Duostatmometrìa.

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La duostatmometrìa (dal greco “σταθμός“, peso, “μέτρον”, misura, e “δύο“, due) è una patologia estremamente insidiosa che colpisce quasi tutta la popolazione – sebbene a livelli diversi – e impedisce alcune facoltà primarie, fra cui quella di valutare razionalmente fatti e soprattutto azioni secondo un metro di giudizio coerente. Oppure quella per cui uno del PD è scemo se al Referendum costituzionale vota come Verdini, Alfano e Confindustria ma non lo è se vota come Salvini, Berlusconi e Grillo (o viceversa), nel senso: “sei una merda se voti come quella gente là, ma io non sono una merda pur votando come questa gente qua”. Duostatmometrìa pura.

Ma non sono qui a (ri)parlare del Referendum. Sono qui per piangere l’infezione da parte del morbo di Laura Boldrini. Laura Boldrini, una donna che mi ha sempre stupito non solo per l’invidiabile curriculum, ma anche per forza e coerenza. Eppure, nel suo piccolo è finita nella morsa della duostatmometrìa. Ed ha anche contagiato molti dei propri follower.

Come tutti sanno, l’attuale Presidente della Camera è vittima, quotidianamente, di insulti e attacchi personali che spesso sfociano nella minaccia e negli auguri di morte, stupro e altre brutture animalesche e degradanti (soprattutto degradano chi le scrive al rango di subumano, ma questo ovviamente al subumano non interessa).

Recentemente, la Boldrini ha deciso, contestualmente all’avvio di un’azione legale e parlamentare, di pubblicare in chiaro i nomi di alcune delle persone che l’hanno offesa. Il che ricorda la mossa di Selvaggia Lucarelli nei confronti di uno dei bulli “da tastiera” coinvolto insieme ad altre centinaia di mentecatti simili nella triste vicenda di Tiziana Cantone.

Il problema è che – ovviamente – è partito il linciaggio mediatico dei responsabili. Il problema è che è stato avallato anche da chi, questi linciaggi, li ha sempre condannati, come se non fosse sbagliato l’atto in sé, ma fosse giusto di volta in volta a seconda del bersaglio, anzi, peggio: a seconda di chi compie l’atto. Lo fa la Lucarelli? È una merda irresponsabile. Lo fa la Boldrini? Brava! Questi stronzi vanno linciati. Duostatmometrìa pura.

La cosa triste è che Laura Boldrini stava già facendo tutto giusto. Aveva i mezzi per denunciare e l’ha fatto, ha i mezzi per proporre leggi sull’argomento e ha deciso di farlo. Ed è sacrosanto che lo faccia, perché certi attacchi sono intollerabili, incivili, bestiali. Non c’era bisogno, invece, di far partire la gogna mediatica: quella poteva andar bene dopo la condanna degli interessati, visto che la nostra costituzione (che molti, fra cui la Boldrini, stanno difendendo strenuamente in ambito referendario) dice chiaramente che l’imputato non è considerato colpevole sino alla condanna definitiva. Non mi pare si accenni a lapidazioni in pubblica piazza, sia essa reale o virtuale.

È sempre lo stesso discorso, se una cosa è sbagliata è sbagliata indipendentemente da chi la fa, sennò il paragone col razzismo salviniano (per cui devi essere punito non per cosa fai, ma per chi sei) viene in automatico.

Prevengo i difensori del Presidente della Camera (persona che, ripeto, normalmente apprezzo molto): c’è da fare un distinguo, perché la Boldrini ha additato gli effettivi responsabili del dolo (la Lucarelli aveva solo preso uno a caso fra molti “condivisori” anziché, boh, prendersela con chi aveva messo online il video all’origine) e soprattutto non ha invocato direttamente il linciaggio come invece aveva fatto la Selvaggia più seguita dagli italiani; è vero però che le conseguenze sono state simili e che, diciamocelo, erano più che prevedibili. Cosa autorizza altri utenti social a spalare merda su terzi? Chi ha dato loro questo diritto? Cosa succede se qualcuno dei coinvolti si vede la vita rovinata da un post? Questi linciaggi servono davvero a qualcosa? Sono più utili dell’applicazione della legge? Soprattutto: vogliamo davvero che il “popolo” si sostituisca alla legge? Pensiamoci bene, eh, perché un giorno è la Boldrini con i maschilisti, magari domani è Sibilia con la gente normale.

Quindi, attenti alla Duostatmometrìa. È una malattia subdola, spesso colpisce anche me e lo fa quando meno me lo aspetto. Non c’è vaccino, si può solo provare a prevenirne l’insorgere tramite l’assunzione di pillole di autocritica (magari mandate giù con un sorso di pensiero logico), stando bene attenti a non esporsi a spifferi ideologici: se in strada sentite aria di populismo, chiudete bene le finestre che c’è il rischio che si formino pessime correnti di pensiero.

[B.K.]

 

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