Gli italiani snobbano i BTp Italia, negando la fiducia “di fatto” al governo.
Ultimamente si sente spesso dire di alcune esternazioni o interventi, intendendolo come forma di offesa o di indebita intromissione, che si sta “facendo politica”.
Lo dice un coglione del PD (sì, un altro) riguardo l’operato sociale di Burioni, lo dicono i tifosi cinquestelle delle parole del sole 24, e non è difficile sentirlo dire persino di politici stessi.
Manco la politica fosse il modo di gestire la cosa pubblica, di progredire e di non dare peso alle stronzate.
Buffo voler tacitare “interferenze” politiche di qualcuno mentre si è dato mandato al primo governo composto in gran parte da turisti della politica. Il primo parlamento a somigliare ad una giuria americana, “di tuoi pari”, proprio nel senso che ne sanno quanto te. Su interrogazioni con argomento a piacere, anche meno.
E invece l’aria che tira è questa, ormai nota, di confronti da stadio: improperi, aggressioni, piagnistei, offese e nonsense assoluto. Confronti indiretti in cui troppo spesso solo da una parte, nonostante la lotta nel fango, si nota un briciolo di dignità aggrapparsi alla vita con le unghie.
A parte il papa, il papa può sempre dire la sua senza grosse polemiche. Ma è comprensibile, in fondo è lui che possiede il nostro futuro. In cui per “il nostro futuro” si intende i nostri figli e per “possiede”… omissis.
Però ogni tanto, anche in una realtà così surreale volta alla distopia, accade qualcosa di vero, qualcosa che riporta tutti alla dimensione delle cose. Ogni tanto capita che pur volendo far finta di essere aquiloni, inciampiamo in un sasso. E allora hai voglia a dire che siamo aquiloni, i sassi fanno male, il terreno è duro, e chi già sapeva che si stava giocando non vorrà inciampare volontariamente nello stesso sasso, perché sono giocherelloni, mica coglioni.
Evidentemente quindi, tutto lo slancio infantile visto nell’ascesa del “nuovo” populismo, è davvero tale. E quando agli adulti è stato chiesto di partecipare al folle gioco non più con un click o con uno sberleffo, bensì con il sudore della propria fronte, con i propri risparmi, con la più tangibile forma di futuro per sé e per i propri figli, questi hanno risposto con un quieto chivvesencula.
Perché come accade per i vecchi con la tecnologia, che la schifano a parole e ne godono di fatto, anche i più accaniti conservatori sanno quanto vantaggio derivi dal progresso, volendo conservare spesso proprio i progressi già raggiunti, almeno personalmente.
Quindi oggi chiedere di mandare tutto a monte, ributtare i soldi in mezzo e vedere come va, è sintomo di uno scollamento dalla realtà che prima o poi chiederà il conto a diversi cavalieri dell’apocalisse dell’apertura di scatolette di tonno.
Sarà anche per questo che un Salvini qualsiasi se la caverà meglio di qualsiasi pentastellato, perché da bravo figlio di Berlusconi sa benissimo che puoi far credere quello che vuoi, finché non chiedi ai cittadini di tirare direttamente fuori i soldi dalle tasche. I negri spariscano e le donne figlino, ma i soldi del babbo rimangono dove sono.
Questa, ad oggi, l’unica differenza tra i vecchi politici e i nuovi, i vecchi possono essere stronzi, ma i nuovi sono dei perfetti coglioni.
Difficile fare bene, anche nei propri interessi, quando l’unica capacità richiesta era la voglia di aprire scatolette.
[D.C:.]