Ode all’ignoranza.

ostruzioni

Ode all’ignoranza, ovvero di come non puoi più dire ignorante a chi lo è altrimenti è strage emotiva.

Riappropriamoci un attimo di quella cosa affascinante detta semantica.

 

Ignorante: “che non conosce una determinata materia, che è in tutto o in parte digiuno di un determinato complesso di nozioni”.

Questo “complesso” non è solo legato allo studio ma anche a una particolare elasticità mentale – genio o predisposizione – che un individuo può avere verso qualcosa e un altro no, anche a parità di QI. Qualcuno scoprirà la relatività, qualcuno calcolerà a vita 15 – 3 con le dita. Qualcuno ti toglierà un tumore dal cervello, qualcuno non ti saprà nemmeno applicare un cerotto perchè il sangue lo fa basculare e liquefare su se stesso. Il secondo è giocoforza idiota? No. Semplicemente togliere pezzi di calotta per operare un cervello magari non è la sua naturale predisposizione, quindi non ne sa nulla mentre il neurochirurgo di professione ne sa più o meno tutto.

Eppure.

Essere ignorante in qualcosa è ormai diventato un fatto mortalemente umiliante e se lo dici a qualcuno sei socialmente crudele, anche quando la linea di demarcazione apposta tra il padroneggiare un concetto e il non padroneggiarlo affatto è evidentissima.

Tutto questo, con un esempio molto spicciolo, è ciò che permetterebbe a un architetto di guardare un mio tentativo basico e sgraziato di proiezione ortogonale e dirmi “guarda amica, forse sta faccenda non è proprio cazzo tuo”. Avrebbe ragione. Non potrei nemmeno convincerlo del contrario perché non ho passione, pazienza, basi, ricordi scolastici sufficienti per giocare al suo gioco. Da ignorante trascenderei presto in imbecille totale se rispondessi alle ovvie critiche dell’architetto con una sonante arringa difensiva per descrivere il mio incidente di linee come valida progettazione.

Ecco. Rem tene verba sequentur dicevano.

Padroneggia il concetto poi magari puoi parlare, e comunque non è scritto nelle costellazioni che si debba farlo su ogni cristo di argomento.
Tutto questo un tempo era la normalità, prima che si salisse in massa sulle scialuppe per sbarcare in quel mondo della difficoltà detto Web.

Ora sul web – lo notate? – tutto è ormai ammorbato da una tossica permalosità annessa a un ‘politically correct’ portato al parossismo.

Risultato: un esercito di beoti che pur di non arrendersi all’umiltà ha sdoganato il concetto mortale che

“ognuno ha SEMPRE diritto di dire la sua
fino al tracollo delle palle emotive del

sono gli esperti che mentono a TUTTI! INFORMATEVI!”

Così facendo si è installato un ingombrante senso di colpa sociale, i veri esperti si sentono obbligati a giustificare il perché sanno quello che sanno, senza poter mai dire “tu sei ignorante, stai dicendo una cagata“.

SIA MAI.

È come se il dono della profilazione in ogni spazio social avesse installato scienza infusa, tanto non ti vedo, tanto dietro lo schermo puoi ingollarti tempo reale mille definizioni Wiki e fingerti espertone, con la pretesa subnormale che chi padroneggia davvero la materia non se ne accorga.

Fatal error.

Epic fail.
404 not found.

Il cervello, lo studio, la passione, il REM TENE: no carissimi, non si possono istallare per googolata affannosa, non su cose davvero serie. E non è un fatto classista o di titoli di studio. Anche l’ingegnere non può far scuola al panettiere sulle dosi di lievito e farina, perché non è una questione di “strati sociali” ma di competenze. Ti tira su un grattacielo ma fagli fare uno sfilatino e implode il forno.

I social. Questa metastasi ulteriore del cancro Web ha fatto in modo che si potesse parlare per diritto, democrazia, libertà e il tutto grazie alla schiera di Hipster, Blogger, Politicanti, Giornalettismi Indipendenti che hanno esacerbato i principi di correttezza, verità e libertà di opinione. Quindi non puoi proprio permetterti in questa vita di dare dell’ignorante e invitare qualcuno a tacere su un dato argomento. Oggi no. Sui social non pensarci proprio.

E non è tutto: se osi farlo – specialità sulla quale mi applico ancora con cura e dedizione – vieni tacciato di arroganza, cattiveria, snobismo.

Ho letto SISMOLOGI che devono giustificarsi su cose quali geofisica, epicentro, faglie.

Ho letto NUTRIZIONISTI e PEDIATRI giustificarsi con mamme lisergiche sul perché non puoi denutrire un neonato col vegan.

Ho letto PRIMARI dover giustificare perché possono dire con certezza come funziona una malattia o un vaccino. E come cazzo ti permetti dopo 25 anni di studio EEH?

La cosa esilarante è che l’ignorante può solo attaccare, ma non è in grado di controbattere davvero – non avendo quel “complesso di nozioni” – quindi a una certa se ne esce veloce-veloce con “TANTO È TUTTO UN COMPLOTTO DELLE CASTE! INFORMATEVI!”

Ah è così? Se sono TUTTI parte di una casta invasata allora perché vai in ospedale quando ti afferrano infarti e tumori? Curati con i misteri e gli inviati delle Iene se sei tanto più sapiente di un oncologo.

Obiezione che arriva puntuale dopo che affermi queste cose: “ma questa ci sta davvero dicendo che allora tutti i medici e titolati sono bravi e onesti?” No. ‘Sta stronza vi sta solo dicendo che non può essere vero nemmeno il contrario tutto d’un colpo, altrimenti saremmo morti tutti a tre anni al primo schianto in triciclo.

Va bene farsi domande e ragionare, ma c’è un limite alle discussioni fatte ad cazzum con tesi prese ad minchiam. E soprattutto il lato critico della massa social ha la stessa massa neuronale complessiva di un anfibio (pensiamo alla combo micidiale bicarbonato+limone+sale per curare improvvisamente qualunque cosa: cazzo siamo, tubature?).

Ma no. Non scherziamo.

Sui social, tutti Roberspierre.

Dietro lo schermo, capre da ricotta.

Direi anche basta. Non sentitevi, non sentiamoci in colpa nel dare dell’ignorante quando oggettivamente ne abbiamo davanti uno, perché non è un’offesa ma un dato di fatto, perché sono loro gli arroganti e devono iniziare a farci i conti, NON chi sa di cosa sta parlando, NON chi fino a ieri ci ha salvato il culo sintetizzando farmaci, NON chi ha dedicato anni di studio e sacrifici per imparare qualcosa di utile per tutti.

Perché sapete, concludo con una certezza assoluta: va bene tutto ma con questa cosa dell’Università della Strada ci avete sacralmente fracassato i coglioni.

Riprendiamoci la sacrosanta locuzione “SEI IGNORANTE, TACI”.

Sturate, gente, sturate imbecilli.

[M.C.]

6 risposte a "Ode all’ignoranza."

  1. Complimenti, hai avuto il coraggio di dire quello che in Italia non si puo’ dire: l’ignoranza e’ una colpa, non va scusata, non va coccolata e non va esaltata. Peccato che dopo decenni di apologia dell’ignoranza cio’ non ha alcun effetto. Ho scritto un articolo sullo stesso argomento sul mio blog, gradirei un commento da parte tua. Keep up the good work.

    http://wp.me/p8yrNO-1W

    1. Non è necessariamente una colpa ignorare qualcosa. L’odio assesta il suo batterio quando chi ignora trasfigura in imbecille provando a contrastare chi ne sa.

      Darò un’occhiata, intanto grazie per aver letto.

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