“Autoguarisci questo.”
(Neo in “the Matrix”)
Potevo aspettare lunedì, lo so che così vi scombussolo il bioritmo, ma volevo raccontarvela subito. E’ come quando vedi in strada una sciarpa fatta di salsicce e pensi: “Devo assolutamente dirlo a qualcuno. E comprarne una.”
Ecco, stessa cosa. Senza la storia del comprare.
Ieri sera, la stretta parente di mia moglie (con cui lei condivide dei cromosomi) che era stata in pellegrinaggio a Medjugorje – ve la descrivo subito così in modo da non alimentare facili pregiudizi – mi ha portato a un incontro con una tizia, organizzato dalla scuola dove insegna. La tizia è una grafologa.
Grafologia – Tecnica di indagine della personalità che assegna alla grafia manuale un significato rivelatore delle attitudini e degli atteggiamenti dello scrivente. Aspetti grafici come la pressione della scrittura sul foglio, la grandezza delle lettere, la chiusura o meno della lettera ‘o’, la velocità, ecc. corrisponderebbero secondo i grafologi a precisi tratti di personalità, stili cognitivi e stati emotivi. Studi sperimentali controllati hanno però dimostrato che la g. non è in grado di determinare in maniera affidabile le caratteristiche psicologiche del soggetto, rispetto a metodi più standardizzati come i test psicologici. Perciò la g. non viene annoverata tra le tecniche psicodiagnostiche riconosciute come valide e attendibili, e ne viene sconsigliato l’utilizzo sia nell’ambito clinico che in quello forense e nella selezione del personale. (Dizionario di Medicina Treccani, 2010)
L’affermazione della grafologia (quantomeno in Italia) è attribuita al francescano G. Moretti, che nei primi del ‘900 la fece entrare all’università di Urbino, unica università italiana a reputare valida la grafologia. In seguito, però, i tentativi di validare la disciplina hanno fatto solo buchi nell’acqua, tanto che la stessa è stata ricacciata giustamente e a calci nel culo nel calderone delle pseudoscienze.
Ma torniamo all’incontro. La pacata signora esordisce parlando di bioenergie ed energia vitale, per poi asserire che la grafologia è in grado di diagnosticare la quasi totalità dei problemi del bambino, curandoli poi correggendone il modo di scrivere; bambino che, come ogni uomo, è fatto da mente, corpo, e cuore (talvolta sostituito da “anima”); questa suddivisione è importante, perché unita a una rielaborazione in chiave elementale (terra, fuoco, acqua, aria) delle fasi dello sviluppo, ha fatto da “base” per giustificare ogni affermazione successiva.
Avevo talmente tanta merda nelle orecchie che ho dovuto fare una pausa per liberare i padiglioni auricolari.
La pacata signora ha riservato agli “scienziati” (irreplicabile il tono con cui pronunciava la parola, pensate a Renzi che dice “professoroni”) solo qualche frecciatina, e si è premurata di avvertirci che alcuni di questi poveri pirla non considerano la grafologia una scienza (raggruppabili nel risibile insieme noto ai più come “la comunità scientifica in generale”, ma questo non l’ha detto). Almeno non ha concluso con “…e il vostro pediatra è un coglione”.
Ovviamente – altrimenti sarebbe stata solo un’accozzaglia di concetti nonsense che avrebbe insospettito anche il più rincoglionito degli astanti – la pacata signora mescolava le cazzate riprese da Dahlke (pioniere teutonico, oltre che di grafologia, di “autocurarsi col respiro” e della “medicina simbolica”, roba che solo i nomi mi fanno venire voglia di spaccare qualcosa) con elementi di psicologia “ufficiale”, principalmente psicologia cognitiva e neuropsicologia, spesso “camuffati” con nomi pittoreschi e misticheggianti, come lo sviluppo “elementale” o il raggruppare sotto “cuore\anima” qualsiasi discorso appartenente alla sfera emotiva, o parlando di teorie ufficiali cambiando piccoli dettagli (“questo è un test proiettivo di personalità abbastanza famoso, anche se io lo uso in modo un po’ diverso…”).
La cosa più terrificante è l’assoluta naturalezza con cui, da brava seguace di omeopatia e medicina olisitca, se ne sbatteva costantemente e sistematicamente le palle di collegare logicamente premesse e conclusioni, stuprando a più riprese e con ferocia la funzione deduttivo-conclusiva della parola “quindi”.
Il problema è stratificato a più livelli. Il problema è che fra gli astanti nessuno si sia reso conto che le affermazioni della pacata signora avrebbero fatto più bella figura uscendo da un culo e non da una bocca. Il problema è che non se ne accorgano neanche gli insegnanti, e che una scuola faccia pagare dei genitori per foraggiare queste cazzate. Il problema è che c’è un’università che fa corsi di laurea atti a formare degli psicologi su argomenti non scientifici.
Stiamo parlando non di chi ha ragione o torto, ma della salute e dell’equilibrio psicofisico dei nostri bambini. Magari tutte queste teorie mistico-confuiche (cit.) sono pure valide, ma preferirei che venissero confermate scientificamente prima della loro messa in pratica nella scuola pubblica.
Almeno mio figlio va in un’altra scuola.
[M.V.]
PS: non c’è la vignetta del Sili, c’è invece un link a un suo piccolo capolavoro, Sir Gore. Solo su Facebook, sorry.
PPS: non voglio mettere in dubbio la buona fede delle persone coinvolte, ma sentire concetti come l’analisi bioenergetica (per dirne una) messa al pari di medicina e psicologia – quando sono oltre 10 anni che è stata esclusa dalla scienza medica – mi lascia sinceramente sconcertato.