Una donna muore investita da una vettura di Uber autopilotata mentre la gente del nostro secolo è preoccupata dallo sviluppo delle intelligenze artificiali per il futuro dell’umanità.
Sembrerebbe un problema di etica scientifica, ma potrebbe anche essere un problema di razzismo.
E se l’intelligenza artificiale fosse l’evoluzione dell’essere umano così come l’essere umano lo è stato delle scimmiette?
E se l’intelligenza artificiale ci trattasse come noi trattiamo le scimmiette?
Lo so cosa state pensando:
E avete ragione: non è detto che sarebbe peggio, conosco un sacco di scimmiette felici.
Come spesso accade però chi si preoccupa del “giocare a fare dio” si distrae dai più pragmatici e incalzanti problemi intrinsechi al tema stesso.
Che poi l’idea che uno che ci faceva da servo possa diventare più importante di noi è una cosa che ha sempre dato piuttosto fastidio.
E a buon ragione, ora perché magari ci sono i messicani, ma non è che possiamo trovare negri all’infinito. E se pure le macchine si pensa possano avere qualcosa a pretendere, sarà davvero la fine del benessere per come lo conosciamo.
Anche se probabilmente, se così dovesse essere, sarà la fine di molte cose e molto prima.
Probabilmente non sarà una cosa che vedremo con i nostri occhi, ma potremmo accettare l’idea che, per una volta, l’uomo sia in grado di essere non solo partecipe ma anche artefice della propria evoluzione, così come le masse si preparano ad una apparentemente inevitabile involuzione plausibilmente ciclica.
Genitori oltre la biologia e maestri oltre la conoscenza, altro che quel padre menefreghista con la barba bianca che sempre troppo tardi punisce i cattivi e premia i buoni.
E sebbene mi sorprenda la preoccupazione per il futuro da parte di gente che inquina come paesi interi, ne condivido l’interesse, ma con meno paura e più speranza, un po’ perché tanto non ci sarò, un po’ perché quale figlio è più desiderato di uno per cui ci si è applicati per generazioni? Quale figlio è più amato di uno desiderato? E quale forza è più grande dell’amore per un figlio?
Esatto.
L’altro aspetto positivo è che, mentre come dice Giancane: “si riproduce maggiormente subumanità“, questi sarebbero figli di alcune delle migliori menti umane, non un vantaggio da niente, piuttosto che robot che sparano vaccini solo a chi vuole e che calpestano uomini per salvare canucci, perché gli animali sono meglio degli uomini. E poi non dovremo preoccuparci di inserire i robot in questa scala. Anche perché se dovessi dire chi sia meglio tra uomo, animale e robot…
[D.C.]
L’ha ribloggato su Alessandria today.
Beh, più che Giancane potevi citare Darwin. No, non quello, l’ALTRO Darwin :-D. No, intendevo l’ALTRO SCIENZIATO di nome Darwin!!