Esistono, su internet, alcune pagine che – per motivi di studio – contengono tutti i numeri esistenti in un certo intervallo, per esempio una pagina può contenere un elenco autogenerato di tutti i numeri da 1 a 9999999999, con evidenziati in grassetto tutti i numeri primi. Ce ne sono molte, la finalità di solito è vedere come si comportano i motori di ricerca di fronte a questi tipi di contenuto. Per pura coincidenza, spesso la lunghezza di questi numeri è identica alla lunghezza dei numeri di telefono italiani. Molte persone, cercando su google il proprio numero di telefono, arrivano su queste pagine e, evidentemente incapaci di capire di cosa si tratta, vanno in paranoia chiedendosi chi e come abbia pubblicato il loro numero, minacciano denunce inventandosi reati, vedono in questi siti la prova di un qualche complotto giudaico-massonico-rettiliano mondiale globale o, più semplicemente, insultano direttamente il webmaster che come si permette di scrivere il mio numero?
Migliaia di blogger, social media manager e pubblicitari lottano ogni giorno per creare contenuti che suscitino reazioni, interazioni, qualche commento interessante. Poi una pagina con numeri generati casualmente arriva a trentasette pagine di commenti.
È solo la punta dell’iceberg. Le discussioni sotto le principali notizie di cronaca o di politica sono permeate da gente ignorante così cattiva e brutale che a confronto il Franti di De Amicis è un orsetto del cuore. Forse è davvero tutto riconducibile all’ignoranza, forse invece ha ragione chi sostiene che stia banalmente aumentando il numero degli imbecilli.
Non lo so, ma intanto la pagina Facebook della polizia postale è un concentrato di disagio mentale tale da far sembrare il Manicomio di Arkham una casetta del Fantabosco. Io so solo che ultimamente ho il voltastomaco, e non solo su internet: la gente che vedete vomitare merda sui social è esattamente la stessa che c’è in strada, con la differenza che molti pensano che internet sia una zona franca, in cui non esiste il concetto di responsabilità.
Ma le persone sui social sono quelle che abbiamo intorno quotidianamente. Ci sono bufale considerate vere da una fetta di popolazione sorprendentemente alta. Nel periodo pre-referendum ho sentito dal vivo gente che sosteneva che finora abbiamo usato male la Costituzione, che in realtà prevederebbe l’elezione diretta del Presidente del Consiglio.
La situazione è disastrosa. Uscite dalla vostra cerchia di amici intimi e provate a chiedere se il microonde è cancerogeno. O se è vero che l’uomo usa solo il 10% del proprio cervello. O quanti soldi diamo agli immigrati e come. O se la “cura” Di Bella funzionava, ma è stata boicottata. Chiedete opinioni motivate su qualcosa e vedrete emergere prepotente il marciume che circola sui social e, spesso, anche su giornali e TV (così che, per esempio, ormai credono quasi tutti che la storia del blue monday sia vera).
“Ma perché dovrei farmi male verificando se la gente che ho intorno anche io è scema?”
Oh, è semplice. Perché almeno non m’incazzo da solo.
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“Tutto qui?”
Tutto qui, davvero. Non ho molto altro da dire. Io vedo solo un loop d’ignoranza e cattiveria che si auto-alimenta; una specie di còrea di Huntington sociale, una degenerazione costante e inarrestabile che, dai è dai, è un bel po’ che non fa più ridere neanche sforzandosi.
E se c’è una soluzione io non la vedo, per cui stavolta la conclusione ditemela voi.
Nel mentre vado a farmi un ripassino su gossip, sport e soprattutto sulle previsioni del tempo, che sennò non sopravvivo a un’altra chiacchiera da bar.
[M.V.]
Sono coinvolto (lasciamo stare i retroscena) in un gruppo whatsup le cui partecipanti si sono lanciate in una catena di consigli reciproci di farmaci omeopatici, tanto per dire.
Non sto parlando di branchi di pastori analfabeti, ma di donne giovani e di cultura media che sostanzialmente mi fanno sentire per esclusione parte di una elite intellettuale che non dovrebbe essere affatto una elite! (soprattutto se ci appartengo io, che sono un cazzaro).
Cosa è successo alle persone di cultura media? Dove sono finite tutte?
Secondo me il problema sta in due cose, principalmente: un sistema scolastico disastroso e mezzi d’informazione, diciamo, ehm, sotto standard.
Mettile insieme per più di vent’anni e voilà, ecco servite generazioni di gente, se non ignorante, almeno molto confusa.
Mi ha colpito un passaggio di Wittgenstein (cioè, Sofri: http://www.wittgenstein.it/2017/03/21/raiuno-perego-demagogia/) in cui si suggerisce che siamo tutti servizio pubblico per qualcun altro. Se è giusto responsabilizzare gli idioti che postano meme contro i vaccini allora a maggior ragione anche gli intellettuali sono responsabili. E non parlo di me, che parlo a scorregge, ma di quelli che avrebbero dovuto raccogliere le eredità di Calvino, Eco, Gramsci, e invece abbiamo un branco di radicalchicchizzati sperduti.
E comunque “molto confusa” è una espressione molto appropriata.
Avrei detto “invece abbiamo Selvaggia Lucarelli”, ma capisco il tuo voler evitare toni melodrammatici.