Maledetto 2016!

punkgiorno

I’ve no consideration, zero mutual respect, for billions who suffer from rational thought neglect. I don’t wanna waste a sentence, I don’t want a convert-sation: that’s gonna end in disdain, disbelief and aggravation.”
Nofx – Best God in Show

“Maledetto 2016!”, “Basta, 2016!”, “Nessun anno come il 2016, non vedo l’ora che finisca”, “2016 assassino!”.

Questo è quello che mi scorre sulla bacheca, ciclicamente, da diversi mesi e più intensamente mano a mano che l’anno volge al termine. È iniziato più o meno dalla morte di Gene Wilder, che ha affiancato quelle più recenti di Carrie Fisher e George Micheal e quelle più datate di David Bowie, Prince, Bud Spencer, Umberto Eco, Anna Marchesini e altri (non meno importanti, a seconda dei gusti). Ebbene, signori, avete avuto un’intuizione geniale, ma state solo grattando la superficie di qualcosa di più grande. Davvero.
Recentemente ho condotto un approfondito studio di una mezz’ora buona e ho scoperto una cosa incredibile. Vi ricordate il 2015? Sono morti altri importanti artisti e pensatori: su tutti Christopher Lee, B.B. King, Anita Ekberg, Wes Craven, Terry Pratchett, Leonard Nimoy e diversi altri scienziati e scrittori. E il 2014? Terribile. Abbiamo perso Joe Cocker, Robin Williams, Virna Lisi, Lauren Bacall, Gabriel Garcia Marquez e molti altri. Mi sembravano coincidenze inquietanti, così ho iniziato a scavare. Dapprima prendendo anni a caso, tipo il 2008, che mi ricordavo essere l’anno di morte di Heath Ledger. Ma mica solo il suo: sono morti nel 2008 anche Charlton Heston, David Foster Wallace, Paul Newman, Micheal Crichton, George Carlin. E sto omettendo personalità, politici e sportivi.

È terrificante. Non importa che anno prendiate, è sempre stata una specie di strage. Non che gli anni ’90 siano stati meglio. 1990: Roald Dahl, Ugo Tognazzi, Leonard Bernstein, Stevie Ray Vaughan, Greta Garbo, Keith Haring. 1991: Natalia Ginzburg, Yves Montand, Walter Chiari, Freddie Mercury, Miles David, Frank Capra e Renato Rascel. 1992: Franco Franchi, Augusto Daolio, Marlene Dietrich, Benny Hill, Isaac Asimov, senza contare Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. 1993: Frank Zappa, Brandon Lee, Rudolf Nureyev, Audrey Hepburn, Federico Fellini. Sempre citandone solo alcuni, sia chiaro, quelli che hanno colpito me.

Sembra incredibile come un lasso di tempo pari più o meno a quello impiegato dalla Terra per completare la sua orbita attorno al Sole, convenzionalmente chiamato “anno”, qualcosa privo di qualsiasi tipo di volontà o influsso sulla realtà possa essere la causa diretta – fino al punto di inviargli invettive, lamentele e preghiere su un social – di così tanto dolore.

Io, per esempio, sono diventato duemilatredicista. Nel 2013 è vero che ci hanno lasciati Margherita Hack, Nelson Mandela, Lou Reed e Franca Rame (e Jannacci e Califano e la Melato e altri), ma sono morti anche Andreotti, Priebke e la Thatcher. Non era andata malissimo. Quindi sono per un secondo avvento del 2013, che ammazzi qualche figlio di puttana e cancelli gli orrori di questo terribile 2016. Avevo pensato di diventare millenovecentoquarantacinquista, che in quell’anno se ne sono andati addirittura Himmler, Goebbels, Mussolini e Hitler, ma poi boh, già nel ’45 era morta un sacco di gente, ho preferito non rischiare, non sapendo se per qualche motivo nel pacchetto fossero compresi anche gli anni precedenti (“un po’ come se la morte di qualcuno fosse un mix di eventi casuali e conseguenze delle proprie e altrui azioni”, ho pensato, ma poi ho scacciato prontamente questo pensiero naif).

Qualche scettico dice che la causa di tutto questo è da ricercarsi da un lato nella maggior rapidità e risonanza che hanno i decessi grazie a internet e soprattutto grazie ai social network, dall’altro nell’aumento della popolazione e nell’avvento della TV, che affiancando il cinema e la musica ha portato a un boom artistico che reso famosa un sacco di gente in più rispetto agli anni precedenti. Altri, rispetto ad alcuni morti in età non avanzata, vedono una correlazione con gli abusi di alcool, droghe e farmaci da parte di molte star. Ma io, a questi iper-razionalisti pseudo-cicappiani, non ci credo. La colpa è del 2016, punto.

È così comodo pensare che il 31 notte sparirà tutto e inizierà un nuovo anno, un anno funestato da meno tragedie, un anno migliore.

Ci fa arrabbiare che sia morta così tanta gente di cui eravamo fan, che ci ha emozionati e fatti divertire, riflettere e sognare. Sono sicuro che un sacco di persone che se la prendono col 2016 non pensano davvero che l’anno in corso c’entri qualcosa, o che finendo l’anno cambieranno le cose: l’anno è solo il simbolo dietro lo sfogo, e la sua “responsabilità” è razionalmente e ovviamente rifiutata, al di là dello scherzo.

Solo, ecco, basta non insistere troppo, perché a me quando sento parlare di congiunzioni astrali, anni maledetti e accanimento del destino si accende in automatico una lucetta rossa in testa che sembra gridare “allarme, allarme”, come ogni volta che sento mettere in relazione due cose in modo assolutamente irrazionale. Perché è pieno di gente che non è superstiziosa ma poi si tocca le palle se passa un carro funebre. Che “nell’astrologia non ci credo ma ma l’oroscopo lo leggo perché sotto sotto ci spero mi diverte”. Quando sento queste cose mi viene sempre in mente un verso di Materialist dei Bad Religion, “The process of belief is an elixir when you’re weak: I must confess, at times I indulge it on the sneak, but generally my outlook’s not so bleak”.

È facile, rassicurante dare la colpa a qualcosa di “altro” dalla realtà, magari ammantando di malvagità chi vediamo come causa e dando eccessiva fiducia a chi dà speranza. Il 2016 cattivo e il 2017 che sarà migliore. Dio e il diavolo. Il sistema cattivo che frustra le nostre aspettative nonostante noi siamo geniali e le teorie complottiste che abbiamo elaborato che ci rendono speciali. Big Pharma che coi vaccini causa l’autismo e il santone che guarirà nostro figlio.

Non sono tutte cose sullo stesso piano, ma sono tutti ingranaggi dello stesso modo di pensare. Vanno bene le battute, vanno bene gli sfoghi, ma attenzione a lasciarsi cullare dal pensiero magico o da rassicuranti processi mentali assai più dolci della realtà, perché nel 2017, vi faccio un piccolo spoiler, sarà ancora la realtà a vincere.

[B.K.]

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