Il processo mediatico al pisello arzillo

punkgiorno

“That’s when things got out of control: she didn’t want to, he had his way… She said, “let’s go”;
He said, “no way! Come on babe, it’s your lucky day: shut your mouth, we’re gonna do it my way”
Sublime – Date Rape

Io non lo conosco, Fausto Brizzi. I miei gusti in fatto di film mi hanno ahimé tenuto lontano da capolavori di poesia e originalità come Notte prima degli esami, Maschi contro Femmine e Femmine contro Maschi. Non lo conosco, neanche umanamente: potrebbe essere il più illuminato dei filantropi o il più stronzo dei tarzanelli che l’evoluzione ha messo in terra, e io continuerei a ignorare del tutto chi cazzo sia.

È balzato agli onori delle cronache per un servizio de Le Iene (sì, quelle di Stamina, dei tumori curati col limone e con la dieta vegana, dei giapponesi pedofili e di una serie di altre imbarazzanti puttanate spacciate per servizi informativi). È balzato agli onori delle cronache perché nel servizio delle Iene veniva accusato da una decina di donne, molte delle quali anonime, di averle molestate. La sua difesa, minimale, ha ripreso pedissequamente la nota emanata dal suo avvocato: “mai e poi mai nella mia vita ho avuto rapporti non consenzienti o condivisi”. Evvabé, e che doveva dire.

Ora, a me il servizio delle Iene sembra molto, ma molto pericoloso. Perché un conto è il caso Weinstein, in cui ci sono decine di testimonianze, ci sono le sue “scuse” alle vittime – di fatto un’ammissione di colpevolezza – e c’è il fatto che l’avvocato di Weinstein abbia negato solo alcune delle accuse, implicitamente ammettendo le altre. Un conto è il caso di Louis CK, in cui si parla di molestie (peraltro di natura bizzarra, dev’essere strano sentirsi chiedere “posso prendermi in mano il cazzo” da un comico, che pensi che scherza, e invece col cazzo che scherza, ma letteralmente) emerse in seguito e nonostante una sorta di consenso delle vittime che, però, all’epoca erano evidentemente imbarazzate e shockate dal trovarsi davanti il pisello del comedian più bravo del mondo (dopo Doug Stanhope); molestie di cui il comico si è un po’ paraculamente scusato, il che di nuovo equivale a una sorta di confessione. Citando Guzzanti, “mi faccia due fatture separate”: sono casi in cui ci sono delle confessioni pubbliche, o delle denunce, per cui ci sono o ci saranno probabilmente dei processi – come già successo nel caso di Cosby – e in cui le vittime portano testimonianze e prove delle avvenute molestie. Nel caso di Brizzi, invece, l’accusa (e l’unanime condanna del pubblico) è arrivata in seguito a un servizio di un pessimo programma di infotainment.

Sia chiaro, non è che io voglia mettere in dubbio la parola delle accusatrici, soprattutto di quelle che ci hanno “messo la faccia”, per difendere uno che non conosco e che come regista mi fa anche cacare, ci mancherebbe: è chiaro che qualcosa probabilmente è successo, se così tante persone indicano un unico bersaglio. Né ovviamente intendo giustificare alcun tipo di violenza o molestia su chiunque: quello che mi preme sottolineare è il modus operandi delle Iene, che sbattono il presunto “mostro” in faccia a milioni di telespettatori, di fatto condannandolo a priori, prima che qualsiasi autorità giudiziaria accerti quello che è successo.

Non solo: paradossalmente, se da un lato si è già creato un colpevole in barba alla presunzione di innocenza (che decade solo in caso di confessione o flagranza di reato), dall’altro si potrebbe dare modo all’accusato di inquinare eventuali prove, visto che il servizio tv precede, anziché seguire, l’avvio di un eventuale procedimento penale.

La violenza o la molestia di tipo sessuale è un reato bastardo, non solo perché bisogna essere decisamente stronzi per compierla, ma anche perché se non viene denunciata tempestivamente c’è il rischio che le prove svaniscano in fretta, e non è detto che eventuali testimoni bastino (o, banalmente, ci siano, a meno che i voyeur non siano cresciuti enormemente di numero negli ultimi tempi). Il problema dall’altro lato è che è un’accusa “facile”: chiunque può accusare un’altra persona, se non di stupro, almeno di molestie, e se il processo avviene per via mediatica, prima di qualsiasi accertamento, è sostanzialmente una pistola carica puntata alla carriera di chiunque. In questo caso probabilmente l’accusa è fondata, ma non possiamo in realtà saperlo prima che si concludano le indagini. Indagini che, per quel che ne sappiamo, non sono neanche partite.

