Picchiato un ragazzo che silenziosamente esponeva una sciarpa “ama il prossimo tuo” ad un comizio di Salvini.
“Non sono fascisti, se l’è andata a cercare, lì tra la brava gente armato così”, un po’ come quando dite “non sono stupratori, se l’è andata a cercare, lì tra bravi ragazzi vestita così.”.
Serpeggia tra i social, e nelle menti delle persone apprensive, l’idea che questo governo stia sdoganando un fascismo di fatto, subdolo e naturale. Ma di conseguenza è nata anche rapidamente una risposta tipica del dissenso degli insoddisfatti: questa gente di sinistra non fa altro che gridare “Al lupo! Al lupo!” ogni volta che la destra va al governo, parlando di fascismo quando il fascismo è ben altra cosa.
Ora, c’è chi questo lo intende come “non esageriamo” e chi come “ve lo facciamo vedere noi cos’è il fascismo”, ma le esternazioni sono le medesime, e forse, sotto sotto, anche i pensieri.
Perché ad esempio c’è l’idea che il fascismo debba presentarsi già bello e maturo, già con un Matteotti assassinato e con qualche legge razziale, con i balilla e le tessere di partito obbligatorie.
Mentre oggi, come mi faceva notare un amico, “casa pound è solo allo 0,2%”, e il resto è solo politica italiana o ancor meno, locale. Quello che pare difficile da far capire oggi alla popolazione media, quella che può essere ragionevole, che può cambiare il proprio voto perché interessata allo status quo più che alla tifoseria elettorale, quella parte di popolazione che rende possibile l’alternanza in un sistema bipartitico, è che non sono quegli abusivi di casa pound il problema, bensì la naturalezza con cui parte della popolazione accetta, sostiene e talvolta promuove quel tipo di comportamenti.
“Dai, non sono mica tutti fascisti!”.
No, infatti, quello che mi preoccupa non sono i quattro fascisti, bensì tutti i non-fascisti che li fiancheggiano, che ne sono complici sostenitori anche solo accettandoli. E anche se c’è chi si dichiara apertamente fascista, probabilmente senza lui stesso sapere di cosa esattamente parli, credo proprio che sia ingenuo oggi aspettarci un fascismo con lo stesso identico volto di cento anni fa. Oggi abbiamo lo stesso ignoranti populisti rabbiosi, abbiamo lo stesso degli urlanti sovranisti, e abbiamo lo stesso dei limitati xenofobi, solo che abbiamo tutte queste cose in persone che viaggiano su macchine rumene, con telefoni coreani, con scarpe cinesi, che ascoltano musica inglese, che vanno con prostitute africane, che guardano film americani su televisori giapponesi; abbiamo delinquenti di vario grado che pretendono il rispetto delle regole e la tolleranza zero, che pretendono l’uniformità e il diritto di esserne esenti, che pensano di essere democratici e invece sono fascisti.
Sono sempre stato uno che “lascia lavorare”, e capisco questo atteggiamento “fiducioso”, ma con un minimo di maturità, pur volendo mantenere un atteggiamento compassato, si può intuire abbastanza chiaramente la prossimità dell’estremo, ci si può fare un’idea del male che può scaturire dalla persone quando le si espone a contesti che aprono alle parti peggiori dell’essere umano come l’intolleranza, la violenza e la repressione; non serve una legge che autorizzi a sparare a un ladro o a picchiare un manifestante, basta ripetere che si dovrebbe, basta far credere che non ci sia nulla di male, basta far finta di niente, perché comunque non è mica “quel” fascismo.
Ebbene:
Forse avete ragione, forse è sbagliato chiamarlo fascismo, dovremmo chiamarlo merdismo, per essere più inclusivi, per non metterci dentro solo gli affiliati, ma anche tutti quei pezzi di merda che fanno finta di niente, che se ne vanno in giro senza la testa rasata, che sono infami uguali e ipocriti il doppio.
[D.C.]
PS
Anche sotto Berlusconi si parlava di regime e forse era esagerato, ma se lo si fosse “lasciato lavorare” invece che combattuto a suon di “esagerazioni” siamo certi che oggi avremmo potuto riderci su?
Bacioni.