Non c’è un cazzo da ridere.

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Ormai l’ho capito da un po’, nella vita ho scelto la strada più difficile, quella che ti fa ridere meno e incazzare di più, nonostante tutti i propositi in stile Amici Miei che riesco a mantenere dal punto di vista personale, ma non quando guardo la società che mi circonda.
Perché gridiamolo forte e chiaro, Lino Banfi in commissione UNESCO non fa ridere nemmeno un po’, anzi, fa proprio incazzare.

Io lo capisco, eh, ridere è tutto ciò che ci resta, in quest’Italia martoriata come nemmeno nei miei incubi peggiori, ma stavolta proprio non ce l’ho fatta a divertirmi coi mille meme scaturiti dalla notizia, e non solo per la nomina grottesca di un attore ormai ben oltre il viale del tramonto da parte di un partito che, volendo battere quel Salvini diventata putrida icona pop dei nostri tempi, va a ripescare un’icona pop poco impegnativa ma molto popolare dal passato; quello che mi atterrisce è chi dovrebbe essere dalla mia parte e si indigna.
Per “dalla mia parte”, si badi, non intendo “di sinistra”, intendo dalla parte della ragione, del contare fino a dieci prima di vergare i social network con la minchiata facile che attira i consensi, del Fermi un attimo, sicuri che sia così?.
Dai, non è difficile. Io me lo ricordo, nell’era Berlusconi, il ritornello Ci stanno distraendo per fare i loro porci comodi alle nostre spalle, davvero non vi accorgete che non è cambiato nulla?
Eppure vi ho visti mille volte cercare di istruire il prossimo dicendo di fare attenzione alle bufale, e basterebbe fare un giro sul sito dell’UNESCO per scoprire un bell’elenco lunghissimo dei nomi, anche e soprattutto illustri, dei Commissari italiani. Tra i quali spicca, adesso, quello di Pasquale Zagaria, noto ai più come Lino Banfi, che ha detto che con le lauree vi ci potete pulire il culo perché un sorriso è molto meglio nella vita (parafrasi), e che sì, ha fatto incazzare parecchio anche me, perché la corsa allo squallore di M5S e Lega sta toccando punti sempre più bassi e non sono certo io a dovervelo raccontare.

Forza, tutti insieme possiamo farcela: non abbocchiamo a tutto tutto tutto. E se le vecchie generazioni, compresa la mia, la do per spacciata, almeno le nuove voglio che si salvino.

[E.P.]

P.S.: in tutto questo almeno Oznerol, divino autore dell’immagine in evidenza, mi fa sempre ridere.

Una risposta a "Non c’è un cazzo da ridere."

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