Disagio e pregiudizio

Una detenuta “mamma che è sempre la mamma” getta i figlioletti dalle scale uccidendone uno e lasciando in fin di vita l’altro.

Nel carcere, durante un incontro familiare, l’avevano lasciata con il figlio neonato e con quello di due anni, senza eccessive precauzioni o preoccupazioni, o più precisamente proprio senza, nonostante la donna avesse già segnalato di soffrire di una qualche forma depressiva.

Ma a prescindere dalla conoscenza dello stato di salute della signora mamma, l’intero sistema carcerario coinvolto ha pregiudizievolmente ritenuto che fosse del tutto sicuro lasciare ad una criminale la temporanea custodia di due bambini. Apparentemente un gesto assurdo che anche nella vostra mente diventa accettabile nel momento in cui sottolineiamo che quei due bimbi sono i figli, e quale madre farebbe mai del male ai propri figli?

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Hi!

Risposta: una qualsiasi. Potrebbe essere una qualsiasi, non potete saperlo, ci sono più madri cattive, egoiste e prive di scrupoli di quanti dubbi potrete mai avere a riguardo.

E se dovessi essere io altrettanto pregiudizievole direi che per una criminale un po’ più d’attenzione l’avrei posta, offrendole due potenziali ostaggi indifesi.

È chiaro che abbiamo dei problemi, primo fra questi quello del non voler accettare di avere dei problemi.

Ostinarsi come stronzi a mantenere stereotipi e pregiudizi per solidificare una realtà di diarrea, è la soluzione più di merda che si possa immaginare.

D’altra parte non è una novità nemmeno la necessità di stabilità e certezze, ma potremmo cercare di essere noi più stabili e vivere nella certezza che il cambiamento ci accompagna sempre. Perché sinceramente ‘sta cosa che noi possiamo essere tutto quello che vogliamo, un po’ tutto e niente, faccio cose vedo gente, mentre tutto intorno deve restare uguale come il prato che qui una volta era tutto prato e la mamma che è sempre la mamma, è sinceramente un pensiero da disagiati.

Il cambiamento è vita, teste di cazzo, e il mondo è vivo, a prescindere da come lo vogliate, a prescindere da quanto vogliate sentirvi al sicuro, unici e speciali tra le colonne di una marmorea realtà.

Fanculo, ci sono negri razzisti, froci fascisti, mamme infanticide, e tutto quello che volete nascondere sotto il tappetino dello stereotipo, quello davanti l’uscio del vostro disagio.

Soprattutto se avete un ruolo, come il direttore di un penitenziario, o una guardia carceraria, o semplicemente volete partecipare a una fottuta società viva.

[D.C.]

 

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