Gòl.

“E queste, figlio mio, sono le mie piantagioni di sticazzi.”
(M. Valtriani)
Se c’è una cosa di cui non me ne può fregare di meno, è il calcio.
Ventidue tizi muscolosi in maglietta e pantaloni corti che si strattonano e si tirano tacchettate negli stinchi per infilare una palla in una rete da pesca a maglie larghe. Davvero, non riesco a godermela, neanche pensando il gòl come metafora sessuale.
Ieri s’è fatto un gran parlare, di calcio, perché il capo ultras del Napoli ha sospeso, e poi fatto riprendere, una partita credo importante. Perché era arrabbiato, che c’era stata una sparatoria coi tifosi dell’altra squadra e uno dei suoi ha preso una palla (non da calcio) in petto. E quindi fra minacce di mettere a ferro e fuoco lo stadio, e minacce di mettere a ferro e fuoco il cortile dello stadio (ossia la città circostante), gesti distensivi (LOL) e trattative stadio-mafia, c’è stata questa grande festona in onore dell’essere teste di cazzo.
poliziaLa capitale era ovviamente in subbuglio, con le forze di polizia impegnate a tenere sotto controllo gruppi di ultras incazzati neri, un po’ per i colpi di pistola esplosi da Daniele “Gastone” De Santis, un po’ perchè ‘sta cazzo di partita non iniziava, un po’ perché oh, sono ultras, quello fanno: si menano, menano, e spaccano le cose. Era Forentina-Napoli, una partita tosta, non Paperopoli-Topolinia, che lì al massimo fermano Paperino che va in giro senza mutande. E dunque, la giostra mediatica ieri girava tutta intorno a questo tizio con la maglietta “speziale libero”, che inneggiava a un condannato per omicidio.
Un gesto che le forze dell’ordine hanno coerentemente disprezzato, o che quantomeno stavolta hanno omesso di applaudire.
Purtroppo, come dicevo, m’importa una betoniera di cazzi del calcio, così ho potuto accorgermi che nel frattempo il buon dio (uno dei tanti, io bestemmio in minuscolo, così se qualcuno mi dice qualcosa posso dirgli “ehi, mica intendevo il tuo!”) aveva deciso di allagare Senigallia e affogare due poveracci. Roncalli ha provato a fermarlo coi suoi nuovi poteri da santo, davvero, ma non c’è stato verso di farlo ragionare.
By the way, queste le prime pagine di oggi. Tre a caso.
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Non sto a screenshottare, ma Libero, Corriere, Messaggero e Unità sono allineati.
Unica eccezione il Manifesto, che però parla degli scontri di Kra­ma­torsk (ok, almeno qua parliamo di almeno 40 morti e di una cazzo di guerra civile). Sul calcio neanche una riga. Peccato che, uhm, anche sulle Marche neanche una riga. Par condicio.
Dunque. C’è una cazzo di alluvione nelle Marche, gente che muore, che lotta col fango, che cerca di strappare le cose più care all’acqua, e voi titolate con il calcio? Ok, si è trattato di un episodio straordinario, ma – schiocchi di dita in rapida successione, amici giornalisti, vedo che vi sto perdendo, snap snap, seguitemi – si parla di giocare o no una partita di calcio. Ci sono retroscena sommersi, episodi di cronaca collegati, sì, vero. Ma che tutte le prime pagine ruotino intorno a una partita e ai cazzi di bande di tifosi, ai diti medi di Fassino e allo scudetto della Juventus, mentre un comune di oltre 40.000 abitanti affoga, diocane no (minuscolo! è uno degli dei in cui non credete! davvero!).

Si parla di impedire ai tifosi facinorosi di andare allo stadio, adesso. Mi sembra una buona idea. E, ok, lo so che i giornali non ne parlano, ma a Senigallia c’è stata un’alluvione. Migliaia di tifosi improvvisamente liberi nel week-end, e un sacco di fango da spalare. Io intravedo una soluzione, e voi?

Ah, e magari qualche giornalista può dare una mano.

[M.V.]
 

3 risposte a "Gòl."

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