Dove andremo a finire?

 

Disclaimer: In questo post, dai toni vagamente aggressivi, me la prendo con gli attivisti delle forze politiche che attualmente dicono di avere il diritto inalienabile di governare il paese come pare a loro. Non voglio insultare gli elettori, ma chi sostiene attivamente le idee e le azioni portate avanti in questi giorni dall’alleanza legastellata, incarnata magistralmente da Matteo “Che Affoghino” Salvini e il suo compare, Luigi “Forse Volevi Dire Affogassero” Di Maio.

Saranno altri a fare fini analisi politiche di quello che sta succedendo in Italia, del rapporto fra il nostro paese e l’UE, della strategia birichina di Salvini e Di Maio per tornare subito al voto. C’è però una cosa che mi ha sempre fatto incazzare, ed è il doppio standard. Per chi non sapesse di cosa si tratta, è presto detto: il doppio standard consiste nell’applicazione di principi di giudizio diversi per situazioni simili, o nei confronti di persone diverse che si trovino nella stessa situazione. Non è una roba complicata: è quella cosa per cui se un maschietto tromba come un riccio è un ganzo, ma se lo fa una donzella, oplà, è una troia.

Chi usa questo tipo di pensiero è, bene che vada, una persona intellettualmente disonesta. Nel peggiore dei casi, invece, un piccolo arrivista combattuto fra irresponsabilità e mancanza di scrupoli. Ma andiamo con ordine.

La Costituzione Italiana ci dice che lo Stato italiano si avvale di una forma di governo parlamentare: la formazione del Governo dipende dal Parlamento che, una volta che questo verrà nominato dal Presidente della Repubblica (anche su indicazione delle forze vincitrici), dovrà sostenerlo nell’esercizio delle sue funzioni. Dopo che i cittadini hanno votato i partiti politici ed eletto i propri rappresentanti, i partiti si organizzano in gruppi e mettono in piedi una maggioranza, che può essere frutto di alleanze pre-elettorali come successive al voto. Questa cosa è assolutamente normale, ed è la stessa cazzo di identica cosa se lo fanno Renzi e Berlusconi, Di Maio e Salvini o chiunque altro. Puoi chiamare l’una inciucio e l’altra patto, ma si tratta sempre della stessa roba. Se credi davvero che siano diverse sei scemo, se invece sai benissimo che è la stessa zuppa con due nomi diversi, sei un furbetto di merda.

Ok, aspettate, faccio un respirone che m’è già partito l’embolo. Andiamo avanti.

Quando un Governo è espressione della maggioranza parlamentare e di un accordo “voluto” viene definito come Governo politico. Si parla cioè di Governo politico solo se il Presidente del Consiglio, il cui nome di solito è già stato reso noto (a volte addirittura prima delle elezioni) viene indicato da una maggioranza coesa e politicamente unita, espressione chiara della maggioranza parlamentare e senza accordi “forzati”. Sono stati Governi politici quelli di Prodi e Berlusconi, per dirne due famosi. Se il centrodestra avesse ottenuto più voti e la Lega fosse stata saldamente il primo partito, un Governo Salvini sarebbe stato un Governo politico.

Se invece il Presidente del Consiglio e la maggior parte dei Ministri vengono scelti in funzione delle loro competenze tecniche si parla di Governo tecnico, mentre se il Presidente del Consiglio viene scelto in funzione della sua indipendenza politica e del suo prestigio istituzionale, si parlerà di Governo istituzionale. Se i partiti chiedono al Presidente della Repubblica di scegliere autonomamente un primo ministro si parletà di Governo del Presidente. Se invece il Governo sarà il frutto di un accordo tra forze politiche storicamente antitetiche, si parlerà di Governo delle larghe intese. Enrico Letta, sostenuto dagli smacchiatori e dallo smacchiato in contemporanea, è l’esempio più lampante dell’ultimo caso. Ci sono sfumature (per esempio il Governo Monti era chiaramente tecnico a livello di esecutivo, ma Monti venne nominato direttamente da Napolitano, quindi era un po’ un mix fra “tecnico” e “del presidente”), ma la sostanza è questa.

Adesso, capiamoci: M5S e Lega sono politicamente vicini? Prima delle elezioni, a sentir loro, sembrava proprio di no, quindi se governassero insieme sarebbe un Governo delle larghe intese. No, non “del cambiamento”, che è una roba che non esiste e che puzza di stronzata populista più del milione di posti di lavoro di Silviuccio nostro, ma proprio “delle larghe intese”. Aprite le orecchie, amici legastellati: come quello di PD e Forza Italia. Se per esempio le due forze politiche fossero tutto sommato più simili di quello che hanno detto finora, rimanessero alleate in vista di successive elezioni, e le vincessero, allora formerebbero un Governo politico. Come fu, per esempio quello di Forza Italia, MSI-AN e Lega Nord del ’94.

