Mesi fa scrissi un pezzo partendo da una canzone dei NOFX (Idiots are taking over). Il pezzo parlava di come fosse stupido lamentarsi dei nostri politici – ignoranti, disonesti o imbecilli che fossero – perché se sono lì è perché ce li abbiamo messi noi, sono i nostri rappresentanti e, a ben vedere, ci rappresentano parecchio.
Oggi, dopo poche ore dall’elezione di Trump, mi è venuta voglia di fare un altro articolo partendo da un’altra canzone: do the evolution dei Pearl Jam.
Sento spesso dire che il suffragio universale ha fallito, e che questa incipiente idiocracy è un passo indietro a livello evolutivo. Ora, non dovete dirlo a me, io è una vita che dico che il suffragio universale sembra una puttanata*. Il suffragio dovrebbe essere un diritto di tutti, previo conseguimento di uno standard culturale minimo (no, non parlo di un patentino, che è una cazzata, parlo della scuola dell’obbligo, basterebbe farla funzionare). Perché diciamocelo: se stai nella soglia 1 or below 1 del test PIAAC sull’alfabetizzazione mi piacerebbe sapere cosa cazzo hai capito nemmeno dei programmi dei partiti, nemmeno dell’ultimo discorso sentito in TV, ma delle istruzioni sulla confezione che hai messo nel microonde. Vota, ci mancherebbe, ma ti guardo con sospetto.
Ma siamo in democrazia, come molti sottolinenano con giusto orgoglio, quindi ci teniamo questo sistema e, soprattutto, assistiamo impotenti al lavoro di eliminazione dei meno adatti ad opera dell’evoluzione della specie. Perché non è scritto da nessuna parte che sopravvivono i più acculturati, o i più meritevoli di stima secondo il nostro personale metro di giudizio: no, sopravvivono quelli che si adattano meglio all’ambiente.
E diciamocelo: il farsi domande morali, i dubbi etici, l’onestà… sono un cazzo di fardello che ci porta a riprodurci di meno, ad essere meno aggressivi, ad essere più inclini al compromesso; solo che dall’altra parte c’è una mandria di belve senza scrupoli che si riproduce a valanga senza pensare alle conseguenze, convinta fino al midollo che qualsiasi scelta che fa è quella giusta, pronta a calpestare chiunque pur di avere una soddisfazione anche solo momentanea alle proprie pulsioni. Non è un’equazione di difficile soluzione: se continuiamo così vinceranno sempre loro. Solo che non riusciamo a non continuare così, perché… perché siamo “intelligenti”. Pensando di essere migliori, più retti, più evoluti, non ci vogliamo “abbassare” al livello dei nostri competitor interspecie e la prendiamo nel culo.
Ricordo di aver letto una serie di documenti interessanti sull’intelligenza come errore evolutivo (uno dei più brevi è “Human intelligence: an amazing evolutionary mistake” di George Clarke). Non che l’evoluzione possa “sbagliare”, semplicemente si tratterebbe di una deviazione dallo standard evolutivo del pianeta che ci ha permesso di conquistarlo al prezzo di una perdita consistente di “animalità” che però, alla lunga, smetterebbe di “funzionare” ponendoci di fronte a un bivio: o tornare “animali” o auto-distruggerci. In sostanza, l’istinto e i bisogni primari sono stati soppiantati da altro, e questo ci ha permesso di dominare le altre specie, ma al tempo stesso un’eccessiva intelligenza rende complesso ogni meccanismo sociale, portando a un inceppamento del sistema. Avete mai visto un capriolo suicidarsi perché non riesce a pagare il mutuo e gli alimenti alla ex-capriola? Insomma, guardando l’umanità non here and now, ma in proporzione rispetto alla vita del pianeta, non sarebbe improbabile, secondo queste teorie, un ritorno alla bestialità, a una vita più semplice e animale, tramite un progressivo riequilibrarsi dell’intelligenza verso il basso.
Se una colonia di formiche avesse una morale, degli scrupoli, e iniziasse a organizzare lotte sindacali, turni di lavoro ed elezioni, in breve tempo sarebbe distrutta. Al grido di “every larva matters” e “operaia for president” farebbero saltare in aria il formicaio in una manciata di giorni. La colonia funziona perché è istintiva, compatta, assolutamente non democratica. Certo, le formiche non hanno Netflix. Ma non hanno neanche il senso di vuoto alla fine dell’ultima stagione di House of Cards, quindi se ne battono il cazzo.
Sia chiaro, si tratta di teorie interessanti, ma estremamente bizzarre e poco seguite, anche perché non è che ci sia tutta quest’evidenza scientifica a supportarle, però sono estremamente piacevoli da leggere.
Intanto il tasso di persone con un grado ridicolo di efficienza in literacy e numeracy cresce sempre di più in buona parte del pianeta, in Inghilterra ha vinto la brexit sulla base di bufale che il popolo inglese non aveva riconosciuto come tali, e in America ha vinto Donald Trump.
Non so, saranno anche teorie strampalate, ma inizio ad avere seriamente paura, di questa cazzo di evoluzione della specie.
[M.V.]
* Sembra una puttanata, ma non lo è e te ne accorgi solo quando lo perdi. C’è un cortocircuito logico: chi dovrebbe limitare il diritto di voto? Il Governo. Però aspetta. Se il Governo ti piace vuol dire che è arrivato dov’è senza limitare il diritto di voto, quindi non c’è nessun problema col suffragio universale. Se invece il Governo non ti piace, non ti piacerebbe neanche la limitazione che metterebbe al diritto di voto: tanto per cominciare, probabilmente non farebbe votare quelli a cui non piace il Governo. Quindi tu. Se, infine, un Governo limitasse il diritto di voto in modo da garantirsi la vittoria escludendo una fetta di avversari, fidati… non importa che escluda gli scemi, i poveri, i negri o i laziali: è una dittatura.