Evviva, finalmente! Domani è il gran giorno!
Quanti dei miei lettori domani parteciperanno al fantastico concertino di solidarietà Italia loves Emilia?
Vedo tante manine alzate… bravi! Uscite dalla stanza e non fatevi più ritorno, grazie.
Detesto fortemente, infatti, le manifestazione di presunta solidarietà pelosa, dove celebrità più o meno bollite giocano a calcio, fanno i saltimbanchi, o, come in questo caso, si riuniscono in concerto mentre noi poveri stronzi paghiamo per guardarli, ché i soldi che vanno alla causa sono i nostri, mica i loro.
Sì, ma grazie a loro adesso AIUTIAMO L’EMILIA, dirà il più petulante tra i miei lettori.
Vero, almeno in parte. Parte dei soldi del biglietto andranno alle popolazioni colpite, a quanto pare. Peccato che se quei mitici 14 big sborsavano qualcosa di tasca loro, in questo caso come in mille altri, si faceva tutto molto prima. Ma il mondo va avanti a carità pelosa e pubblicità gratuita, e senza questi eventi non può essercene, perciò si merita Bono.
Noi, che oltre che stupidi abbiamo anche gusti musicali peggiori di tutti gli altri, ci accontentiamo di Jovanotti e Ligabue.
E, come ormai sempre più spesso, sono io il Razzista del Giorno. Nei loro e nei vostri confronti.
[E.P.]
Hmmm. Non mi trovi molto d’accordo. Tu parti da un presupposto di malafede, ossia che i suddetti cantanti, tutti, senza esclusione, abbiano fatto beneficenza solo con questo concerto. Ora, libero di presupporre ciò che vuoi, ma come ad esempio non saprai mai se io o chiunque altro abbia contribuito con una donazione, allo stesso modo non puoi sapere se alcuni dei cantanti lo abbiano fatto anche in privato. Forse sono troppo ottimista io, ma mi sembri partire da un atto di malafede, sebbene il tuo discorso, in senso generale, sia condivisibile.
Sono assai felice di questo commento, perchè mi consente di estendere il concetto. Non critico (soltanto) questo evento in sé, critico questo tipo di giostra, come vedo che anche tu hai colto. Ovviamente Italia loves Emilia (mi si spiegherà l’inglese infilato a forza nel nome dell’evento, prima o poi) è il pretesto, visto che cadeva proprio in quei giorni. E hai ragione: parto da presupposti di cattiva fede, convinto da sempre come sono che a pensar male si fa sempre centro.