Insomma, in culo ai teatrini imbastiti da Di Maio, Salvini e la loro combriccola di oligofrenici, non sta succedendo nulla che non sia già successo in passato. “Scende in campo l’Italia che lavora contro quella che chiacchiera. L’Italia che produce contro quella che spreca. L’Italia che risparmia contro quella che ruba. L’Italia della gente contro quella dei vecchi partiti”. Così si presentava Forza Italia nel ’94. A fianco dei fascisti e della destra xenofoba vinse le elezioni. Certo, adesso c’è la storia dell’onestà. Però anche lì c’è il doppio standard, sennò non si capisce come faccia il partito dell’onestà ad essere stato fondato da un pluripregiudicato (che, converrete con me, per definizione è il contrario di “onesto“).

Il veto del Presidente della Repubblica alla nomina di Savona, atto a evitare disastri economici che colpirebbero i risparmiatori (non so voi, io ho un mutuo e se a botte di spread uscissimo dall’euro le rate mi entrerebbero nel culo come un anal intruder di dimensioni sconfortanti) è perfettamente legittimo. Sapete qual è l’ultimo Presidente del Consiglio che si è visto rimbalzare un Ministro? Renzi. L’odiato Renzi. Renzi scelse Gratteri come Ministro della Giustizia, ma Gratteri era un pubblico ministero in servizio e Napolitano disse “no”. Renzi, come suo solito, fece il guappo pensando di spuntarla, e infatti il Ministro della Giustizia del suo Governo fu Grat- ah, no, Orlando. Ops. Però non ho sentito nessuno gridare al golpe: si cambia Ministro e fine della fiera. Minchia, mica ce ne sarà uno solo in grado di fare quel lavoro lì. Le bizze le fanno i bambini, e quella d’impuntarsi su un singolo nome minacciando di buttare tutto all’aria quello è: una bizza. Scegliete voi se è stata fatta per infantilismo o calcolo politico in vista delle prossime elezioni.

Insomma, amici legastellati, ma davvero pensate di arrivare con un ridicolo foglietto con su scritto “Contratto per il Cambiamento” e di cambiare il modo in cui funziona la Costituzione Più Bella Del Mondo™ (termine vostro, neh, almeno da un certo punto in poi, perché i leghisti, fino a qualche anno fa col tricolore volevano pulircisi il culo)?

Pensate davvero che dare nomi diversi alle stesse cose funzionerà all’infinito? Se Letta non era “eletto dal popolo”, nel senso che non era espressione di un Governo politico ma di larghe intese, come fa ad esserlo Conte, che non era in nessuna lista elettorale e dunque non ha preso neanche un cazzo di voto alle elezioni? Se il veto a Savona è un “colpo di Stato”, perché non lo è stato il veto a Gratteri, o quello a Previti, o quello a Maroni? Che cazzo proponete l’impeachment per Mattarella, che in Italia neanche esiste l’impeachment? Se volete davvero tirare in ballo articolo 90 della Costituzione significa una volta sola: che non l’avete mai letto o, quantomeno, capito, né avete idea di quando è stato tirato in ballo in passato e con quali risultati.

Ma dove cazzo siete stati finora? Cosa ne sapete di come funziona la nostra Repubblica, che ogni volta che aprite bocca dite una stronzata?

Pensate davvero che avere una maggioranza risicata, nata rocambolescamente dopo le elezioni e tenuta insieme con lo sputo vi permetta di ignorare il funzionamento della Repubblica, di scavalcare il Presidente della stessa e di fare le bizze se vi rimbalzano un Ministro? Ma vaffanculo, ci sono stati Governi che hanno avuto problemi ben maggiori con una maggioranza molto più solida, e voi sareste “espressione della volontà popolare”? Salvini, Di Maio, vi rubo uno slogan: ma andate a lavorare, che mi pare che nella vita sia una cosa che avete fatto pochino tutti e due.

Per esempio: come mai Conte, indipentente e fiero Presidente del Consiglio scelto dai compagni-camerati legastellati, di fronte al rifiuto di Mattarella, non è stato in grado di fornire un nome alternativo a Savona?

Come mai, nonostante nella storia della Repubblica ci siano moltissimi casi di Ministri “rifiutati” dal Presidente, questo in particolare rende la situazione insostenibile?

Vedere una politica che unisce così tanta ignoranza e incompetenza a una totale mancanza di scrupoli e responsabilità mi fa schifo al cazzo, è un modo di fare odioso e pericoloso, sembra quasi che l’alleanza lega-cinquestelle voglia rinchiudere un’Italia asmatica in una botte di merda.

