Anna e i suoi fratelli sfigati

Gli ultras della lazio usano un’immagine di Anna Frank per offendere i tifosi romanisti.

Magari non seguite il calcio, non seguite i telegiornali e non passate davanti ai bar, quindi effettivamente potreste rimanere colpiti dallo scoprire che gli ultras (in particolare quelli laziali) sono per lo più legati ad ideologie fasciste, in una sorta di ipotetica virilità nostalgica che dovrebbe portare ad erezioni a favore di gravità.

Questi individui, o masse se preferite, utilizzano quello che potremmo identificare come un modo di scherzare del tipo “in joke”, ossia caratteristico di quell’ambiente e quasi ad esso riservato, un po’ come quando i nerd fanno una battuta sulla mira degli stormtrooper.

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Chiaro che con questo non s’intende dire che non si tratti di immani teste di cazzo la cui utilità si limita al consumo di beni e alla riproduzione a scopo di bassa manovalanza, bensì che se proprio vogliamo offenderci per quel che dicono e che fanno, dovremmo essere più decisi, compatti e coerenti.

Perché come da tradizione, esclusa la creatività con cui hanno utilizzato un’informazione culturale in qualche modo trapelata tra le loro fila (chissà chi avrà parlato loro di Anna Frank e quanto ci avrà messo per farglielo capire), le offese spaziano su tutta la linea classica, quindi ebrei sì, ma anche puttane, rom, rumeni, froci, e negri (rendendo molto divertente il vederli esultare appresso a giocatori appartenenti ad una o più di queste categorie).

Quindi ora tutta ‘sta “sceneggiata” (lotito docet) per un’offesa in più pare effettivamente fuorviante, come a dire “finché erano ebrei generici da bruciare e schifare andava bene, ma Anna Frank no.”. E un po’ come per la legge sull’apologia di fascismo, fingiamo quotidianamente di non vedere partiti fascisti, gruppi fascisti, bandiere fasciste, dichiarazioni fasciste, comportamenti fascisti, per poi indignarci di fronte ad un’immagine un po’ più “buffa” delle altre.

È chiaro come questo atteggiamento crei confusione negli accusati:

“Scusate, ma sono anni che do del frocio negro ebreo di merda al tifoso avversario durante partite trasmesse in tutto il mondo, nello sport più seguito del paese, che ci fate pure giocare i vostri figli, e ora mi rompete il cazzo? Tra l’altro lo fanno tutti, se proprio vogliamo essere italiani onesti.”

In effetti educando con l’incoerenza non si possono che ottenere risultati inconsistenti.

Intendiamoci, sono un sostenitore della libertà di pensiero e di espressione, e se a uno gli stanno sul cazzo gli ebrei deve pur essere libero di dirlo come meglio crede, ovviamente senza scadere nel reato e nella limitazione delle libertà e della felicità del prossimo, starà poi alla civiltà della società che circonda quel individuo a riconoscerlo come maleducato, idiota o quant’altro, ovviamente senza scadere nel reato etc.

E se è evidente che molti genitori sono pessimi genitori, noi non facciamo nulla per essere migliori genitori di noi stessi e dei nostri concittadini, perché dove ha fallito un genitore di certo non ha avuto successo un insegnante, un carabiniere, un giudice, un politico, un presidente o anche solo un calciatore. Chi per interesse, chi per incapacità, chi per limiti più o meno propri, stiamo assecondando dei comportamenti per cui ogni tanto ci diciamo indignati più per bluff che per voglia di estirparli, tanto che sono convinto che se Lotito non avesse messo in pedi la “sceneggiata” della visita alla sinagoga alla fine non sarebbe cambiato nulla (tanto non credo che ci siano molti ebrei da coccolare in curva nord).

La risposta della rete, ci sono andati giù pesanti.

Siamo lontani dallo scegliere la nostra forma, per quanto mi riguarda in uno stato evoluto prima dell’odio di religione il problema da risolvere sarebbe stato la religione stessa, e ancora oggi vedo più offesa nelle concrete ingerenze ecclesiastiche che in mille immagini blasfeme, ma d’immagine viviamo, così Anna oggi è riuscita ad attirare un minimo d’attenzione sui suoi milioni di fratelli sfigati, ma non su tutti gli altri già e ancora oggetto di violenza.

Da ogni parte le parole, per quanto importanti, rimangono tali, e se domani “ebreo” non fosse più considerata un’offesa nessuno la utilizzerebbe più come tale. E se domani “reato” fosse davvero reato, chi esponesse come valore la repressione della libertà o della vita stessa altrui, lo farebbe solo dalle patrie carceri. Se domani l’indignazione fosse tale, domani questi individui si ritroverebbero da soli, contro lo stadio, contro i tifosi, contro le società, contro i giocatori, isolati nel proprio odio, nella propria ignoranza, nella propria inutile pochezza, sempre, ogni volta, non solo quando appare Anna. Perché tutti possiamo sbagliare, ma dobbiamo sapere che stiamo sbagliando, cosa difficile da capire attraverso gli applausi dei calciatori verso la curva.

 

[D.C.]

PS per chi se lo stia chiedendo la differenza fra libero pensiero e fascismo è che il primo è una fonte di idee mentre il secondo è un reato.

Una risposta a "Anna e i suoi fratelli sfigati"

  1. Da ateo neppure battezzato mi dà sempre un certo fastidio leggere cose come “prima dell’odio di religione il problema da risolvere sarebbe stato la religione stessa”.

    Vedo una quantità infinita di problemi in questa affermazione, da quelli di ordine pragmatico (levagli le religioni organizzate e vedrai che tanto la gente si organizza da sè in culti più nocivi che vanno da quello degli ipermercati e della plastica agli antivaxxer alle Bestie di Satana) a quelli di ordine filosofico (l’alternativa alla religione che sento proporre più spesso è la perfetta razionalità, e anche ammettendo con estrema presunzione che l’essere umano ne sia capace resta da dimostrare che sia il modo migliore di vivere la vita).

    Anzi: forse se ‘sti imbecilli andassero di più in chiesa alla domenica e meno allo stadio sarebbe meglio.

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