Il capogruppo M5S D’Uva fa umorismo in aula con un finto lapsus: l’appello di Conte a una maggiore serietà è stato colto con il giusto ritardo.
Io sono d’accordo con Conte ma non sono parte in causa; e ho comunque l’arroganza di ritenere questa una battuta migliore.
In questo periodo burrascoso per il governo italiano la gente continua a schierarsi con la stessa coerenza di una pallina di flipper, rimbalzando slanciata dalle dichiarazioni bumper dei vari capitani e schiantandosi con veemenza contro il prossimo: “Parlateci di Bibbiano! Siete attaccati alle poltrone! State coi poteri forti! Fate schifo!”, ovviamente sono più violenti i rimbalzi dei neofascisti, mentre sono più brevi e sconsiderati quelli dei grillini, che mancano di bersagli sicuri dopo anni di propaganda contro tutti e mesi di alleanze con tutti. Non sono meno insensati i Pim! Pum! Pam! del centrosinistra, ma lì hanno sempre vissuto la confusione e l’improduttività in maniera introversa e autolesionista.
Quindi non stupisce che anche in aula, dove ci sono rappresentanti “pari d’Italia”, ci sia una certa confusione e un certo cattivo gusto nell’esprimersi, oltre che, a questo punto deduco, anche del pensare. Pari del pensiero da “Vieni avanti Gretina” e “Gigante buono”, per intenderci.
Sebbene ci sia già l’impressione che le urla della destra si siano un po’ attenuate ora che non sono più sostenute dal coro stellato, nel grande pubblico è rimasta una forma di coito interrotto nell’atto erotico di buttarlo in culo a qualche poveraccio di caprone espiatorio, quindi permane quello stato di frustrazione e rabbia di cui non si vuole o non si è in grado di comprendere l’origine, e che sfocia in discorsi con un finale unificatore della grande maggioranza acquietata: “I politici fanno tutti schifo (in quanto tali), ci può salvare solo Putin/Trump/dittatore italiano a scelta/invasione tedesca”; con questa idea imbarazzante che la dittatura sarebbe cosa gradita, con un allineamento totale a ogni proprio valore e interesse, in un mondo di “tolleranza zero (contro i misfatti altrui)” soprassedendo a ogni più o meno piccolo proprio comportamento incivile o criminale.
Allora chiedo: “E se quel dittatore che bramate non fosse Trump, né Putin, né Mussolini nipote, bensì uno che detestate, o che peggio vi detesta, o peggio ancora fossi io?”.
Intanto però abbiamo un parlamento pieno di ignoranza, rabbia, furberie e malcelata incapacità, elementi che divorano quel poco di buono che potrebbe venir fuori, riducendo la nostra speranza al “speriamo evitino il collasso”, che non è sociale, quella è stata una lunga scivolata che ci ha adagiati col culo a terra, senza grossi schianti, da un Drive-in via via fino ai froci che ci rubano il matrimonio, ai negri che ci rubano il lavoro e ai vaccini che ci rubano la salute, no, si parla di collasso economico, l’unico che riusciamo a percepire, costringendo poi qualche governuccio del cazzo a farsi odiare per le misure di salvataggio alle quali reagiamo come cani stupidi e rabbiosi. Ossia come eravamo pure prima.
Una storia piuttosto consueta e nemmeno troppo distante, ma difficile da far permeare nelle menti di quelli che litigano con il vicino perché il governo/primo ministro/Presidente della Repubblica sgradito di turno è abusivo, non eletto dal popolo.
Ora magari la comicità di D’Uva sarà andata a segno, ma credo che l’ironia della situazione stessa colpirà con ben più colpevole ritardo.
[D.C.]