Non so dove andremo a finire, ma temo tantissimo che nuove elezioni peggiorino solo le cose. Per questo, il mio appello a tutti gli elettori è uno solo: leggete la Costituzione, quella vera, che non è un qualcosa di astratto e malleabile messo lì per bellezza, ma – davvero – un esempio di rara lucidità politica, umanità e ragionevolezza. Studiatevi la storia politica del nostro paese e fatelo senza pregiudizi: vi hanno detto che era in bianco e nero, ma è sempre stata una sfumatura di mille colori. Nessuno ha sempre ragione, l’ultimo che diceva di avercela è finito appeso a testa in giù come gli oppositori che faceva trucidare. Non fatevi prendere per il culo dai populisti. Questo, solo questo sarebbe davvero il primo passo verso un cambiamento.

Buona settimana a tutti.

[Marco Valtriani]

5 risposte a "Dove andremo a finire?"

  1. D’accordo su tutto, eccetto sul fatto che un pluripregiudicato non possa essere onesto. Il concetto di pregiudicato attiene al diritto penale, quello di onesto all’etica. Grillo è stato condannato per omicidio colposo perché negli anni ’80 valutò male la sicurezza di una strada innevata e la sua macchina precipitò in un burrone assieme a dei suoi amici che erano con lui: questo non è l’atteggiamento di un disonesto, ma al limite di una persona che trentacinque anni fa si è comportata in modo avventato. È poi stato condannato per diffamazione, atteggiamento che al limite configura maleducazione e aggressività verbale, ma non disonestà. Forse l’aspetto della biografia di Grillo che più lo fa apparire disonesto è il fatto che ha usufruito del condono, ma questo non costituisce reato.
    Per inciso, considero Grillo un deficiente e il M5S una banda di scappati di casa ignoranti come una palata di merda. Però su questo singolo aspetto mi sembrava giusto difenderlo: un partito fondato da un tizio che ha fatto un’incidente e che ha usato parole forti, in astratto, potrebbe essere formato anche da persone competenti e adatte a governare.

    1. In linea di massima sono d’accordo.
      Nel senso: non è che un pregiudicato non può essere onesto, soprattutto se ha già pagato il suo debito con la giustizia.
      Il problema è principalmente di coerenza: Grillo ha infranto la legge anche mentre dettava la “linea dell’onestà”. La diffamazione non è solo maleducazione, maleducazione sono io che rutto in chiesa, se invece creo un danno a qualcuno dicendo il falso è un reato, ed è normale che sia così, e non è così diverso da “rubare”: creo un danno a qualcuno per mio tornaconto.
      Se per esempio voglio mettere in discussione l’ambiente scientifico e accademico perché in questo modo ottengo un vantaggio politico, e mi invento che la Montalcini è una “vecchia puttana” che ha barato per ottenere il Nobel, e oltretutto uso questo argomento per riempire palazzetti di paganti e vendere libri, non sono “maleducato”.
      Sono un disonesto che mente per il proprio tornaconto politico e economico. Non è un reato “da poco”.
      Non a caso, i sostenitori a cinquestelle perdonano qualsiasi puttanata ai propri beniamini, perché evidentemente nel loro concetto di “honestà” il mentire per affossare gli avversari non è percepito come “disonesto”.
      Per la legge (e per la morale di molte persone), però, non è così.
      “Onestà sì, ma su cosa mi pare a me” non è davvero onestà.
      My 2 cents.

      PS: Grillo ha un patteggiamento e QUATTRO condanne (più, mi pare, un altro processo in corso). Significa chiaramente che lui, quel reato lì, non lo percepisce come reato, non è minimamente pentito e anzi lo reitera ogni volta che pensa sia giusto. Onestà, onestà.

  2. Ti voglio bene e condivido tutto ma per le conoscenze che ho mi tocca farti la punta al cazzo e avvertirti che è inesatto che lo spread, (che riguarda i titoli di stato e il debito pubblico) faccia salire la rata del mutuo, (ancorata all’andamento dei tassi). Nel 2011, con uno spread al soffitto per via delle berlusco-tremontate, i mutui rimasero quelli che erano. Fu il debito pubblico a metter su ciccia che neanche il nipote a casa di nonna a Natale e il prezzo dei titoli di stato ad andare a ramengo.
    La rata del mutuo salirà piuttosto se il debito verrà rinominato in neolira o rubli dopo essere usciti dell’euro, perché pagheremo con una valuta svalutata un debito contratto in Euro. Esattamente come i mutui in ECU dei tardi anni ’90 per cui dovette intervenire lo Stato per salvare chi li pagava in lire deprezzate.
    Se per affetto e stima posso provare a darti un consiglio io editerei con “se a botte di spread uscissimo dall’euro la rata del mutuo etc.” Più che altro perché ‘sta cazzata la sta dicendo Renzi e non devi dargli soddisfazione, a prescindere.
    Per il resto, picchia duro, bro.

    1. Grazie mille della precisazione.
      Pensa te, mi hai convinto. Edito di volàta (come sempre quando arriva un commento puntuale ed educato che indica una frenàta fuori dal vaso).
      Continua a seguirci e grazie, bro!

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