Legge di stabilità – quando l’equilibrio è un’arte. Sbagliata.

Passata la legge di stabilità, un provvedimento impopolare, passato in notturna.

La befana, l’uomo nero e le “leggi di stabilità”.

Statisticamente sono le tre cose che giungono più facilmente di notte.

Ora, la vostra malafede vi farà pensare che questo agire con il favore delle tenebre sia dovuto ad una sorta di aura da voluttuoso misfatto, quindi, per smentirvi come si smentirebbe l’esistenza degli hamburger ordinando anche la patatine, andiamo a vedere cosa si è deciso in questa notte da statisti:

Taglio dell’irpef – un punto per i redditi tra 0 e 15 mila euro (sì, riducono l’irpef per chi non guadagna nulla, gli italiani sono notoriamente gente di cuore) come per quelli tra i 15 e i 28. Un’intervento che sembra la pubblicità di un medicinale: effetto a gran voce, controindicazioni rappate che nemmeno Caparezza in fast forward.

Aumento dell’IVA – le aliquote del 10 e del 21 per cento aumentano di un punto. Da più parti questo aumento è stato indicato come “dimezzamento dell’aumento”, manco dai mercanti arabi ci sarebbe tanta soddisfazione per tanta finta via di mezzo. Intanto se stavate gioendo della riduzione di un punto percentuale sui vostri 0 mila euro di reddito, beccatevi questa. Scherzavo, se siete a 0 mila euro di reddito, quando mai avrete il problema IVA?

Taglio alla sanità – via un miliardo di euro. E che sarà mai, fate una corsetta al giorno, una scorta di mele. E poi cominciamo ad essere troppi da queste parti, non vi pare? Inoltre sarà molto più facile ottenere la meritocrazia in campo medico: il primo che riesce ad operare senza bisturi viene promosso. Ma se proprio non avete fiducia nella buona sorte e volete ostinarvi a mantenere uno stile di vita malsano, potete sempre ricorrere a qualche assicurazione medica, sfruttando il suddetto calo IRPEF…

Tobin Tax – una buona idea, un notizia tanto bella quanto inattesa. Quanto disattesa? Ora, voglio dire, secondo voi, quando un signor Soldoni dovrà rifarsi di una percentuale dei propri movimenti finanziari dovuti a questa tassa, su chi si rifarà? Quanto costerà l’insalata prodotta dal signor Soldoni? E quanto avranno di aumento i dipendenti a tempo limitatissimo del signor Soldoni? E chi controllerà il signor Soldoni in tutto questo mare di possibilità? Mare che per altro bagna anche le isole Caiman?

Controlli sulla Pubblica Amministrazione – rimanendo in tema controllo, ecco chi terrà d’occhio i conti della PA: Corte dei Conti, Ragioneria Generale dello Stato e Guardia di Finanza. Spiacenti, niente da fare Pippo, sarà per la prossima volta.

Commissariamento dell’anticorruzione – già, ci sarà un commissario a presiedere la commissione per la valutazione dell’integrità delle amministrazioni pubbliche. E’ sempre divertente vedere in che modo il plausibile imputato decida di farsi valutare.

Pensioni – ex guerrieri e invalidi di tutti i giorni finalmente potranno godere delle riduzioni dell’IRPEF (se si manterranno sotto i 28mila euro), certo questo significa che dovranno iniziare a pagarla, ma vogliamo star qui a contare le zampe ai millepiedi?

Agevolazioni – meno. Per i redditi superiori a 15mila euro ci sarà una franchigia di 250 euro per detrazioni e deduzioni, con un tetto di 3000 euro per le detrazioni. Ora, a parte la supercazzola contabile, che fa sempre gran presa sul pubblico, comincio a chiedermi se in qualche maniera queste cifre abbiano un senso pratico per i legislatori: davvero il problema per chi guadagna 15mila e un euro è nel tetto delle detrazioni?

Debiti della Pubblica Amministrazione – sarranno onorati con il fondo per il pagamento del debito pubblico. Questa oculata decisione viene or ora premiata con un e grazie al cazzo! straordinario.

Banche – Saranno posticipate di 5 anni le deduzioni riconosciute alle banche per il maggior valore riconosciuto al riallineamento per l’imposta sostitutiva. Come fosse antani. Ma con i soldi pubblici.

Riforma della costituzioneTitolo V, troppa roba, “pieno di ostacoli a quel caz*o che vogliamo fare”, ha dichiarato Monti. Quindi via un po’ di paletti per l’amministrazione di regioni e provincie, alla gestione delle legislazioni locali e al bar della piazza.

In calce a quanto così deciso dal Consiglio dei Ministri, Monti ha ribadito che la “disciplina del bilancio paga”, una figura allegorica in cui “la disciplina del bilancio”, ovviamente, è il popolo, e “paga” è, altrettanto ovviamente, “paga”.

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