Buona apocalisse a tutti!

 

“È facile comprendere le vicende umane se si tiene conto che gran parte dei trionfi e delle tragedie della storia non sono causati da persone irrimediabilmente buone o cattive, ma da persone che sono irrimediabilmente persone.”
(T. Pratchett e N. Gaiman, “Good Omens”)

Quanto tempo, eh? Ci voleva proprio una bella ondata di panico per farmi vincere in un colpo solo la pigrizia, il male di vivere e l’odio viscerale per l’umanità nel suo complesso. Non so se avete saputo, ma pare che ci sia una leggera allerta per un virus, il SARS-Cov-2, un coronavirus “nuovo”. I Coronavirus sono una vasta famiglia di virus, noti fin dagli anni ’60, che causano malattie che vanno dal comune raffreddore a sindromi respiratorie più gravi; quello che ci sta ammorbando (le palle, più che altro) al momento è un nuovo ceppo, segnalato originariamente a Wuhan, in Cina.

Scusate se vi dirò nuovamente cose che già sapete, lo faccio solo per essere sicuro che parliamo della stessa cosa. Il SARS-Cov-2 provoca una malattia, denominata COVID-19 (“CO” sta per corona, “VI” per virus, “D” per disease e “19” indica il quoziente intellettivo di quelli che saccheggiano i supermerc l’anno in cui si è manifestata). Una persona infettata da coronavirus presenta, nella maggioranza dei casi, i sintomi tipici dell’influenza: febbre, tosse, difficoltà respiratorie. Si possono però avere sintomi più gravi, come polmonite e difficoltà respiratorie, e solo raramente la malattia può essere fatale. Le persone più suscettibili alle forme gravi sono gli anziani e quelle con malattie pre-esistenti, come diabete e malattie cardiache. Esatto, come un’influenza: ogni anno la comunissima influenza stagionale causa 300-400 morti, di cui almeno la metà cagionata de facto da una polmonite. Si sa, no? Se una malattia anche lieve attacca un paziente già debilitato o se per qualche motivo insorgono complicazioni, ci possono essere rischi anche gravi per la salute.

Ma allora è proprio come un’influenza? No, ci sono un paio di aspetti “pratici”, che rendono il SARS-Cov-2 un po’ più pericoloso del normale: innanzitutto è più contagioso (quasi il doppio rispetto all’influenza), nonché più dannoso (il che vuol dire che i sintomi sono un po’ più “forti” e che c’è maggior rischio di complicazioni, soprattutto in persone con sistemi immunitari zoppicanti). Sebbene dati del nuovo coronavirus siano in continuo aggiornamento, però, bisogna rimettere le cose un po’ in prospettiva. Certo, rispetto alla trasmissibilità dell’influenza (in cui ogni infetto infetta in media 1,4 persone) il SARS-Cov-2 è più virulento (2,6 persone), ma siamo molto lontani dai livelli delle malattie davvero contagiose, come il morbillo (un malato di morbillo mediamente contagia altre 17 persone). Anche il tasso di letalità (2% circa) è sicuramente più alto di quello dell’influenza, ma altrettanto sicuramente inferiore, per esempio, a quello della vecchia SARS, che arriva oltre il 9%, o quello di Grillo alla guida di un SUV, che arriva al 60%.

Quindi? Quindi non ci sarà nessuna cazzo di apocalisse e quello a cui stiamo assistendo è l’ennesimo teatrino triste in cui ignoranza, egoismo e emotività sfrenata prendono il sopravvento sulla ragione e trasformano il nostro ameno paese di emo anziani in una versione grottesca e squallida di Mad Max. Lui era oltre la sfera del tuono, noi siamo oltre il cubo del disagio, nel senso che ‘sto cazzo di disagio ormai l’abbiamo elevato almeno alla quarta.

coronavirus-supermercato-codogno
(Disagio)⁴

Certo, l’Italia con un virus che obbliga tutti a lavarsi le mani ci va a nozze: dopo tutto ogni anno abbiamo oltre 1.200 morti sul lavoro e lavarcene le mani ci riesce benissimo, nessuno sta pensando di rinunciare all’auto nonostante gli oltre 1.500 morti per incidenti stradali e siamo perfettamente in grado di fare spallucce rispetto alle oltre 4.000 morti annue per suicidio. “Eh, ma quelli non sono mica vairus“, mi diranno in coro i miei piccoli lettori. Beh, sì, avete ragione, però sapere che morire di coronavirus è molto meno probabile di essere stirato da un tizio distratto mentre passeggi o di cadere da un ponteggio aiuta a rimettere le cose in prospettiva, no? Per ora fra il virus e gli ippopotami sono ancora in vantaggio gli ippopotami, come letalità, direi che come dato è abbastanza rassicurante.

