(B. Grillo) Non ho voglia di parlare delle accuse a Andolina, cui viene attribuita una bellissima frase rivolta a un “cliente” che stava usufruendo di Stamina ma non aveva i soldi per pagare la pseudo-cura (“fai prostituire tua moglie”), perché ormai è abbastanza chiara la levatura anche a livello umano del modo di fare e di pensare di certa gente. Parlerò invece di un paio di cose, solo vagamente collegate, perché mi va così (oh, il blog è mio e ci faccio quello che mi pare), e per farlo partirò dal mio amico Beppe Grillo, che sul suo blog si è scagliato (di nuovo) contro i giornalisti, rei di non parlare del MoViMento, di fare “una disinformazione scientifica, al di sotto del livello di coscienza: subliminale. Disinformazione chirurgica e seriale, che denota un comportamento tipico dei serial killer”.
Io sarei anche d’accordo. Spesso il livello dell’informazione italiana è terrificante, tanto che 9 volte su 10 che devo citare un articolo mi tocca andare anche a cercare le fonti per sicurezza. Ci sono siti, come Repubblica, che hanno preso tante e tali cantonate da rivaleggiare con Lercio a livello di credibilità (ma il giornalismo italiano non è morto, e anche se di poco quella del secondo supera ancora quella del primo). Ma che a segnalare tutto questo sia il proprietario di un sito che ha divulgato CAZZATE come la possibilità di previsione dei terremoti, la non-esistenza dell’AIDS, la non-validità della sperimentazione animale, la pericolosità dei vaccini, l’inutilità di screening e diagnosi precoci, la validità della cura Di Bella, beh, è un filo ironico. Stiamo parlando di quello che vaneggiava, nei primi spettacomizi, di un pomodoro transgenico killer. Già mi pare di sentire il brusio proveniente dal bolo di ritardati che lecca dove Grillo sbava: “ma quello non è vero, era una battuta”. E qui si arriva al secondo argomento, il sistema di ragionamento complottista: “una cosa è vera se ci sono le prove, o se mi fa tantissimo comodo che lo sia”. Con la sua variante “Se Grillo dice una cosa vera, è vera, se dice una cazzata, era una battuta”. A parte che il presidente di un movimento politico dovrebbe limitarsi (ne abbiamo già avuto uno così e gradirei evitarne un altro), almeno le battute nonsense come zip wor argainon potrebbe pure risparmiarsele: troppe, troppe barzellette. Ormai, dal mio punto di vista, siamo al punto in cui lui e la sua cricca di rincoglioniti a molla, pronti a scattare ad ogni minimo attacco a sua maestà il Coluche italico, producono ormai solo uno squallido rumore di fondo, che potrebbe essere reso interessante solo dalla gnocca (come ben sapeva l’altro aspirante ducetto, quello col pallino per la fica), e che in assenza di essa si riduce a qualcosa di interessante come un cazzo nulla, indipendentemente dall’argomento.

E il senso del post? Non c’è. Tanto a nessuno servono prove per morire con cure finte o farsi inculare con la sabbia dal nuovo populista di turno. Solo, ecco, non provateci più, a farmi bere il bicchierone di diarrea che il santone di turno vi suggerisce di bere tutti i giorni, che ultimamente non distinguo più le vostre parole, sento solo un indistinto rumore di fondo, il sommesso white noise che solo idiozia e ignoranza insieme riescono a generare, e si perderebbe solo tempo.
[M.V.] PS: A “svegliaaaaaaaah!!1!!” reagisco comunque con una testata.
Comunque, quel “svegliaaaaaaaah!!1!!” mi ha sempre riportato alla mente altre sette religiose che, in disaccordo con le altre religioni, formarono i loro greggi di credenti su nuove e più avveniristiche puttanate, su una fiducia incrollabile nell’organizzazione e sull’ostracismo mostrato verso i “traditori” del credo. Sicuramente sbaglio io.
“C’è un blocco intestinale dentro di me”