I professionisti vanno pagati.

La campagna contro i pagamenti in visibilità e i “ma questo lo fa anche mio cugino” continua senza sosta, dalla presa di coscienza del problema ad oggi infatti i tamburi del “sono un professionista voglio essere pagato” non hanno più cessato di battere. Io, in questa musica, mi sono permesso di infilarci un oracoleggiante forse.

Se è indiscutibile la natura umana (e ancor più italiana) del voler risparmiare, del volersela cavare con poco, è proprio perché questa si palesa con una incidenza statistica innegabile.
La continua lamentela, in particolare dei “professionisti” di mestieri creativi, apparirebbe perciò banale e senza particolare giustificazione. Ma in effetti al paragone con i professionisti di altri mestieri artigianali, questi vanno incontro a una serie di offerte ridicole, forme di pagamento che non sono affatto un pagamento e disdette delle commissioni che non hanno pari.
Ciò nonostante però tutta questa campagna, che ormai ha raggiunto l’indice di gradimento presentato nel video qui di seguito, non porterà grandi risultati.
Le persone o gli enti che hanno realmente bisogno di un servizio, e in particolare di un buon servizio, saranno sempre disposte a pagare (e spesso bene) per averlo con tanto di garanzie di qualità. Quelli che invece chiedono lavori gratis o quasi, ossia che non ne hanno effettivo bisogno, ne faranno semplicemente a meno come hanno fatto fin ora (o li otterranno comunque, come hanno fatto fin ora).
Se tanti, tantissimi, continuano a pensare di poter chiedere un lavoro gratis o a prezzi irrisori, è perché quello è il valore percepito. E questo può dipendere certo dall’ignoranza dei prezzi in generale (giustificata anche dal fatto che spesso non ci siano riferimenti di massima), ma anche dalla percezione come “superfluo” di quel lavoro, o dalla incredibile disponibilità di offerta del lavoro stesso. Intendiamoci, se ci stanno più photografi che rumeni fuori allo smorzo, non è assurdo dar per scontato di trovarne qualcuno che lavori per quattro baiocchi.
L’unico obiettivo che si può raggiungere con questo piagnisteo è ridurre il fastidio di ricevere troppe richieste infruttuose, ma non per questo tutte le altre si trasformeranno in ingaggi, semplicemente, al meglio, spariranno. E anche accertato questo, non credo che un professionista si metterebbe a pubblicare conversazioni private con clienti spiacevoli, sarebbe… come dire… poco professionale.
Potrebbe aver senso dirsi tra colleghi “non fate i crumiri” o “non lavorate gratis”, ma se quello è il loro valore è anche giusto che quello sia il loro prezzo.
Alla fine però, rimane il mercato con un po’ di richiesta e tantissima offerta, dove la prima qualità viene sempre piazzata mentre tutto il resto viene via solo talvolta e magari con poco. Un po’ come per qualsiasi altro lavoro (a meno che non scegliate di essere notai, o tassisti, o superman). Purtroppo la volontà di essere speciali non basta a renderci tali, se non come lo intenderebbe la mamma di Adinolfi.

Lamentarsi di questo è come lamentarsi di “non essere ritenuti speciali”, o semplicemente non essere ritenuti abbastanza buoni da venir pagati. Ecco, dico solo, può darsi che sia davvero così.
Cioè, se io non posso campare facendo il principe di professione, non posso prendermela con la società perché non mi riconosce come principe professionista, evidentemente non sono abbastanza buono da esserlo o la società non ha bisogno di un altro principe. Quindi se voglio sentirmi principe continuerò a farlo a mie spese, o a tempo perso, o insisterò, ma di certo non piagnucolerò con la società. E se vi sembra che il paragone non calzi perché fare il principe non è un vero mestiere, dovreste aver capito come si senta uno che chieda un disegno, un tatuaggio o una fotografia gratis.
Sono un professionista, forse voglio essere pagato.
Sono un professionista forse, voglio essere pagato.
[D.C.]
Basta rifiutare le offerte di lavoro gratis, perlomeno dopo i 25 anni. Occhio pero` ai veri tirocini, li’ c`e` un rapporto di formazione prezioso, riconosciuto dalle istituzioni. Riguardo al lavoro gratis, condivido una gustosa degnalazione di un amico. Neanche la fatica di una pernacchia si meritano: http://www.giornalistitalia.it/rcs-un-contratto-di-lavoro-al-lettore-piu-bravo/
Ciao, vi leggo sempre con piacere e non voglio entrare nel merito del post, pur trovandolo molto interessante. Quando prendete un’immagine dalla pagina, potete gentilmente creditare la fonte? (Sono l’admin di Ti pago in Visibilità, e come voi un minimo del mio tempo ce lo perdo)
Grazie!