutto si sono scelti da soli quella carriera; ed è un caso molto peculiare anche perché rispetto a tutte le altre forme di obiezione (come quella dei Testimoni di Geova di non usufruire delle trasfusioni, per esempio) non è relativa a scelte personali, ma va a ledere i diritti di terzi. Un concetto effettivamente molto caro ai cattolici, ma che a livello sociale e legale fa schifo alla merda.

Nessuno ti porta in carcere se non fai ginecologia. Ci sono una cinquantina di specializzazioni in medicina, devi proprio andare a fare quella che contiene pratiche che stanno sul cazzo al tuo amico immaginario? Fai gastroenterologia, no? Maremma sbudiùlata, ma proprio non ci riuscite a non rompere il cazzo al prossimo?

È come se un operaio di un’azienda di servizi pubblici pretendesse tutti i sabato liberi, senza nessuna compensazione, perché è ebreo. La legge è chiara: può ottenere tutti i sabati liberi che vuole, perché la legge tutela il suo culto, ma a patto che la pratica sia compatibile con le mansioni e l’orario e che questo non comporti la mancata erogazione dei servizi. Altrimenti, semplicemente, dovrà fare un lavoro diverso. Non è difficile, eh.

(E anche come se un Sindaco non volesse celebrare le unioni civili, ma in quel caso è più semplice: non può.)

Ma tutto questo discorso è una cazzata se si smette di guardare il dito e si ricomincia a guardare alla luna: in Italia c’è una legge, la 194, che garantisce il diritto all’interruzione di gravidanza; l’obiezione di coscienza dei medici impedisce de facto l’accesso a questo diritto, costringendo le donne ad arrangiarsi con altri sistemi, spesso molto pericolosi. In alcuni casi siamo stati duramente ripresi dalla Comunita Europea – e grazie al cazzo! – perché l’elevato numero di medici obiettori di coscienza viola il diritto alla salute delle donne che intendono interrompere la gravidanza. Questa, senza se e senza ma, è una prevaricazione abominevole per cui una persona, in nome dell’omino invisibile che gli parla nel cervello, si rifiuta di fare il suo dovere di medico nuocendo all’altrui salute. In base a quale cazzo di morale deviata è preferibile spingere qualcuno ad abortire artigianalmente o a morire in corsia anziché interrompere la gravidanza, magari frutto di una violenza?

gesuabortivo
State scialli, nel caso. Ci pensa Gesù.

Non è neanche una questione di diritti: è una questione di empatia, di compassione, di umanità. Se il regno dei cieli è pieno di gente così, che calpesta la vita delle donne, che ha il chiodo fisso di rovinare l’esistenza degli omosessuali, che preferisce che in Africa ci siano più malati di AIDS che preservativi, che tollera un clero che scopa i bambini e si auto-tutela, beh, sono contento di non finirci, perché se anche esistesse un’eterna beatitudine, temo che sarebbe irrimediabilmente guastata da un persistente ed infinito tanfo di merda.

[M.V.]

11 risposte a "L’obiezione di coscienza dei medici è una merda?"

    1. Ci credo poco.
      Secondo me basterebbe rispettare le direttive europee: il Consiglio d’Europa ha stabilito che nel nostro Paese le pazienti continuano a incontrare notevoli difficoltà nell’accesso ai servizi, che l’Italia discrimina medici e personale sanitario che non hanno optato per l’obiezione di coscienza e che chi non “obietta” è vittima di “diversi tipi di svantaggi lavorativi diretti e indiretti”.
      Insomma: basterebbe regolamentare le cose in modo da garantire l’accesso al servizio, come succede per qualsiasi cazzo di tipo di obiezione di coscienza (che, a parte in questo caso, prevedono una compensazione di qualche tipo: trasferimenti, recupero con altre mansioni o ore addizionali di lavoro, minori benefit, etc).

  1. il ginecologo che fa l’obiettore di coscienza, non opera solo le donne che interrompono una gravidanza senza problemi di salute per se o per il suo bambino..ma più semplicemente perchè non vogliono avere un figlio. Oggigiorno ci sono modi semplici per non avere una gravidanza scomoda, io non giudico nessuno ma vi assicuro che molte delle donne che vogliono abortire non sono degne di essere chiamate donne…andate a vedere il 1° gennaio quante pillole del giorno dopo sono state vendute e quante date nei pronto soccorsi.. interrompere una gravidanza solo perché tu non sei stata attenta, per noi operatori non è facile da acettare. Quindi i ginecologi fanno interuzioni di gravidanze per complicazioni, anche solo psicologiche, della non futura madre.
    I ragazzi che facevano gli obiettori di coscienza non potvano poi iscriversi a concorsi di carabiniere, poliziotto..

    1. Ti svelo un segreto. Interrompere la gravidanza, per qualsiasi motivo (di salute, economico, sociale o familiare) è un diritto. Mi sembra che dopo la frase “non giudico nessuno” tu giudichi, e parecchio, condotte morali diverse dalla tua. Che però, converrai, non rappresentano in nessun modo cazzi tuoi, saranno cazzi di chi si comporta così. Se trovi insostenibile garantire un diritto a un’altra donna non so che dirti. Magari rifletterei un secondo prima di giudicare chi possa essere chiamata donna o meno, ma fai tu, credete nel libero arbitrio, no?

