Billy Bullo

Pestato un ragazzo in una scuola da un gruppo di bulli.

Non è una novità, ci sono sempre stati i bulli, i gruppi di bulli e la prepotenza come forma di ordine sociale spontaneo. Certo era più facile accettarlo quando ancora non avevamo imparato a distinguere il culo dalla testa, ma grosso modo dovremmo essere preparati a gestire la situazione.

Escludendo di essere arrivati alla condizione di Demolition Man (per chi non lo ricordasse era quel fantastico film con Stallone in un futuro in cui la criminalità era talmente fuori dalla storia che la polizia si limitava a cantare ritornelli di vecchie pubblicità), direi che quello che ci manca sono un po’ di attenzione e un po’ di voglia, più o meno quello che ci manca in qualsiasi altra attività, in particolare quelle che non ci riguardano personalmente a strettissimo giro, talmente stretto che già se riguarda i nostri figli ci piazziamo un bel “va be’, che vuoi farci, so’ ragazzi”.

E sì, “so’ ragazzi”, che poi diventeranno adulti, adulti con l’idea che la violenza sia un metodo come un altro, anzi, il più efficace fra i metodi. E questo, a meno che non stiamo consciamente virando verso una società triviale la cui costituzione sia la sceneggiatura di Conan, non è un bene.
E intento “non è bene” anche per ciò che ci riguarda direttamente, perché quando saremo un po’ più avanti con gli anni sono piuttosto sicuro che anche voi preferireste un “buon giorno signore, posso aiutarla” a “levati dal cazzo vecchio di merda”.

E in tutto questo “Renzi che fa?”, chi si occupa di aggiustare il tiro sull’educazione dei ragazzi? La scuola? I genitori? I Marò?

Per la rete sta girando un piccolo testo che pare una scuola (non italiana) abbia inoltrato ai genitori dei propri alunni:

Cari genitori,
Vorremmo ricordarvi che parole magiche come ciao, prego, per favore, scusa e grazie devono essere apprese a casa.
Allo stesso modo, è a casa che i bambini devono imparare ad essere onesti, puntuali, diligenti, amichevoli e rispettosi verso il prossimo.
È a casa che imparano ad essere puliti, a non parlare con la bocca piena e a disporre dei rifiuti.
È a casa che imparano a essere ordinati, a prendersi cura delle proprie cose e a non toccare quelle degli altri.
A scuola, d’altra parte, si insegnano le lingue, la matematica, la storia, la geografia, la fisica, le scienze e l’educazione fisica. Noi rinforziamo l’educazione che i bambini ricevono a casa dai propri genitori.

Sarà così. Certo che se i genitori stanno diventando disinteressati e pigri (dal punto di vista genitoriale), non è che gli insegnanti vengano da Marte, e pur non volendo fare di tutta l’erba un fascio, in questi fasci c’è un sacco di merda. E anche se la frase sembra suonare particolarmente giusta, in questo caso non è così.

Al di là di insistere su questi due fronti, che certamente sono quelli che hanno maggiore influenza sui ragazzi, c’è da mettere anche in conto di fare la nostra parte come collettività, nel quotidiano, dando esempio di come sia decisamente più efficace un comportamento inclusivo, collaborativo e di civile sviluppo.

Certo che se le nostre giornate sono fatte di maledizioni reciproche, minacce di morte per qualsiasi stronzata, disprezzo per il prossimo, furbizia a discapito di chiunque, guerre e guerriglie, odio, razzismo, prevaricazione e quant’altro, diventa davvero difficile che chi ci osserva per imparare riesca a diventare poi diverso, dando magari retta a quell’unico insegnante che ripete una volta di più “Cercate di non fare gli stronzi, perché non porta a nulla di buono.“.

 

[D.C.]

 

P.S.
Sì, c’è stato un attentato gravissimo e non ne sto parlando, molti altri meglio informati di me e con più possibilità ne stanno trattando ampiamente, io ne penso di cose e poche avrebbero senso. Quindi cerco di fare come ho sempre fatto: provo a comportarmi bene e spero che questo aiuti a migliorare la situazione, un po’ come per ciò di cui abbiamo parlato qui.

2 risposte a "Billy Bullo"

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