Lo staff di Renzi decide: tutto tranne la foto con il disabile su Facebook.
E mentre tacete il populista che è in voi intento ad urlare “Quindi solo quelle in cui lui non appare!“, rimane facile capire la risposta pubblica del responsabile di questa erroneamente diffusa comunicazione: “se no ci criticano perché strumentalizziamo la disabilità”.
- Eppure i voti dei loro elettori li prendono!
Zitto.
Chiaramente non è mai un bene che le comunicazioni interne emergano all’esterno, come persino i trasparentissimi pentastellati hanno già imparato, eppure a questo giro scandalizzarsi sarebbe stata una cosa veramente faziosa.
- Come il presentatore renziano.
Piantala.
E infatti lo scandalo è sorto proprio dalle fazioni avverse, che non hanno potuto esimersi dallo strumentalizzare la mancata strumentalizzazione della disabilità.
- Oppure temevano di non poter più fare foto insieme a Renzi.
Ma fall… ah. Be’…
In effetti fine Salvini, che ha criticato con un sonoro quanto autoreferenziale “VERGOGNA!!11!!UNO!!”, le foto con i disabili le fa.
Il problema è che tutto questo scandalizzarsi senza conseguenze sta inflazionando il concetto e l’attività dello scandalizzarsi anche tra la gente comune.
Questo, combinato alla longevità da negro di film horror delle emozioni e delle gesta portate dai social, sui social, sta causando un ulteriore inaridimento della sensibilità rispetto al giusto, rispetto all’umano, ma anche rispetto all’utile.
Così si scandalizza e ci s’indigna, che si tratta ormai di sinonimi, giacché esprimere rabbia è gratis e fa sì che non ci si debba chiedere da dove tutta questa rabbia provenga. Dicevo, ci si scandalizza e ci s’indigna per una che fa la puttana, per chi la chiama puttana, per chi è andato a puttane e per chi non scopa. Con il risultato che domattina ci saranno uno sfruttatore, una puttana, un cliente e una folla di frustrati, proprio come ieri.
- Fottetevi.
…
Una risposta a "L’inflazione dello scandalo"