      1. non trovo insostenibile un diritto, e non giudico tutte le scelte…e non sono cazzi miei,..tutto vero. Quello che mi spiace è che ci siano donne poco informate e che decidano di abortire per una scelta non del tutto pensata. Comunque si parlava degli obiettori e quindi io sostenevo che questi lo sono solo con certi aborti..non con tutti.
        Comunque bello sentirsi fare la morale, si cresce.
        grazie

      2. Il punto, Stefania, è che nessuno ti fa la morale. Col tuo corpo fai quello che vuoi, nessuno deve poterti dire cosa farci (o “se hai il diritto di essere chiamata donna” o meno, o decidere in via pregiudiziale se una tua scelta l’hai pensata “del tutto”).
        Sarebbe carino se tu ricambiassi con le altre persone, così, per provare un’esperienza nuova.

    2. Mi sembra piuttosto ovvio che chi scegliesse di fare obiezione di coscienza poi non potesse accedere a carriere che implicassero la possibilita’ di uccidere qualcuno. Se non vuoi fare il militare perche`ripudi le armi, va da sè che anche il poliziotto e il carabiniere non siano professioni per te.
      Per quanto riguarda la pillola del giorno dopo poi, non si puo’ parlare di aborto perche’ si tratta di un farmaco che impedisce il rilascio dell’ovulo alle ovaie, ma non è in grado di evitare l’annidamento dell’ovulo fecondato nell’utero (lo dice l’OMS, non io).
      E non concordo nemmeno sul giudizio sulle donne che il primo gennaio si recano in un pronto soccorso per rimediare alla stupidita’ di una sera, perche’ trovo che anzi, sincerarsi di non incorrere in una gravidanza indesiderata sia l’unico comportamento responsabile in quell’occasione. Hai ragione, non si possono chiamare donne. Si devono chiamare donne INTELLIGENTI. Perche’ semplicemente assumendo una pillola che impedisce l’incontro tra spermatozoo e ovulo (non c’`proprio traccia di un nuovo individuo in fieri, quindi) evitano di dover affrontare un aborto, che non `MAI una passeggiata, salvo casi particolari, ma non stiamo parlando di soggetti sociopatici e affini.
      Che sia meglio pensarci prima siamo tutti d’accordo (e non solo per le gravidanze, ma anche per le malattie sessualmente trasmissibili) credo, ma non `questo il punto.
      Il punto e`che se la legge sancisce un diritto, questo non puo’e non deve essere calpestato in nome delle scelte morali personali di chi sarebbe chiamato a fare in modo che quello stesso diritto, fosse rispettato.

  2. Ti leggo raramente e non ti commento quasi mai perché non apprezzo il tuo turpiloquio.
    Questa volta però ti commento perché non sento l’obiezione di coscienza una “merda”. Non faccio più il medico da molto tempo, ma l’ho sempre fatto per lenire le sofferenze. Quando ho studiato medicina, l’ho fatto per aiutare il sofferente e fare in modo che potesse guarire se malato. La gravidanza non è una malattia, ma “deve” essere interrotta se causa pericolo di vita. Fui, come anestesista, obiettore di coscienza, e credo di aver collaborato a lenire molte sofferenza, di giorno e di notte.

    Il Servizio Militare non può essere messo sullo stesso livello dell’esercizio della Medicina. Capisco perfettamente il tuo punto di vista… se non ti è mai capitato di dover soffrire ogni volta che non sei riuscito a mantenere in vita chi era gravemente malato.

    Non si dimentichi che, in ultima analisi, praticare secondo legge un’interruzione di gravidanza significa procurare una malattia… e che ogni malattia può diventare grave.

    Buona serata.
    Quarc

    1. Punto di vista interessante.
      Non vorrei che sembrasse però che il “nocciolo” dell’articolo fosse un attacco indiscriminato all’obiezione di coscienza.
      Il problema è un altro, ossia:
      – la legge garantisce un diritto ai cittadini
      – quella stessa legge concede la possibilità di evitare un obbligo a una fetta dei professionisti coinvolti senza conseguenze, anzi, fornendo di fatto più tempo per altre attività
      – ad avvalersi di questa opzione è una maggioranza schiacciante di professionisti, anche perché l’opzione è solo vantaggiosa
      – chi dovrebbe beneficiare della legge non riesce ad accedere al servizio

      Per come la vedo io, il diritto del medico di essere obiettore (parlo solo di dipendenti pubblici, ovviamente), viene dopo il diritto che spetta a ogni cittadino di fruire di un servizio.
      Con questo non voglio sminuire l’importanza dell’etica personale del medico, ma mentre lui ha alternative (lavorare nel privato, per esempio), il cittadino non ne ha: se una cosa non funziona, si attacca al cazzo. Ma una gravidanza indesiderata è qualcosa di molto pesante, anche senza tirare in ballo le gravidanze conseguenza di uno stupro; portarla avanti può voler dire rovinare la propria vita, quella del compagno e quella del bambino.
      E sul fatto che l’IVG sia un diritto, lo ribadisco, la legge si è già pronunciata.

      Quindi, posto che alla base ci dovrebbe essere un impulso da parte del Governo verso una sana e coerente educazione sessuale, i casi secondo me sono due:
      1) Gli ospedali abbassano il numero massimo di obiettori che possono prestare servizio, dando la precedenza ai non obiettori ove necessario, eventualmente tramite trasferimenti.
      2) Si mette una qualche compensazione per l’obiezione (come succede da che mondo e mondo per ogni obiezione di coscienza) in modo di renderla non dico svantaggiosa, ma almeno “non vantaggiosa”, diciamo “alla pari”.

      Altrimenti la situazione va a detrimento di una fetta amplissima di popolazione, il che mi pare davvero difficilmente difendibile.
      Non dico d’ignorare le richieste del personale sanitario, ma almeno che tutto non suoni come una presa in giro.

      PS: davvero praticare un’IVG equivale a provocare una malattia? mi suona davvero molto strano come concetto.

Rispondi

Effettua il login con uno di questi metodi per inviare il tuo commento:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.