Meritiamo di essere poveri?

I soldi non danno la felicità.

Come tutti sanno la felicità la si ottiene attraverso le cose che con i soldi si comprano. Quindi la felicità è data dalla combinazione di soldi e nostre priorità.

Per esempio una delle priorità che sta scalando le classifiche italiane è quella di possedere un’arma da fuoco. Con quella priorità e i soldi per comprarla…

Et voilà la felicità.

I soldi non danno la felicità perché siamo dei mentecatti.

Rimanendo in un luogo comune, possiamo vedere come il tempo sia denaro, o meglio, come il denaro compri tempo. Pago la signora delle pulizie così ho a disposizione quel tempo.

Per essere felice.

Per fare cose che mi rendono felice.

Et voilà.

In questo bel paese di gente che vuole togliere i vitalizi perché non è giusto guadagnare senza fare un cazzo, ma vuole il reddito di cittadinanza perché se sono io a non fare un cazzo tutto sommato non è così sbagliato, abbiamo abbastanza ricchezza da riuscire a trovare il tempo per dimostrare quanto cazzo siamo poveri.

Una popolazione creativa come il giallino sulle pareti di un palazzo, che investe il proprio patrimonio temporale in scommesse sull’infelicità altrui, che moralmente vive di rendita dei successi di alcuni singoli, e che si fa vanto del passato perché non ha futuro. Una popolazione che vota per metà contro i più ricchi e per metà contro i più poveri, convinti di stare nella metà giusta mentre spendono tutto in gioco d’azzardo, prostituzione e automobili.

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Una popolazione di poveracci che vorrebbero essere altro, purché non richieda impegno, e lì dove non arriva, prova ad affossare chi c’è arrivato. Così dagli ai “professoroni” che sanno meno di quello che leggo su internet, alle attrici famose che chissà a chi l’hanno data, e pure al giudice raccomandato e corrotto… Una popolazione che per la stessa mancanza d’impegno si vede minacciata da quelli partiti appena più dietro, così dagli pure all’immigrato che ruba il lavoro, al precario che punta al contratto, allo zingaro col mercedes, che si spende tutto in automobili…

C’è gente che si fa i cazzi propri, che studia, s’impegna, ragiona, che segue strade costruite senza sangue se non il proprio, che sfrutta gli insegnamenti del passato per offrirne di nuovi al futuro.

C’è gente così. Ricca. Spesso fuori e dentro, perché alla lunga la qualità paga.

C’è gente così, ma non è LA gente, sono poche persone che non meritano di stare in mezzo a noi, perché si tengono fuori da tutto ciò che invece sempre più fieramente siamo, un’élite nemmeno tanto organizzata che non si è guadagnata un posto in platea, tra noccioline e scorregge, tra “che cazzo ha detto” e “che cazzo guardi“, tra “l’aborto è omicidio” e “annegassero tutti, ‘sti negri di merda”.

No, non basta nascere senza una lira, la vera povertà va meritata, e noi ce la meritiamo tutta.

[D.C.]

 

2 risposte a "Meritiamo di essere poveri?"

  1. Trovo una manchevolezza non infierire nei confronti della sedicente psicologa che a >= 30 anni elenca come propri fari culturali uno psicologo vetusto e largamente screditato e, soprattutto, un autore di romanzetti pulp come Stephen King.

    Cresci, perdio.
    Sei adulta.
    Voti.
    Guidi la macchina.

    Sarebbe ora di prendere un po’ in mano un Montale, un Verga, un Hugo o almeno un romanzetto pulp non di Stephen King ma di Umberto Eco.

    Anzi, ho cambiato idea: non è una questione di “crescere” nel senso di leggere libri destinati agli adulti.
    Visto che palesemente alle elementari dormivi, a seconda di quanto ti piacciono i Mini Pony, scegli tra De Amicis e Collodi.
    Stucchevole il primo, grim e frostbitten il secondo, entrambi fungono da vaccino contro il vuoto assoluto di valori che ti affligge.

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