Non sappiamo se i primi caldi porranno un freno al coronavirus, se verrà studiata una cura o se il virus muterà in qualche modo, sappiamo però che si tratta di una malattia peggiore della comune influenza, ma anche meno trasmissibile e meno letale di altre. Ma questo non va bene, non ci basta, né ci bastano le misure di sicurezza messe in campo dallo Stato e dalle varie amministrazioni. Nella nostra fame insaziabile di emozioni e drammoni, cavalcata come sempre da quella parte di giornalismo che ha fatto della vendita di fumo e merda una sorta di missione, stiamo affrontando questo virus come se fosse una variante dell’Ebola che si trasmette attraverso il contatto visivo: supermercati saccheggiati, amuchina venduta sottobanco a prezzi folli, manovali e casalinghe che si trasformano in hikikomori mannari. Per un virus che è, a conti fatti, una versione incazzata dell’influenza e per cui le autorità hanno già disposto tutte le cazzo di contromisure possibili. Che peraltro consigliano di evitare luoghi affollati tipo, chessò, un supermercato pieno di gente che sgomita, sputa e tocca cose a caso.

Ma niente, non ce la possiamo fare: i giornali gridano e strepitano come se stesse per finire il mondo, annunciando ogni nuovo caso come se Satana in persona fosse venuto a tossirci merda in bocca (ma tacendo spesso e volentieri, per esempio, il numero di pazienti guariti o il numero di persone uscite indenni dai periodi di quarantena). E noi? Noi prendiamo le parole del virologo X e le trasformiamo in una profezia dell’Armageddon, se i vicini tornano da una viaggio a Busdrigate Sul Cazzo ci prepariamo al Ragnarok acquistando bancali di cartoni di latte intero (che butteremo, nella speranza che questo ci garantisca il Valhalla), se starnutiamo portiamo tutta la famiglia, fino ai cugini di terzo grado con cui non parliamo da anni e che ci stanno anche un po’ sul cazzo, al pronto soccorso, che non si sa mai, giusto per intasare un po’ gli ospedali. Badate bene, non sto dicendo che non sta succedendo niente, c’è chiaramente un’emergenza per un nuovo virus. Ma tolte le misure già prese a livello nazionale e locale dalle varie amministrazioni, le cose da fare davvero sono poche e le sappiamo già, anche perché sono più o meno le stesse norme che andrebbero seguite per mettersi al riparo dalla comune influenza: lavarsi spesso le mani, evitare il contatto ravvicinato con persone che soffrono di infezioni respiratorie, evitare di toccare occhi, naso e bocca con le mani, coprire bocca e naso quando si tossisce o starnutisce. A questo si potrebbe aggiungere una bella tripletta di buonsenso: non prendere farmaci senza prescrizione, chiamare l’apposito numero verde 1500 e non il pronto soccorso in caso di dubbio, e soprattutto non farsi prendere dal panico.

Il senso è evitare di intasare gli ospedali (i posti in terapia intensiva sono limitati) e limitare il contagio, non “sopravvivere a uno scenario post-apocalittico”. Non serve fare scorta di cibo, non serve boicottare i ristoranti cinesi, non serve aver paura di tutti come se ognuno fosse untore di chissà quale variante della lebbra. Invece ci sarebbe bisogno di calma, prudenza e razionalità.

Come sempre. E come sempre, reagiamo all’opposto. E dunque, pare proprio che ce la meritiamo, questa situazione grottesca e svilente, per cui non mi rimane che chiudere il cerchio ribadendo il mio ironico augurio: buona apocalisse a tutti.

[Marco Valtriani]

PS: forse anche i nostri politici e i nostri esperti potrebbero, per dirla insieme a Mantellini, “twittare meno” e comunicare meglio. E magari i nostri giornalisti potrebbero seguire le linee guida di Le Scienze per parlare del virus.

PPS: i dati presenti in questo articolo provengono principalmente dal sito dell’ISTAT e dai siti http://www.salute.gov.it e http://www.epicentro.iss.it. In particolare, qui trovate le FAQ e le istruzioni per una serena apocalisse.

4 risposte a "Buona apocalisse a tutti!"

  1. Questo virus di certo non è provvidenziale, ma sta testando il nostro sistema psicoimmunitario sociale. Purtroppo esso non genera anticorpi di buon senso (ma che cazzo è poi, il buon senso? non picchiare un cinese a caso? non comprare l’amuchina a 80 euro?) ma solo evidenzia in maniera fluorescente i coglioni (non i coglioni intesi come testicoli umani, ma come umani tout-court).
    Ed anche una desolante solitudine di intenti, uno squallore e un vuoto cosmico, tale che persino le prime pagine di alcuni quotidiani che mute urlano “Merda!” (o concetti equivalenti) ci fanno l’eco, e con quell’eco alcuni si saziano.

  2. Lavoro in malattie infettive.Devo dire altro?
    Ah, sì.
    Ti amo, fattene una ragione.
    (Io spero sempre in un’invasione d’ippopotami, comunque.)

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