Articolista denigra i gusti sessuali degli utenti di Porn Hub.
Il fatto che una redazione inviti a scrivere un articolo sul porno una persona che non sia in grado di capire il senso della ricerca “porn for women” o del “pissing”, la dice lunga sulla libertà d’espressione e dei suoi piccoli abusi (di cui siamo coerenti alfieri), ma più che altro la dice lunga sulla qualità della comprensione e della tolleranza nella società contemporanea, che soffre di un dualismo deciso tra il progressismo libertino di fatto e il perbenismo bigotto di propaganda.
Ma più prosaicamente ci stiamo ancora struggendo nella difficoltà di accettare il diverso, talvolta anche solo l’inconsueto, con la nostra pigra testolina di cazzo.
E non importa di quale differenza si parli, dalla carbonara con la cipolla allo sbattersi grassi trans di colore, dall’albino all’ateo, dai sandali col calzino ai Playmobil meglio dei LEGO. Qualunque sia la devianza dalla norma, ci pizzica il naso e alla meglio glissiamo come con un marocchino al semaforo.
Tale atteggiamento è talmente istintivo e comune che a volte devo ripercorrere da capo la sua natura. Ad esempio, ora che ci avviciniamo alle nuove elezioni, devo rivalutare l’importanza di questo istinto per capire quale programma politico possa aiutarmi a sostenere un futuro più sereno. Prendiamo il caso dell’utilizzo delle tasse: voglio davvero pagare tasse che verranno utilizzate per sovvenzionare gente dalle capacità limitate, che non è in grado di partecipare completamente alla società che le supporta, gente che si presenta con più bisogni che doti, gente che poi magari vuole insinuarsi nelle abitudini dei cittadini, costringendoli a cambiare la propria quotidianità in favore delle loro esigenze?
In somma, questi cominciano ad essere pure parecchi. Una volta non era così, una volta venivano “eliminati” rapidamente, questi soggetti. Allora forse hanno ragione quelli che predicano il mantra del “a casa loro”, forse le statistiche europee che contano in questa gente una persona su sei nel continente sono un allarme concreto, forse dovremmo davvero smetterla di sostenere economicamente, con i nostri soldi, i disabili.
Diversamente abili, scusate, dimentico sempre di esprimermi in maniera politicamente corretta quando esterno la mia xenfobia.
Comunque spero di aver passato chiaramente il concetto: che siano diversamente abili, diversamente cittadini italiani, diversamente abbienti, diversamente occupati, sostanzialmente, non ne vogliamo sapere un cazzo, non li vogliamo proprio vedere, non ne vogliamo.
Per questo vengono proposte, attualmente, un paio di soluzioni: eliminare i bisognosi cercando di scaricarli altrove, o sovvenzionarne la mimetizzazione. Certo, direte voi, potremmo anche affrontare la questione e cercare di creare un ambiente in grado di rendere autonomi, produttivi e felici tutti gli individui, ma è oggettivamente una sbatta senza garanzie, né tanto meno ci sono partiti che propongano quest’alternativa. Quindi atteniamoci alle possibilità concrete: punto uno, sperare di non ricadere mai in una di quelle categorie, punto due, scegliere tra gli stronzi che se ne fottono e i diversamente stronzi che si sentono in dovere di metterci una pezza, giusto una cosetta per non trovarseli sotto casa eh, nulla di che, ma comunque una roba che non sia “si fottano”.
Chiaramente se puntate tutto sul fattore fortuna e avete la possibilità di vivere distanti da povertà e bisogni speciali, se potete scrivere articoli su quanto non abbiano senso nemmeno quelli con gusti sessuali inconsueti*, allora va bene qualsiasi soluzione, anzi forse meglio quella in cui risparmiate le tasse sui disgraziati. Ma se siete abbastanza “normali”, forse siete anche abbastanza vicini alla miseria per capire che ignorarla non è poi così vantaggioso, e forse avete abbastanza testa per capire che piuttosto che alimentarla è meglio avere a che fare con qualche diversamente stronzo.
[D.C.]
* se stai scrivendo un articolo sulle ricerche più effettuate su Porn Hub forse ritenere quei gusti sessuali “inconsueti” è un limite del tutto personale. Magari decentrare il mondo dalla propria visione mentre si analizzano dati statistici renderebbe la propria opinione un pochino più sensata e meno xenofoba. Forse saresti un po’ meno stronzo e un po’ più diversamente stronzo, per dire.