Ora, io sono uno di quelli che al concetto di “molestia” ha sempre guardato con sospetto, trovando molti casi di “molestia” borderline rispetto al normale flirt, nel senso che è molto facile per una delle persone coinvolte dire “sì” fino a un certo punto e virare sul “no” all’improvviso, per ragioni personali (sacrosante); in quel caso, a meno che il respinto non insista, non è una molestia: è un approccio che per qualche motivo è andato male e dovrebbe finire banalmente con l’interruzione dello stesso. Insomma, non ditemi che prima di un primo bacio bisogna chiedere il permesso, perché devastate millenni di romanticismo. Nota per i commenti, qui o su Facebook: il primo o la prima che dice “romanticismo patriarcale” lo bollo come ritardato senza passare dal via, ché un bacio improvviso è l’inizio di qualcosa di bello molto più spesso di quanto non sia una roba brutta. Sempre se lui\lei non bacia sbavando come una rana pescatrice, in quel caso fa schifo. Ma non è una molestia, se riuscite a sfilare la testa senza farvi male*.

Perché se lo stupro (così come l’abuso o la violenza sessuale) per quanto possa avvenire in modi diversi ha comunque caratteristiche precise e decisamente evidenti da riconoscere (ed esistono descrizioni delle varie situazioni atte a fugare eventuali dubbi), la molestia è un filo più soggettiva; per fortuna esistono diversi siti che forniscono linee guida utili per “uscire” da situazioni imbarazzanti (o percepite come tali, e nel dubbio è sempre meglio essere diretti con il proprio interlocutore). Io vi linko un decalogo molto chiaro, ma voi sentitevi liberi di aggiungere link a pagine utili nei commenti.

Quindi, che un servizio di un programma che non è neanche un TG faccia diventare un tizio un maniaco sessuale e un mostro perché avrebbe molestato delle donne (ma non si sa dove, come, quanto, quando, né gli è dato di difendersi in nessun modo) lo trovo estramamente grave.

Il problema non è in questo caso “se ha molestato o no”, che è affare degli inquirenti, o il disquisire amabile e bestiale su eventuali vantaggi ottenuti dalle donne “in cambio” della molestia: il problema che vedo io, sicuramente minore di una violenza in sé, ma potenzialmente molto pericoloso, è che un programma di infotainment si erga ampiamente al di sopra ciò che gli compete**, diventando divulgatore (anti)scientifico, moralizzatore non richiesto, feroce critico di culture estere spesso travisate, e da oggi anche pubblica accusa, giudice, giuria e carnefice di reati sessuali. Insomma, tipo il papa, ma più cattivo e senza cappelli buffi.

Insomma, io non lo conosco, Fausto Brizzi. Come regista, dicevo, mi fa discretamente aonco***, come si dice dalle mie parti. Non so se ha molestato quelle persone, non so quanto di vero ci sia nelle loro storie e so che se fosse tutto vero lo giudicherei una persona di merda.

La cosa che so è che dev’essere presunto innocente finché non sopraggiunge una condanna, preceduta da indagini, accertamenti e procedimenti legali. Vale per chiunque e vale anche per lui, e non può essere condannato da un programma tv, oltretutto famoso per fare sensazionalismo e per propagare bufale e cazzate senza il minimo scrupolo.

E ‘ste fottute Iene sarebbe pure l’ora che smetteste di guardarle, cazzo, che ormai l’andazzo s’è capito e i giorni in cui pizzicavano i papponi in flagranza di reato sono ben lontani, sepolti da troppe notizie artefatte, da un numero imbarazzante di “battaglie” basate su falsità e da un intollerabile sensazionalismo a tutti i costi. O, se preferite la versione sintetica, da una mastodontica montagna di merda

[B.K.]

