Io ci credo

Preoccupazione per la presa del fondamentalismo islamico: dall’evoluzionismo bandito dalle scuole turche all’uccisione del “Brad Pitt” iracheno, torturato e mutilato per essere apparso un po’ fri fri, Allah appare sempre più grande.

Questa cosa delle altre religioni, così cattive e severe, è in effetti qualcosa di preoccupante, una follia incontenibile di persone che interpretano in maniera violenta le parole di pace e unione che dio ha lasciato.

Rara immagine di Maometto che spiega la Torah a un giovane ariano.

Scherzo.

In realtà questi pazzi assassini sono gli unici con un minimo di coerenza rispetto al proprio credo, e se in Medio Oriente trovano una società più accogliente, non è che nel nuovo continente i fondamentalisti cattolici si trovino del tutto fuori luogo.

Cosa rende quindi il terreno fertile per l’espressione più veritiera, profonda e convinta delle varie religioni? E perché proprio i soldi?

Se qualcuno troverà il modo di lucrarci, troverà anche il modo di manipolare quelle menti “morbide” che già hanno dimostrato di essere disposte a credere alla qualunque.

Quindi forse ha ragione chi sostiene che la religione non sia un problema, come non lo sono le armi da fuoco. Gente caricata a pallettoni. E come per la diffusione alla massa delle armi da fuoco, l’ipotetico bene che ne deriva generalmente non pareggia minimamente l’evidente danno di cui è causa.

Con questo non voglio sostenere la messa al bando delle religioni, è pur sempre una libertà personale il cui divieto non porterebbe che scontento e forme clandestine di culto, ma nell’era della ragione, superato l’illuminismo di almeno 300 anni, Babbo Natale, Gesù, Maometto and Company andrebbero inquadrati pubblicamente per quello che sono: favolette (dis)educative per genitori troppo pigri o ignoranti per educare i propri figli attraverso la realtà. Questo piuttosto che l’attuale forma di sacro rispetto per qualcosa che sta ancorando l’umanità alla cieca ignoranza.

E a quanti sostengano che le religioni non sono tutte uguali, dico che potrebbero avere ragione, ad esempio le civiltà occidentali a base cristiana sembrano più sviluppate di quelle mediorientali musulmane. In effetti là dove la religione è più nominale che effettiva le cose vanno meglio. Provate ad andare da un italiano e dirgli “fai ‘sta cosa perché la dice dio” e non sentirete altro che l’eco di una risata; potete ottenere al massimo l’odio per il diverso, un applauso all’ultima uscita pubblicitaria del papa e l’otto per mille.
Sembra che sia meglio ma semplicemente, come al solito, meno religione c’è, meglio è; quindi il nostro “essere meglio” non deriva dall’essere cristiani, ma dall’esserlo il meno possibile.

Sarò stronzo?

La religione non è il male, è solo un sintomo. La cieca stupidità, l’ignoranza, la fede, lo sono; e il riconoscimento della religione come elemento positivo è il plauso a questi “valori”.

E mentre in favore di qualsiasi credenza si additano gli scienziati come pazzi sconsiderati che vogliono “giocare a fare dio”, senza rispetto per la vita, proprio in virtù di quel dio e di quelle credenze si giustificano i più inumani atti.
O meglio, ognuno ci giustifica quel che vuole, vista l’infinita possibilità di scelte offerte: dall’omicidio per i più banali motivi, al sostegno del più debole, alla violenza, al sacrificio di sé, dei propri figli e dei figli degli altri.
Ma di solito omicidio per banali motivi e violenza.

Comunque l’idea che sia naturale, giusto e condivisibile “credere”, è una “debolezza” sociale che ci espone a qualsiasi tipo di rigurgito idealista, dai religiosi ai complottisti, dai fascisti a gli antivaccinisti, e tutte quelle altre categorie che se leggessero una lista del genere riderebbero di tutti gli altri e s’incazzerebbero ritrovandosi tra loro.

Ovviamente c’è speranza, sulla sponda del capire, ma arrivarci è molto più faticoso che attraverso un battesimo e un paio d’ore di catechismo, e nessuno vuol faticare per scoprire che c’è sempre ancora da faticare. Quasi nessuno. Pochi. Forse abbastanza.

Ciao dio, un saluto da vaffanculo.

[D.C.]

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