Si salvi chi può

Spari nel centro di Napoli, a Forcella ferita una donna affacciata ad un balcone.

E pensate, la donna ha precedenti penali, ma è solo una coincidenza; un po’ come se in una cucina si scottasse un cuoco.

Una mezza notizia a dire il vero, un e grazie al cazzo vecchio stile, ma che oggi, nell’epoca della pulizia et[n]ica per eliminare tutti questi [immigrati] criminali, e dell’honestà stile Falcone e Borsellino col berretto da Pierino, un caso del genere dovrebbe allertare un governo e una popolazione che hanno già messo da parte tante altre priorità (più o meno tutte quelle dichiarate, al momento).

Ma non è così.

Il governo è in costante campagna elettorale, e di napoletani che sparano a napoletani non frega sinceramente un cazzo a nessuno (persino io le sfogliatelle me le faccio portare, piuttosto che andare lì), e la popolazione ha problemi più seri da affrontare, come cercare di non far arricchire le case farmaceutiche attraverso i vaccini, sovvenzionare le case omeopatiche, decidere se la terra sia piatta, scegliere il colpevole dell’ennesimo disastro, lamentarsi delle tasse senza incolpare il governo che hanno votato, e così via.

Proprio oggi ho ascoltato per un’ora un collega inveire contro tutti questi stranieri che rubano il lavoro a gli italiani, e facendogli notare che la moglie peruviana lavora qui, mi sono preso un “e che centra?” sovraccaricato da un “allora invece fa bene l’amico tuo Renzi, vero?“.

Per la stessa persona il ponte Morandi è stato fatto brillare per mettere in difficoltà il governo, la Bibbia parla di alieni e il logo dell’ONU prova che la terra sia piatta.

C’è lui, e attorno una predominante maggioranza di persone che se così non sono è solo per pigrizia di dover sbilanciarsi a decidere, ma che senza indugio sono pronte a discutere di questi argomenti come dei novantenni discuterebbero su quale smartphone scegliere basandosi sulle proprie conoscenze tecniche. Talvolta ho l’impressione di vedere una sorta di storia post apocalittica in cui tutta la conoscenza è andata perduta e dove la realtà viene ridefinita in base ai tiramenti del momento.
Eppure ho l’impressione di aver già vissuto questa sensazione, quando da piccolo al prato qualcuno lanciava il pallone e gridava “vale tutto, portieri volanti!“.

Nei prati più civilizzati si aggiungeva “chi ci tira ci va“, in una forma di responsabilizzazione che oggi non ci sarebbe propria. Oggi qualcuno scaglierebbe il pallone oltre la strada, sotto un camion o sul balcone della vecchia che li buca, e urlerebbe “e allora il PD?“.

Da piccolo mi ripetevo che fortunatamente un giorno sarei entrato nel mondo adulto in cui queste cose non esistono, oggi spero solo di diventare abbastanza ricco da poterle ignorare.
Per ora, non abito a Forcella.

[D.C.]

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