* Lo so, quel che ci turba o ci sconvolge è soggettivo. Ma c’è un limite, perché è vero che una palpata non richiesta è fastidiosa e fa schifo e rabbia (sì, mi è successo), ma a meno di non avere una psicologia fragile o già devastata da altro non è una cosa che produce traumi irreparabili. Si manda affanculo, si esprime fermamente il proprio dissenso, se le cose si fanno pesanti si scappa, se reiterate si denuncia, ma stiamo attenti a non “indignarci”, “sconvolgerci” e gridare al mostro per ogni cacata, perché se da un lato va benissimo giudicare caso per caso, dall’altro se passa l’idea che tutti possiamo essere traumatizzati da tutto si rischia di dare ragione a chi vorrebbe condannare e censurare ogni cosa, compreso per esempio un bacio in strada di due amanti, rei magari di avere l’orientamento sessuale sbagliato.

** cioè, di fatto, un cazzo nulla a parte intrattenere il pubblico di pecore per cui è pensato, ma io considero le Iene braccine strappate all’eroina, quindi non vale, diciamo che sono “intrattenitori”.

*** dicesi onco o aonco il movimento peristaltico dello stomaco che spinge a vomitare, ma che non viene seguito da una vomitata vera e propria. Insomma, un “conato asciutto”, che è poi l’esatto opposto

11 risposte a "Il processo mediatico al pisello arzillo"

  1. Di mio, ho detto addio alle Iene da tempo, in modo ufficioso anni fa (tampinare pezzi di merda provocandoli me li fa sembrare vittime di bullismo e non mi piace empatizzare con la gentaglia, ché poi finisce che anche l’Abisso mi guarda dentro etc.) e in modo “ufficiale” con quel terrificante servizio sul Giappone, che mi ha riportato al lato imbecille della fine degli anni ’90 e se voglio vivere nel passato, me ne cerco uno più gradevole 😛
    Più passa il tempo, più Le Iene mi sembra la versione TV di Facebook…

  2. Condivido il tuo articolo, ma secondo me scendi un po’ a patti con quello che vuoi combattere. Ad esempio, il fatto che alcuni abbiano confessato non significa che sono colpevoli, ma semplicemente che, se tutti sono convinti che sono colpevoli, fanno miglior figura a chiedere ipocritamente scusa. E perché dire “non è che io voglia mettere in dubbio la parola delle accusatrici”? Presunzione d’innocenza significa proprio che ogni accusa debba essere dimostrata oltre ogni ragionevole dubbio. Un conto è ridicolizzare le accuse o sminuirle, un altro è prenderle sul serio considerando anche la possibilità che siano false o che solo alcune delle accuse contro una data persona siano vere mentre le altre sono dettate da opportunismo. Del resto, in un processo, non viene giudicata la persona, ma il fatto.

  3. Tutto vero. Tutto giusto. Dicevo le stesse cose a tavola ieri (tra sguardi perplessissimi).

    Il punto chiave, in realtà, è proprio che Le Iene sono un testimone attendibile quanto Barabba.
    E’ un miracolo che non siano stati condannati per favoreggiamento ai tempi del caso Stamina.

    1. no vabbè, qui si arriva addirittura a dire che, se confessano, può essere solo perché tutti li credono colpevoli.. tutto e il contrario di tutto, pur di non accettare la banalità del male.
      se dicessero le stesse cose su altri temi verrebbero chiamati “complottisti”.

      1. È sempre stato così! Chi studia il fenomeno lo sa. Ogni volta che esce una notizia di violenza su una ragazzina c’è la gara all’insulto, e tra l’altro, siti come questo sono i primi a denunciare il fenomeno…
        È normale che la società non accetti la realtà di fronte a questo tipo di crimini. Per questo, e per altre caratteristiche specifiche di questi reati, sarebbe bene imparare a non generalizzare, paragonare, interpretare, razionalizzare come ci viene naturale, ma mettersi a studiare come funzionano queste cose, da dove derivano e come possiamo cambiarle.
        Non si può tornare indietro, si può cambiare direzione.

  4. Una palpata qui, una palpata lì… oh, prima dei 18 anni sei già stata *non traumatizzata/o a vita* da 2, 5, 10 perfetti sconosciuti.

  5. Last, but not least, “il reato di violenza sessuale è perseguibile soltanto su denuncia della presunta vittima ed entro sei mesi dal fatto”.

    Vorrei che tutti teneste ben presenti anche le enormi differenze tra sistema giuridico americano e italiano.
    In USA dichiarare il falso è considerato gravissimo, da noi è considerato normale.
    In USA le leggi contro violenze e abusi sono molto più severe.
    Non sono cose di contorno.

Rispondi

Effettua il login con uno di questi metodi per inviare il tuo commento:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.