Space invaders

Virgin manda il primo bus turistico nello spazio, intanto il popolo italiano resiste alle nuove invasioni barbariche, per lo più imbarbarendosi preventivamente.

In una sorta di dicotomia distopica questi due avvenimenti, infatti apparentemente slegati, prendono corpo sullo stesso pianeta e nella stessa fetta di società: quel primo mondo che sopravvive di scienza, permette di vivere d’arte, ma si alimenta di pura ignoranza.
E mentre teniamo le mani sulla console di comando, pronti a diventare di fatto degli space invaders, come un sol uomo, teniamo i piedi piantati dietro la porta, impedendo a chiunque di entrare, rimanendo pertanto altrettanto fermi, riducendoci a ragazzini che a space invaders ci giocano e basta, e pure male, lamentandoci e picchiando sul cabinato.

Intendiamoci, fuori ci sono anche ragazzini prepotenti che vogliono prendere il nostro posto, ragazzini educati che vogliono il nostro posto e ragazzini stronzi che vogliono la nostra roba, ma ci son anche tutti gli altri, e a rimanere piantati lì, cacandoci addosso, pisciandoci sui piedi e vomitando rabbia e stronzate tutt’attorno, non rendiamo certo l’ambiente più confortevole, né per “tutti gli altri” né per noi stessi, che non siamo poi così prossimi alla partenza “per un mondo migliore”. E per altro i ragazzini stronzi vengono da situazioni per cui un po’ di cacca-pipì-vomito non è certo un limite.

Quindi, mentre cresciamo detestando i professoroni™, credendo che smartphone e biotecnologia vengano dallo spirito santo, l’unico mondo migliore che ci si prospetta è quello delle fiabe religiose. E sebbene io non credo ucciderei mai nessuno di mio pugno (mica so’ Kenshiro), non posso che auspicare per tutti i così credenti di raggiungere al più presto il proprio fantastico “altro mondo”, lasciando a gli altri l’affanno di trovarlo in questa vita,  tra queste quattro pietre roteanti nel nulla.

Allo stesso modo inviterei alla coerenza, nel proprio interesse, tutti i “si stava meglio quando si stava peggio”, tutti i medievalisti del buoncostume (sebbene molti li avremo già persi con il rapture di cui sopra), trovando per loro uno spazio isolato in cui ricostruire quel bel mondo perduto di amanuensi, onore e pestilenze.

Oppure, e potrebbe essere conveniente per una mera questione numerica, si potrebbe organizzare al contrario un territorio dedicato a quanti sostengono il processo di ricerca e sviluppo, la logica e il metodo scientifico, dedicato a gli space invaders che sanno chiedere permesso, che sanno organizzarsi e che quindi non avranno invasori ma ospiti, o nuove leve, in caso.

 

[D.C.]

 

PS intanto ci si prova, anche se sarebbe già dovuto essere così da tempo, in ritardo, ma arriveremo.

Una risposta a "Space invaders"

  1. Ragazzi, di solito mi limito a lurkare, ma volevo dirvi che vi voglio bene!
    Tanti auguri. E speriamo che le cose improvvisamente, miracolosamente migliorino e voi possiate scrivere di cose più “leggere”.
    Un grosso bacio 😘
    Simona

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